mercoledì, Maggio 22, 2024

Kit Review – F-35B Lightning II Italeri in scala 1/48.

Annunciato con largo anticipo alla fine del 2021, dopo mesi di attesa l’Italeri ha iniziato la vendita dello stampo dedicato all’F-35B. A livello modellistico la versione STOVL del velivolo multiruolo di casa Lockheed era quella più sguarnita, con la sola scatola della Kittyhawk (oramai introvabile per la cessata attività del produttore cinese) disponibile nella scala 1/48; a dirla tutta in circolazione vi è ancora il Panda Models, che non prenderemo neanche in considerazione perché uscito troppo in anticipo rispetto agli esemplari di serie e attinente al prototipo X-35.

Ecco, quindi, che l’uscita del new tool della ditta di Calderara di Reno ha rappresentato, sin dall’inizio, un’opportunità per i tanti modellisti di portarsi a casa un modello, presumibilmente allo stato dell’arte, che prometteva bei dettagli e un corredo di opzioni davvero interessanti. Le aspettative sono state soddisfatte? Se avrete la pazienza di leggere questa recensione lo scoprirete.

Partiamo subito da un fermo presupposto: il kit viene commercializzato ad una cifra di poco superiore ai 70€ (salvo pre-order o scontistiche dei vari negozi), somme che non eravamo abituati a vedere applicati ai prodotti Italeri. Tale ammontare ha sorpreso molti appassionati (anche all’estero, leggendo i vari forum dei paesi anglosassoni) che da subito hanno iniziato a sperare in un kit “Tamiya quality”, come più di qualcuno ha scritto. Ma passiamo all’esame dei pezzi…


Molti di questi, purtroppo, presentano dei fastidiosi segni di ritiro dello stirene o degli estrattori in punti che rimarranno comunque in vista.

Oltre a quanto detto, si notano anche delle zone dove il dettaglio e le pannellature perdono di definizione e/o spessore; è il caso, ad esempio, di una delle bombe JDAM o del condotto del motore dove i bulloni in prossimità della linea di giunzione tendono ad appiattirsi. A proposito del condotto, l’accoppiamento delle due valve, nonostante l’allineamento dato dai pin di riscontro, è comunque molto impreciso (addirittura la centina dello snodo, indicata dalla freccia in rosso, non è continua tra le due parti) e questo costringe il modellista ad un tedioso lavoro di stuccatura e carteggiatura che, inevitabilmente, porterà ad una perdita dei particolari.

I petali dell’exhaust sono, tutto sommato, buoni ma lo spessore della plastica è tale da vanificare quasi del tutto la bontà del pezzo. I portelloni che chiudono il motore nella parte inferiore, invece, hanno un dettaglio interno e spessori abbastanza di fantasia, oltre ai bordi con profili non proprio come il vero:

Fonte theaviationist.com – Credit to Roberto Resnigo

Gli pneumatici sono rappresentati con un effetto peso davvero esagerato, a tal punto che sembri mancare un pezzo del battistrada. Per sanare la situazione sarà indispensabile ricorrere ad un set aftermarket in resina, purtroppo.

Parlando dell’abitacolo, il cruscotto ha qualche approssimazione (in particolare manca il pannellino con gli switch evidenziato in foto), mentre il seggiolino è accettabile pur avendo qualche vizio sulla forma dei rostri frangi-plexiglass e sul retro del poggiatesta.

In fotoincisione sono fornite anche le cinture di sicurezza per completarlo, ma la loro fattura non è eccelsa.

Sulla vasca nulla da segnalare ma è stata omessa la sede di uno dei ganci di chiusura del canopy che sul reale sono in totale quattro (Italeri ne ha rappresentate solo tre per lato)

Sulla palpebra è stampata una pannellatura non completa che si “perde” nello stirene (evidenziata nell’immagine). Il difetto è presente su entrambi i lati.

L’alloggiamento della ventola alle spalle del cockpit ha un buon dettaglio ma le sedi dei chiavistelli, che assicurano il portellone una volta chiuso, mancano totalmente del meccanismo e relative guarnizioni (evidenziate in foto dalla freccia arancione). Sempre a proposito del portellone, i rinforzi stampati sul lato interno appaiono troppo pronunciati rispetto al reale e carenti delle tante viti che fissano il pannello, mentre i braccetti di rotazione con gli attuatori idraulici risultano approssimativi e sproporzionati.


Buono il vano e la scaletta di accesso anche se con qualche semplificazione che vedete nella foto sotto.

Le stive armamenti lasciano qualche perplessità a causa della quasi totale assenza dei condotti idraulici e dei fili elettrici. C’è da dire che quelle reali sono molto affollate e stampare tutti i cavi e accumulatori di pressione sarebbe stato praticamente impossibile da parte della Italeri, ma quei pochi riprodotti sullo stirene hanno degli andamenti alquanto dubbi e fanno apparire le baie parecchio spoglie.

Belli, al contrario, i braccetti dei portelloni; meno belli quelli dei rail dei missili che, oltretutto, hanno una forma non proprio realistica (freccia arancione nelle foto nel batch qui sopra).

I carrelli sono tra le noti più dolenti del kit. Sono carenti di alcuni cinematismi, dei ganci “tie down” per l’ancoraggio a terra o sui ponti delle unità navali ma, soprattutto, le linee idrauliche (direttamente stampate) sono veramente approssimative; alcune si interrompono senza connettersi ai raccordi, altre hanno uno schema di pura fantasia. In generale l’aspetto che restituiscono è molto approssimativo e converrà eliminare tutti i dettagli per auto costruirli con materiali più idonei (come i classici fili di piombo o rame) e più in scala. Da segnalare anche che le gambe di forza principali si presentano molto “magre” come diametro risultando esili.

Gli armamenti forniti nel kit offrono vasta scelta per varie configurazioni e sono di buona fattura (apprezzabile anche la possibilità di optare per il gun pod). Purtroppo, le stesse considerazioni non valgono per i piloni subalari che sono carenti delle tante viti a testa piatta e dell’hinge point dove si infila il perno per la corretta separazione dei carichi esterni.

Una delle caratteristiche più evidenti degli F-35 (tutte le versioni) sono i pannelli RAM (Radar Absorbent Material) applicati sulle superfici dei velivoli. Guardando il kit il loro spessore appare decisamente esagerato per la scala del quarto di pollice ma, in ogni caso, il problema è facilmente risolvibile carteggiando le “costolature” per riportarle alle giuste dimensioni. Quello che non è ovviabile con facilità è l’errata conformazione di alcuni (troppi) di questi pannelli:

Come si nota nell’immagine numero 2 (evidenziate in verde), le difformità sono molte e per sanarle occorre eseguire un lavoro molto oneroso a carico del modellista.

In giallo, invece, è lo scarico dell’Auxiliary Power Unit. Anch’esso è molto abbozzato ed errato nella sagoma.

In rosso è marcata la posizione del Radar Reflector (il dispositivo è utilizzato per rendere visibile il velivolo quando non opera in bassa osservabilità radar) e di una piccola bugna, entrambi gli elementi sono stati riprodotti in posizione troppo avanzata rispetto alle baie armamenti.

Sul dorso la situazione è quasi peggiore, con i pannelli contraddistinti dalla lettera A e B (nella foto numero 1) che sono incisi quando dovrebbe essere in positivo, seppur meno pronunciato.  I due Radar Reflector superiori, sul vero quasi allineati alle derive, sono invece troppo spostati all’esterno. Modificare la loro posizione non è comunque possibile perché tutto il disegno dei pannelli radar assorbenti è troppo largo e andare a toccarlo significherebbe dover rifare tutti i dettagli sul dorso. Per dovere di cronaca, e per nostra curiosità, abbiamo controllato anche il “fratello minore” in 1/72 della stessa Italeri riscontrando molti degli errori riportati su questo 1/48 (eppure, all’epoca della sua prima uscita, la quasi totalità delle recensioni avevano usato toni molto entusiastici e non segnalavano le inesattezze).

Concludiamo accennando alle decal che sono stampate dalla Cartograf: sature e ben in registro, più di qualche dubbio permane sul grigio più chiaro delle coccarde italiane che contrasta molto poco con la tonalità del disco più esterno.

In conclusione, questo kit lascia l’amaro in bocca per molti motivi: il prezzo a cui viene proposto sarebbe giustificato solo da un’accuratezza e una precisione dei dettagli che, lo ripetiamo, non abbiamo purtroppo riscontrato. Con dei costi di acquisto minori siamo (quasi) sicuri che più di qualche appassionato avrebbe chiuso un occhio ma, data la situazione, non si può non storcere il naso e sorvolare sulle tante carenze.

Non vi è dubbio che questo prodotto otterrà comunque un buon successo commerciale (del resto l’F-35 è il velivolo del momento ed è stato adottato da paesi con un importante bacino di modellisti pronti a mettere mano al portafogli), ma viene spontaneo chiedersi… perché non fare le cose per bene e, finalmente, realizzare quel salto di qualità che porterebbe l’unica ditta italiana a competere (realmente) con i competitor esteri?

In chiusura, vi lasciamo anche un link per un ulteriore spunto di riflessione. CLICK QUI.

Buon modellismo.

Foto: Jacopo Ferrari.
Testo: Jacopo Ferrari e Valerio D’Amadio.

www.modelingtime.com/forum

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