mercoledì, Novembre 6, 2024

Panavia Tornado “Special Color 311° Gruppo” – In Flight Display dai kit Italeri in scala 1/48.

Il WORK IN PROGRESS completo lo potete trovare QUI!

Quella che mi accingo a scrivere è un’appendice al già noto ARTICOLO dedicato al Tornado IDS Special color del 311° Gruppo Volo pubblicato su queste pagine più di un anno fa. Il tutorial mi è stato preziosissimo per affrontare al meglio le numerose difficoltà di costruzione e posa delle grandi decalcomanie sui due modelli che vi sto per presentare.

Dal canto mio ho scelto di non dilungarmi troppo nella descrizione del montaggio base perché già ampiamente documentato e commentato nei link inseriti sopra; ho deciso, al contrario, di soffermarmi maggiormente sulle modifiche per realizzare i due soggetti in volo e le principali modifiche da attuare per renderli stabili e, allo stesso tempo, accattivanti!

Quindi per ogni eventuale lacuna o dubbio, fate riferimento agli altri “servizi” già presenti su Modeling Time.

Parto dai vani carrello con relativi portelli che sono progettati per essere rappresentati aperti; chiudendoli essi lasciano delle ampie fessure (soprattutto i posteriori) che ho deciso di colmare con dei rinforzi in Plasticard da 1 mm incollati lungo i bordi. Inoltre, all’interno delle baie ho inserito dei listelli che hanno funzionato da supporto per incollare con maggiore forza i portelloni. Siate generosi con i rinforzi onde evitare sgradevoli sorprese (leggete “cedimenti”) durante la reincisione.

Per realizzare i Tornado in volo e in virata ho pensato ad una soluzione bizzarra, una scommessa (che per fortuna ho vinto!) per il buon esito finale del modello stesso: non sono un amante dei sostegni che entrano all’interno dei motori quindi ho deciso che i miei si sarebbero sorretti dalla pancia, appena dietro la grossa scritta “311° Gruppo Volo”.

Prima di chiudere il troncone di coda posteriore ho irrobustito pesantemente la struttura per evitare flessioni indesiderate della plastica:

Successivamente ho acquistato un listello cilindrico trasparente prodotto dalla Tamiya con circonferenza di 0.8mm (è in plastica dura – non in plexiglass), dovrà avere necessariamente un alloggiamento che ho ricreato con un profilato Evergreen leggermente più piccolo come diametro; per riportarlo alle dimensioni corrette l’ho scaldato sulla fiamma di una candela e l’ho inserito a pressione sulla bacchetta trasparente. Una volta raffreddato l’ho tagliato e incollato all’interno della semi fusoliera inferiore aggiungendo dei rinforzi laterali per non farlo spostare e per sopportare meglio il peso del modello.

Vengo al cockpit: come prima operazione ho deciso di modificare leggermente la strumentazione della postazione del navigatore tagliando la plastica in eccesso e aggiungendo dei profili in Plasticard da 0.25 per dare alla palpebra e al cruscotto una configurazione più simile a quella reale (nonostante il canopy chiuso gli interni sono molto visibili alla fine).

Successivamente mi sono dedicato a piloti e seggiolini iettabili; quelli da scatola sono stati sostituiti con delle copie in resina più realistiche prodotte dalla True Detail (cui ho eliminato tutto il dettaglio già stampato sui cuscini), mentre il personale navigante proviene dalla banca dei pezzi dell’amico Fulvio (che ringrazio vivamente!) e sono dei vecchi Hasegawa ai quali ho modificato la visiera e aggiunto le cinture in nastro Kabuki (incollato con colla ciano acrilica). Per poter gestir meglio il nastro consiglio di sovrapporne due strisce in modo da ottenere delle cinghie più solide.

Sulle zone del carapace, delle alette Krueger sul bordo d’attacco e le guaine che coprono il sistema di ripiegamento delle ali i dettagli o sono appena abbozzati, o del tutto assenti. In particolare le guaine le ho ricostruite armandomi di Plasticard da 0.75mm e pazienza… tanta pazienza!

Per esperienza personale vi consiglio di lasciare qualche decimo di millimetro in più in altezza per ovviare allo spessore che l’ala acquisterà in seguito ad una mano di primer, colore, decal e trasparente finale.

Dato che i due Tornado sono rappresentati in volo e in movimento, i canopy vanno necessariamente chiusi (e questi non combaciano affatto bene né rispetto ai parabrezza, né rispetto all’alloggiamento in fusoliera). Per rendermi la vita più facile ho deciso di trattare i trasparenti come un pezzo unico incollandoli insieme grazie alla colla tappo giallo della Tamiya stesa per capillarità sui due pezzi già a contatto. Dopo diverse passate di pennellino mediamente carico si sono, infine, saldati.

Arrivato a questo punto ho incollato i vetrini sulle fusoliere stuccando, con il White Putty Tamiya, e reincidendo le zone intorno le cerniere. Purtroppo questa operazione rischia di graffiare i tettucci lucidati in precedenza con un bagno nella cera Future, e per eliminare le piccole imperfezioni ho ripassato su tutte le superfici trasparenti anche la Tamiya Modeling Wax (un vero toccasana in questi casi!). Il procedimento è spiegato in questo VIDEOTUTORIAL.

Avere un unico elemento già pronto da montare mi ha evitato qualsiasi rischio di infiltrazioni di vernice durante la verniciatura, inoltre mi ha agevolato notevolmente la posa delle decalcomanie.

Passo, ora, alle ali rappresentate a freccia massima (67 gradi): ho partorito l’idea di poter inserire le ali a modello quasi completo al fine di applicare i grandi fregi con più praticità.

Ho rimosso i perni di rotazione all’interno della fusoliera e creato una struttura interna fatta di Plasticard da 1mm che a sua volta è incollata sui numerosi rinforzi interni realizzati con sezioni di sprue. Tale struttura funge anche da guida che ha dato la giusta inclinazione finale alle due semi ali.

Come base per i modelli ho deciso di utilizzare due taglieri da cucina in bambù che, devo dire, si prestano bene alla causa: le dimensioni sono di 26cm x 34cm per 1,5cm di spessore, hanno il peso e la consistenza ideale per sorreggere i Tornado.

Come prima operazione ho svitato l’anello in metallo per appenderlo e ho colmato il foro con uno stuzzicadenti, stucco liquido e Super Attack.

In un secondo momento ho deciso di “dare un taglio” (in tutti i sensi) alla basetta facendole assumere la forma di un quadrilatero irregolare sviluppato in lunghezza questo poichè l’intera tavola in legno mi sembrava eccessivamente grande per il volume occupato dall’aereo in virata a 45 gradi.

Fatto ciò ho chiuso i micro pori del materiale con Milliput e, in seguito, White Putty Tamiya. Poi con una bomboletta acrilica da ferramenta in grigio ho dato un’abbondante mano di primer; ho volutamente creato uno spessore importante per carteggiare l’eccesso e dare alla basetta un fondo liscio e compatto. Ho stampato su carta fotografica satinata uno sfondo in movimento, ho preso le misure e ritagliato.

Successivamente ho dipinto le basi con uno smalto a bomboletta color nero lucido e ho aggiunto dei piedini di gomma antiscivolo.

E questo è il risultato finale con il supporto in plastica trasparente realizzato in precedenza.

Almeno un aftermarket me lo dovevo concedere! Ho deciso di utilizzare il bellissimo pitot della Master in metallo, tra l’altro molto facile da montare e molto resistente ad eventuali urti. Le sonde sono state fissate e raccordate ai radome con colla cianoacrilica; questa, una volta asciutta, è stata carteggiata e ha funzionato da perfetto riempitivo.

E finalmente sono giunto alla verniciatura. Su entrambi i modelli ho steso prima il Gunze Base White 1200 diluito al 60% con nitro per accelerare i tempi di asciugatura e il potere coprente del bianco, successivamente ho dipinto radome, antiriflesso e carenature per i meccanismi degli inversori di spinta in coda col Tamiya XF-1 Flat Black. L’interno delle prese d’aria è in grigio F.S. 36280, la zona della sonda RIV (Rifornimento In Volo) e delle pareti esterne delle prese d’aria a ridosso del cockpit è in nero lucido Tamiya X-1.

Prima di lucidare il modello ho deciso di dipingere preventivamente in rosso la zona intorno ai portelli del vano carrello anteriore che sarà coperta da una generosa decal; tutto questo è servito per evitare che piccole zone di bianco si intravedessero dopo la posa della decal stessa.

Non ho avuto modo di trovare il rosso suggerito dall’articolo di Valerio, il Testor 1550E, quindi mi sono affidato ad un colore che già possedevo, il Flat Red Gunze H-13. La tinta è stata lucidata prima della prova in quanto il trasparente tende a scurirla leggermente facendogli assumere una tonalità praticamente identica a quella delle decalcomanie.

Dopo aver lucidato i modelli con il Gloss Clear prodotto dalla Mr. Paint ho iniziato ad applicare le splendide decal Cartograf dalle ali e dai taileron per prendere confidenza. Sono ottime e resistenti, ma con la tendenza a diventare gommose se trattate pesantemente con i liquidi ammorbidenti.

Un consiglio che mi sento di dare, soprattutto sulle due teste di falco sul muso, è quello di rimuovere il film trasparente dove presente per evitare la creazione di piccole increspature e/o bolle d’aria che possono formarsi soprattutto sulle curve dell’aereo.

Per la testa di destra seguire le istruzioni di Valerio è fondamentale e scongiura, letteralmente, ogni pericolo di errore nell’allineamento. Per quanto concerne la sonda, invece, essa va rivestita prima di applicare il grosso disegno del rapace. Per agevolarmi il compito ho deciso di dividere in due parti anche la decal che copre il ricettacolo.

A seguire ho riprodotto la zona delle ali in grigio che non è stata interessata dalla livrea Special Color, ossia la parte anteriore che rientra nel carapace quando esse hanno la freccia minima.

Ho utilizzato il nastro rosa della Tesa molto scarico per delimitare la zona da rifinire Italian Modern Sky Gray prodotto dalla Mr. Paint col codice MRP-095. Lo stesso colore l’ho utilizzato anche per verniciare le due guaine dove si ripiegano le ali.

Fate molta attenzione quando applicherete il nastro sulle ali già complete di decal: nonostante il lucido e il poter adesivo limitato cercate di non “strappare” via le mascherature, anzi rimuovetele con estrema delicatezza in modo da non rovinare nulla.

Dopo aver terminato l’applicazione dei fregi (operazione lunga, complessa ma che regala anche tante soddisfazioni!) ho eseguito svariati ritocchi a pennello su tutte le piccole fessure che inevitabilmente le decal creano. A seguire ho effettuato un lavaggio omogeneo con un grigio medio ad olio che a causa delle numerose reincisioni e delle decalcomanie abbondanti, in alcuni punti non riesce a mettere in evidenza con precisione le pannellature in negativo (di per loro già poco definite).

La finitura finale che ho scelto per i due modelli, anche in base alle foto del velivolo reale, è data dal Semi Gloss della Mr. Paint.

In conclusione, è stato un progetto lungo e a volte complicato (soprattutto perché ho lavorato su due kit contemporaneamente). Lo stampo Italeri, come già detto e spiegato, mostra tutti i limiti dati dal peso dei suoi anni e ci vuole molta cura per poterlo assemblare correttamente.

Le fatiche, comunque, vengono sicuramente ripagate dalla vista del risultato finale: una delle più belle livree commemorative che un velivolo italiano abbia mai portato!

Buon modellismo a tutti! Mattia “Pankit” Pancotti.

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