Quello che leggerete in queste righe è il resoconto di un lavoro di restauro di un vecchio kit. Sono partito con l’intenzione di completare e riverniciare un Tornado IDS costruito da un mio amico, un modellista amatoriale, subito dopo l’uscita della sua prima edizione nel 1996 (la scatola n. 04700 dedicata ai Tornado IDS della Luftwaffe) puntando ad un lavoro semplice e veloce ma, alla fine, si è rivelato un progetto caotico e un po’ “disorganizzato”. Giunto a circa la metà del montaggio (ma sarebbe meglio definirlo “ri-montaggio”), mi sono reso conto di come molti dettagli dello stampo fossero approssimativi, assenti o dalla forma sbagliata. Alla fine, la mia coscienza modellistica non è riuscita a far finta di nulla.
Ho, quindi, deciso di modificare qualsiasi particolare fosse alla mia portata ma senza preoccuparmi di una sequenzialità logica, motivo per cui in questo articolo cercherò di ripercorrere in maniera sensata tutte le modifiche (e le torture) che ha subito il modello, e tutti gli step che sarebbe meglio seguire per evitare un doppio lavoro.
Vi auguro una buona lettura!
Il punto di partenza:
Ricordo molto bene come fosse il Tornado preso in consegna nel maggio del 2018: totalmente assemblato ad eccezione dei trasparenti anteriori, verniciato di grigio con una bomboletta da carrozzeria, incollato in modo superficiale e privo della maggior parte delle pannellature (livellate dai “generosi” strati di vernice). Partendo da una situazione quasi irrecuperabile, ho deciso di utilizzare le maniere forti conscio del fatto che, anche nella peggiore delle ipotesi, la perdita del modello non avrebbe comportato insuperabili dispiaceri. Con tali premesse ho optato per una sverniciatura totale utilizzando olio dei freni per automobili e tanto… olio di gomito!
Il procedimento ha anche indebolito il potere adesivo della colla per cui ho separato alcuni pezzi cercando di non spezzare la plastica lungo le giunzioni.
Troncone anteriore:
La scomposizione del Tornado IDS della Revell prevede due blocchi principali, con la parte anteriore che termina subito prima delle prese d’aria ausiliarie lungo le fiancate laterali. Il primo consiglio è quello di lavorare sui due tronconi ancor prima di dedicarsi al cockpit soprattutto se si vuole realizzare un modello con il canopy chiuso (come nel mio caso). Ci sono dei dettagli che possono essere notevolmente migliorati, ve li vado ad elencare:
Le volate dei cannoni:
Ho deciso di reincidere tutte le pannellature del muso e di aggiungerne altre mancanti, in particolare:
- la presa d’aria di forma trapezoidale sotto la volata destra del cannone.
- lo sportellino con la presa per la messa a terra sul lato sinistro, subito dietro la volata del cannone.
A proposito delle volate, ho corretto anche la forma rendendole più lunghe sul lato posteriore.
Vi consiglio di eseguire anche questo lavoro prima della chiusura delle due semi fusoliere poiché sono sicuro che i lavori effettuati sull’allungamento delle volate e la rimozione della plastica in eccesso siano state la causa dell’infiltrazione di polvere nell’abitacolo.
La sonda per il rifornimento in volo:
La sonda RIV e la relativa carenatura sono corte. A seguito di un confronto fotografico mi sono accorto di come questo pezzo del kit fosse in linea con tutti i dettagli di cui abbiamo già parlato ossia le pannellature approssimative e le proporzioni generali da ridefinire.
IO ho tagliato e modificato il pezzo quando questo era già incollato al suo posto, VOI potreste evitare di fare lo stesso errore utilizzando al meglio i pezzi nuovi del kit.
La sonda retratta può essere nettamente migliorata utilizzando la parte anteriore della carenatura vuota (pezzo D114) e la testa del bocchettone di rifornimento (pezzo D115), l’unione dei due risulta molto più bella rispetto alla carenatura con ricettacolo già stampato del pezzo D113. Bisogna lavorare di “taglia e cuci” ma il risultato è decisamente migliore.
Buona parte della zona anteriore deve essere necessariamente ri-pannellata vista la modifica effettuata sulle volate dei cannoni. Anche il cono del radome non è esente da interventi: ho utilizzato il pitot in resina della Master e ho modificato la zona della cerniera (i cardini sporgenti devono essere rimossi e reincisi se si vuole realizzare l’aereo con cono chiuso), poi una volta dipinto ho realizzato i dielettrici con strisce di decal color alluminio tagliate su misura.
Il cockpit:
Il cockpit rappresenta un punto molto importante per un modello di questa dimensione e ho dovuto migliorare diversi suoi elementi. Ho mantenuto la vasca originale del kit alla quale ho modificato la parte anteriore poiché si è rovinata nello smontaggio iniziale.
Ha ricevuto una verniciatura base in grigio F.S. 36320 scurito al 20% con una punta di nero, e la strumentazione principale con le console laterali sono state dipinte con colori vinilici Vallejo. Alla palpebra ho ricostruito il labbro anteriore mancante con la relativa strumentazione, e il gruppo dell’HUD rifatto in Plasticard e acetato trasparente.
La postazione del RIO è stata migliorata con aggiunta di particolari mancanti e cablaggi di vario spessore, infine è stata verniciata con una base ad aerografo e poi con colori vinilici Vallejo.
Come ultimo step ho deciso di allargare la fusoliera in prossimità della zona di battuta del canopy incollando del Plasticard dallo spessore di 0.3mm. Questa operazione mi ha permesso di aggiungere successivamente i tubi del sistema di condizionamento collegati ad ogni seggiolino realizzati con una corda di chitarra in acciaio armonico modellata ad hoc.
Ultimi elementi da inserire nel cockpit sono i seggiolini Martin Baker Mk.10A. Durante il corso dei lavori ho potuto sperimentare due diversi aftermarket, prima quelli prodotti dalla Quickboost e successivamente i favolosi seggiolini in resina della Paragon (che ho preferito) ai quali ho aggiunto qualche dettaglio come il connettore per l’ossigeno sul lato sinistro e alcune targhette in decal. Avrei potuto modificare le cinture su uno dei due sedili come consigliatomi per rendere più realistica la coppia ma non ho avuto il coraggio di metter mano su dei pezzi in resina così ben fatti. Il tutto è stato dipinto con colori vinilici Vallejo, in particolare la finitura bronzea delle cinghie è stata ottenuta mixando 50% di Bronze con 50% di Flat Yellow.
I trasparenti solitamente sono gli elementi che un modellista lascia da parte fino alla fine del lavoro, io invece sono stato “costretto” a dedicarmi subito per poter sigillare il cockpit in vista della successiva verniciatura.
Il blindo vetro è stato verniciato dall’interno con un mix di colori per riprodurre la leggera ombratura dovuta agli strati di vetro sovrapposti
- Smoke Tamiya X-19 (7 gocce)
- Trasparent Yellow Tamiya X-24 (1 goccia)
- Gunze trasparente lucido H-30 (5 gocce)
Ho dato tridimensionalità alla struttura interna dei montanti frontali con dei listelli in Plasticard, e a seguire ho stuccato il pezzo alla fusoliera reincidendo la linea di giunzione.
Un altro elemento interessante da riprodurre è rappresentato dal sistema antipioggia costituito da tre bocchettoni quadrangolari neri posti alla base del windshield; allo scopo ho utilizzato segmenti di Plasticard opportunamente sagomati.
I frame inferiori del canopy sono tremendamente spessi e ho dovuto rimuovere parecchia plastica per far posto al sistema di anti-appannamento che ho ricostruito al suo interno grazie a profilati cilindrici in plastica e nastro adesivo per creare snodi e spessori (ai pezzi è stata, poi, asportata la porzione centrale per poter chiudere la calotta senza andare a toccare gli schermi del navigatore e rispettare gli ingombri). Le maniglie sono state realizzate con l’anima di acciaio presa in prestito da una graffetta da cartoleria e gli specchietti sono stati creati con Plasticard sagomato da 0.25mm (lo specchio l’ho ottenuto con il cromo liquido della Molotow).
La striscia esplosiva che corre sopra le teste dei piloti e lungo i bordi è stampata in positivo all’interno della struttura e data la sua forma presenta non poche difficoltà nell’essere verniciata con precisione.
Le cerniere posteriori non sono state progettate per realizzare un abitacolo chiuso e per questo motivo il fitting è pessimo; il loro spessore va ridotto dall’interno per mezzo di una lima per favorire l’inserimento nelle apposite sedi. In ogni caso sarà necessario usare degli inserti di Plasticard e molto cianacrilico per colmare le fessure che inevitabilmente si formano lungo quasi tutto il perimetro, e reincidere pazientemente le pannellature perse.
Come ultimo step consiglio la re incisione dei portelli laterali, dei pannelli presenti in prossimità del vano carrello anteriore e di tutta la zona sottostante il cockpit, dove il dettaglio di superficie ha una pessima definizione ed è poco profondo.
Ho reinciso anche il radar altimetro e ricostruito in Plasticard l’antenna nera a bulbo posta accanto al vano carrello anteriore.
Troncone Posteriore.
La fusoliera del Tornado rappresenta un vero e proprio scrigno di dettagli che possono fare la differenza nel realizzare un modello in una scala così grande come la 1/32. Come fatto in precedenza procederò ad elencare tutte le parti e i dettagli che possono essere aggiunti o migliorati prima di chiudere le due semi fusoliere.
Prese d’aria:
Ho provveduto a disassemblarle, a colmare all’interno i vuoti dello stampo con del plasticard da 0.5mm e colla cianacrilica e, infine, a ricostruire le paratie a geometria variabile con foglio di Plasticard da 0.3mm. Ho modificato anche il profilo del lato più interno del bordo d’attacco perché ha un disegno curvilineo rispetto a quello esterno che è più rettilineo.
Vani Carrello:
I vani carrello possono essere dettagliati prima di essere incollati all’interno della fusoliera, tuttavia, rappresentano una bella gatta da pelare sia per fedeltà di riproduzione, sia per qualità di stampa.
In quelli posteriori ho aggiunto i fili elettrici, tubature idrauliche e altre “scatole” elettriche basandomi su foto e documentazione. Ho cablato le luci di atterraggio presenti all’interno dei portelloni e ho realizzato i fermi di protezione a sostegno dei martinetti idraulici che si applicano quando il velivolo è a terra in parcheggio.
Scarico APU:
Lo scarico dell’APU (Auxiliary Power Unit) è posizionato sul lato destro della fusoliera tra l’ala e il taileron, e nel kit è inspiegabilmente assente. Non solo la Revell ha omesso anche le pannellature nel punto dove esso è presente, ma per riprodurlo nella scatola è prevista una semplice decalcomania!
L’assenza di questo visibile particolare è inaccettabile, per questo ho deciso di forare la semi fusoliera inferiore (prima di incollarla a quella superiore) e di realizzare parte del condotto interno con Plasticard da 0.25mm.
Dopo aver reinciso anche i pannelli circostanti ho verniciato l’interno in Alclad Steel, brunito con XF-19 Smoke Tamiya e sporcato con polvere di pastello nera.
Gancio d’arresto:
Le omissioni del kit interessano anche il gancio d’arresto, di cui manca del tutto l’alloggiamento nella fusoliera ed il gancio stesso! In rosso ho segnato tutti i punti sui quali sono intervenuto per migliorare la situazione:
Rimanendo sulla stessa zona, ho deciso anche di dettagliare tutti gli sfiati carburante dei reheat (quelli di forma circolare), e gli altri scarichi presenti sul ventre, con profilati metallici; ho ridefinito i pannelli di ispezione e aggiunto le antenne mancanti.
Guaine sistema sweep wing:
Le guaine gonfiabili stampate dalla Revell hanno un disegno non del tutto corretto; esse, infatti, si interrompono nel punto indicato dalla foto ma sul velivolo reale si estendono fino all’innesto con il carapace:
Come primo step ho provveduto ad allungare l’area interessata e a migliorare le guaine stesse utilizzando un alluminio da alimenti molto morbido, opportunamente tagliato e inciso creando i rinforzi verticali che la caratterizzano, e poi adagiato su un apposito telaio che ho ricostruito.
Con del Plasticard molto sottile da 0.2mm, ulteriormente assottigliato con carta abrasiva bagnata, ho ricreato delle piastre di rinforzo nella parte inferiore del carapace e sulla fusoliera, in prossimità dei taileron.
Sfogo del vano avionica:
La scomposizione degli elementi proposta dalla Revell prevede, purtroppo, che la giunzione tra il troncone anteriore e posteriore della fusoliera passi proprio in mezzo al condotto di scarico dell’aria calda proveniente dai compartimenti avionici. La scelta è a dir poco infelice perché stuccare e carteggiare l’interno del canale è una vera seccatura. Come se non bastasse l’inclinazione e la profondità dello sfiato sono appena accennati.
Non potendo fare molto per dare un aspetto decente a questo particolare, ho preso una decisione drastica: segare via la plastica originale del kit e rifare tutto utilizzando Plasticard da 0.5mm (per la struttura portante) e da 0.3mm (per quella interna). Il nuovo pezzo, infine, è stato in un secondo momento.
Una volta stuccato con cianacrilico e rimodellato a dovere, l’inserto si è perfettamente integrato dando un aspetto decisamente più realistico a tutta la zona.
Deriva:
La deriva ha degli spessori dei bordi d’attacco e d’uscita abbastanza fuori scala, per questo consiglio di assottigliare le due semi valve che la compongono prima di unirle.
Sulla sommità sono alloggiate le due antenne RWR (Radar Warning Receiver); quella anteriore, per come è stata riprodotta, è corretta solo per gli esemplari tedeschi e inglesi e di conseguenza ho dovuto ricostruirla con le giuste forme e dimensioni ricorrendo, ancora una volta, al fidato Plasticard.
È anche necessario sezionare la base del timone dalla deriva: mi sono servito di un seghetto in fotoincisione per ottenere la giusta separazione che garantisce alla superficie lo spazio necessario alla sua rotazione.
Di seguito altre pannellature e dettagli aggiunti:
Con un foglio di alluminio ho realizzato gli scambiatori di calore alla base dell’impennaggio e i generatori di vortice che ho, poi, aggiunto in una delle ultime fasi del montaggio.
Inversori di spinta:
Il terminale della fusoliera, oltre a includere anche gli scarichi, comprende anche molti altri particolari, tra cui il meccanismo di apertura e chiusura degli aerofreni con le relative superfici mobili.
Uno studio approfondito della documentazione fotografica mi ha fatto notare come le piastre superiori dei reverser abbiano, in realtà, una forma ben diversa rispetto a quella realizzata dalla Revell. Per riportarla il più possibile al vero, ho reinciso le pannellature mancanti sul poppino di coda.
Tra i due scarichi c’è una zona molto poco curata dal produttore tedesco che può essere nettamente migliorata. Ho asportato la plastica in eccesso utilizzando la fresa di un trapano elettrico e ho ricostruito tutta la struttura con Plasticard da 0.25mm, migliorando anche il blocco degli ingranaggi dei reverser.
Una volta realizzati i dettagli mancanti si può procedere a sistemare e raccordare la deriva al dorso, dove ho modificato la dimensione sproporzionata di alcuni portelloni e aggiunto l’antenna conica del quale era provvisto il mio esemplare, M.M.7036, alla fine degli anni ’90.
Essa è realizzata in Plasticard utilizzando il set n.217 della Evergreen di profilati cilindrici di vario diametro, è stata scolpita e tornita a mano e dipinta col Gunze H-77 Tyre Black. Anche le parti laterali della fusoliera sono state nuovamente pannellate, rivettate e dettagliate con i portelli di ispezioni ovoidali mancanti; per realizzarli ho utilizzato il set di dime fotoincise della Tamiya, codice prodotto 74154.
Ali e le alette Krueger:
Rispetto alla fusoliera, le ali richiedono pochi ritocchi. Le luci di navigazione devono essere necessariamente incollate e stuccate prima di verniciare il modello ed è necessario reincidere la pannellatura che le delimita. Allo scopo mi sono costruito una dima in Plasticard sottile. Nella parte inferiore mancano delle luci di posizione circolari e si possono aggiungere i condotti di scarico d’emergenza del carburante. Questa foto mostra gli interventi effettuati sulla tip superiore e inferiore.
Nel raccordo tra ali e fusoliera sono intervenuto su due elementi fondamentali: sui bulloni che circondano i perni di rotazione delle ali, disposti in cerchio, e quelli nella parte inferiore dei carapaci che vanno spostati e reincisi nella posizione corretta.
Le alette Krueger sono state reincise dandogli la giusta forma, e ho aggiunto le tre piastre metalliche posizionate sulle guide degli attuatori che non sono presenti nel kit.
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