MiG-21 sta a Unione Sovietica come il Phantom sta all’Occidente. Questa è la semplice proporzione matematica che regolava la guerra fredda e ben conosciuta da tutti gli appassionati di quel periodo. L’argomento MiG-21 è così vasto e così vastamente documentato che non ho né il tempo, né lo spazio né la voglia (sono pigro, non vogliatemene!) per approfondirlo! Basti solo dire che esso fu impiegato su tutti i fronti e in tutti i conflitti che hanno insanguinato il nostro pianeta negli ultimi cinquant’anni, da quelli più noti (Vietnam e Afghanistan) a quelli passati sotto silenzio nelle parti più sperdute del globo. Nelle mani dei tenaci piloti Vietnamiti si dimostrò un avversario più che valido per gli americani e non erano rari i casi in cui erano proprio gli spocchiosi Yankees a uscire con le ossa rotte e appesi a un paracadute! Phantom ed F-105 furono tra le vittime predilette dei Fishbed comunisti. E nemmeno il mitico Spillone ebbe vita facile contro i MiG: chiedere ai piloti pakistani suonati a dovere dai Fishbed indiani! Meno bene per il nostro piccolo eroe andarono nel teatro medio – orientale. Negli scontri contro gli aerei israeliani, superiori in tecnologia ma anche pilotati da uomini addestratissimi e determinati a combattere per la sopravvivenza del proprio Stato, i MiG-21 furono nettamente surclassati. Se già l’avvento dei Mirage III rappresentò un grosso problema, l’arrivo dei più moderni F-15 ed F-16 significò la fine: durante gli scontri sulla Bekaa nel 1982 i MiG arabi furono annientati senza che riuscissero nemmeno a sfiorare un aereo nemico.
Note Modellistiche:
Da sempre convinto assertore del fatto che gli aerei con mimetiche a più toni fossero troppo difficili da realizzare (mai porsi dei limiti nella vita, tardi ma l’ho finalmente capito!!), quando finalmente mi sono deciso a fare “il grande passo” con il MiG-15 già pubblicato su queste colonne, mi si è schiuso un mondo! «Vuoi vedere» mi sono detto «che non solo non sono così difficili da realizzare, ma sono pure un sacco divertenti?»
Fine dell’Off Topic, veniamo a noi!
Per dare un po’ di colore alla mia vetrina, ho scelto un bel MiG-21 Bis Siriano, ambientato proprio nel 1982, molto probabilmente una delle vittime dei Falcon e degli Eagle con la stella di David. La scatola di partenza è quella Academy in 1/48, che contrariamente a quanto scritto sulla box art, non rappresenta un MF bensì un Bis. Essendo io del tutto ignorante sull’argomento, ho appreso ciò dalle recensioni lette in rete e da un confronto col guru dei MiG, Gianni Cassi, come al solito disponibile e gentile nel dissipare ogni mio dubbio! Dal momento che l’abitacolo è un po’ scarno, ho fatto ricorso a quello in resina della Neomega. A completare la lista della spesa le ruote in resina CMK e il foglio decals della Tally-Ho “Focus on Fishbed part 2” che offre una selezione di MiG ex jugoslavi tutti però nella livrea monogrigio che volevo a tutti i costi evitare oltre al mio siriano e un MF egiziano.
Costruzione:
Da un po’ di tempo la mia filosofia modellistica mi porta a fare i modelli così come escono da scatola, senza troppi patemi d’animo, ma in questo kit l’abitacolo è davvero uno scherzo, forse anche per la più piccola 1/72. Quindi un bel tiro a canestro degno del miglior Michael Jordan e i pezzi sono finiti dritti nel cestino (ovviamente centrato con gran tiro da 3 punti!). i pezzi Neomega sono sublimi a mio modestissimo parere e hanno il pregio non da poco di adattarsi perfettamente al kit di destinazione. Il segreto? In pratica i pezzi Neomega altro non sono che i medesimi del kit dettagliati alla perfezione e stampati in resina.
Capitolo colorazione: gli interni del 21 tarde serie sono in quell’azzurro turchese a detta dei piloti molto riposante (de gustibus…): ognuno ha la sua ricetta, personalmente pur avendo in casa la tinta Model Master, non volendo inquinare la cucina con i miasmi dello smalto (ho provato una volta, ci volevano le maschere anti-gas e cucinare il pesce non diventava il massimo della vita) ho usato il verde smeraldo della Gunze. Troppo verde? Troppo sparato? Può darsi, però me gusta mucho! Strumenti in nero opaco e successiva goccia di Future per simulare i vetrini, lavaggio con bruno Van Dyck e drybrush in bianco e questo primo capitolo si può dire archiviato. Per il resto il montaggio procede senza troppi patemi d’animo: gli incastri sono perfetti, forse lo scarico è da sostituire (fortunati i possessori del set MF Detail, purtroppo introvabile data la cessata attività della ditta Ungherese). Ricordatevi di appesantire il muso, altrimenti il vostro modello assumerà un poco piacevole assetto seduto.
I vani carrelli sono in grigio H-308 Gunze con lavaggio con Grigio di Payne, così come i carrelli, mentre il cono radar e i cerchi delle ruote, così come i dielettrici sono in verde H-302 Gunze.
E così in men che non si dica, eccoci arrivati alla colorazione.
Come mio solito da ormai un po’ di tempo, ho usato gli acrilici Gunze, diluiti come suggerito nei suoi articoli dal succitato Gianni Cassi: in un barattolino di Gunze metto tre o quattro pallini da pesca, poi riempio fino all’orlo con alcool rosa ed il gioco è fatto! Così sono un vera bomba e si stendono che è un piacere!
Come detto, la mia scelta è caduta su un esemplare siriano dipinto con un’accattivante mimetica a quattro toni: sabbia, con bande in verde e grigio per le superfici superiori, azzurrino per le superfici inferiori. Qui sotto i colori da me usati.
- Sabbia: H-313
- Verde: H-303
- Grigio: H-317
- Azzurro: H-67
Stesi tutti i colori (a mano libera, con l’eccezione della delimitazione fra il sabbia e l’azzurro che era netta), ho proceduto a un leggero (forse troppo… i trasparenti hanno uniformato il tutto! È tutta esperienza che verrà utile al prossimo modello) post-shading: al colore di base già diluito, ho aggiunto una goccia di bianco opaco e ulteriore alcool. Provare per credere! Quindi mano di Future e lavaggio a olio nero. Altro errore, che vedrò di evitare la prossima volta: prima di fare il lavaggio, mettere le decals e poi fare il lavaggio! Messe le poche decals (uno dei pregi di questi aerei sovietici… l’F-15 sarà ben altra musica!) ho dato un’altra mano di Future a sigillare il tutto, e poi da ultimo una passata di opaco Lifecolor. Il montaggio dei piccoli particolari ha concluso il mio lavoro.
Conclusioni:
Un kit divertente, un lavoro breve, una macchia di colore nella mia bacheca. Tutto sommato questi cattivi sono proprio affascinanti, e infatti in men che non si dica il mio scaffale di scatole si è riempito di soggetti d’oltrecortina. Credo proprio che diverrà una tematica che porterò avanti in parallelo al mio grande amore che sono e restano gli aerei della RAF.
Buon modellismo.
Alessandro Gennari.