Per quelli che…:
… arrivati a casa si appartano subito in un angolino, aprono la scatola appena acquistata e si guardano rapiti il contenuto;
… armeggiano poi avidamente staccando le fusoliere per cogliere subito le dimensionie la sagoma;
… consultano il foglio delle istruzioni e dei colori, confrontando il tutto con le foto;
… pensano che tra i momenti più appaganti del modellismo, in assoluto, questo sia il più bello…
Bene guys!
Se siete tra questi, allora, il Mirage IIICJ Eduard è il kit che fa per voi: plastica, tanta plastica, librettino di istruzioni e colorazioni, foglio decals suntuoso e coloratissimo con numerose varianti, fotoincisioni per il seggiolino, mascherine pretagliate! Insomma c’è tutto! Non abbiamo veramente quasi nessuna scusa per mancanza di alternative o aftermarket per non iniziare questo kit. Certo non ci sono limiti (carta di credito a parte) che il modellista si ponga per portare a termine un dato soggetto ma Eduard, in questo caso, ci da una grossa mano per levarci ogni incertezza.
Montaggio:
La prima cosa che salta subito all’occhio ed al tatto del modellista è la plastica del kit, molto morbida, troppo forse. Difatti il mio kit presentava una notevole svergolatura sia di una delle semifusoliere che della parte inferiore delle ali (che diventa zona pozzetto anteriore). A tentare di piegare le parti, forzandole, si rischia di vedere subito una preoccupante riga bianca sulla plastica segno di una rottura imminente. Inoltre si può notare anche come siano minime anche le superfici di riscontro per l’incollaggio e bisogna porre molta attenzione nell’allineamento delle semifusoliere. Attenzione anche durante l’inserimento della “vasca” dell’abitacolo tra le fusoliere perché se l’incastro delle parti non avviene correttamente creandosi una forzatura si rischia di ritrovarsi un Mirage con il muso a “banana”. Quindi, fate molte prove a secco e verificate che la chiusura sia perfetta, al limite togliete plastica in eccesso.
Per fortuna la Eduard ci fornisce un peso di piombo sagomato da infilare nel cono radar cosa che semplifica la vita. Anche la palpebra del cruscotto è un po’ sovradimensionata e il montarla così com’è fa rischiare che il parabrezza trasparente rimanga sollevato di qualche decimo di mm dalla battuta di incollaggio. Perciò levate anche qui un po’ di plastica dai lati della palpebra e fate prove a secco con il vetrino. Dopo viene il turno delle ali, scomposte in tre parti principali e che permettono tra l’altro la possibilità di “smuovere” un po’ le superfici mobili. Anche qui attenzione a seguire bene le istruzioni per i vari alettoni. Il montaggio delle prese d’aria e della parte interna è un po’ cervellotico, ma risolto questo oramai il nostro elegante modellino è praticamente tutto montato. Bisognerà ora porre solo attenzione alla fase di stuccatura e carteggiatura specie se abbiamo intenzione di riprodurre un velivolo in metallo naturale.
Verniciatura :
sicuramente la “ragione d’essere” della scatola sono gli esemplari con i “triangoloni gialli” di identificazione dipinti sulle ali durante la guerra dello “Yom Kippur”.
Questi attirano molto la nostra attenzione specie se oramai siamo modellisti assuefatti da insegne a bassa visibilità e dal “tutto grigio” ma, fermandoci un attimo di più a sfogliare il librettino delle colorazioni fornito dal kit, ecco che potremmo dirigere anche le nostre attenzioni su una finitura che è sempre stata lo spauracchio tramandatosi di padre in figlio per generazioni intere di modellisti: il metallo naturale ovvero il non colore per eccellenza!
Per quel che mi riguarda tale finitura, se da una parte è molto spettacolare ed esalta non poco le linee eleganti del prodotto Dassault, dall’altra è sempre stata per me di difficile attuazione per la delicatezza dei colori metallici tipo smalto o Metalizzer lucidabili che non sopportano le manipolazioni eccessive o mascherature…..almeno fino ad ora.
Ho subito scartato i famosi Alclad vietati in casa per la loro puzza oramai leggendaria. La mia scelta è caduta quindi su due colori Tamiya acrilici: Flat Aluminium e Chrome Silver. A prima vista sembrano uguali ma una volta spruzzati la differenza tra i due si vede. Ho dato una prima mano di Silver, dopodiché, verificato che non ci fossero imperfezioni di sorta, ho fatto un esperimento: ho passato su tutto il modello la cera Future a pennello. Si: a pennello. Ho scoperto infatti che la cera data con questo strumento si stende meglio che non ad aerografo, o meglio, il risultato per me è migliore che non quando uso l’aerografo. Questo fa si che il modello sia manipolabile e, soprattutto, mascherabile, visto che avevo in mente di non usare molte delle decals rosse usate per rappresentare le zone di avviso di pericolo del velivolo ma, di verniciarle direttamente. A questo punto ci ritroviamo con un modello interamente argento cosa molto noiosa visivamente, sarà dunque necessario differenziare alcuni pannelli del velivolo a testimonianza dei diversi materiali usati nella costruzione.
Qui saranno indispensabili foto del velivolo reale per capire dove sono le differenze. Una volta individuate le aree si mascherano si spruzzano con il Flat Alluminium sia puro che miscelato con una punta di nero, oppure di azzurro o marrone per differenziare i materiali ma anche il grado di “cottura” del metallo in determinate zone. Fatto questo il modello comincia a dare “soddisfazione” visiva. Ulteriore “botta di vita”: a bassissima pressione ho ripassato con nero diluitissimo i pannelli del modello. Si può ora dipingere il radome grigio scurissimo (mai usare il nero puro!).
Mascherature:
Ora viene il bello, ma se non siete amanti del brivido potete passare allo step successivo usando le decals della scatola, altrimenti proseguite pure la lettura ma tenete conto che se sbagliate in questa fase potreste anche esaminare la possibilità di dover ricominciare tutto da capo sverniciando completamente il modello. Sulle prese d’aria del Mirage sono presenti delle aree curve di delimitazione e di avviso pericolo. Inoltre sulla deriva, per la versione da me scelta, c’è anche uno chevron insegna di reparto.Ripeto ci sono le decals (le decals Eduard dello chevron però sono di colore errato), ma il risultato ottenibile con le mascherature è senz’altro superiore. Eduard fornisce le mascherine autoadesive ma io, con il mio inguaribile masochismo modellistico, ho provveduto da me con il famoso e ottimo nastro telato da carrozziere. Prendendo a base le decals ho disegnato sul nastro il profilo dopodiché, dopo una bella ulteriore passata di Future a pennello, ho mascherato ed ho iniziato a spruzzare il rosso sulle prese d’aria (incrociando dita delle mani, dei piedi e tutto ciò che altro potevo).
Ho usato il rosso non puro ma spento con una punta di bianco (occhio che non diventi rosa!!!) e giallo. Buona la prima, buona la seconda ed il peggio è passato! Gli “chevron” in coda diventano una passeggiata dopo le prese d’aria. Per quest’ultimo la Eduard ha toppato clamorosamente il colore delle decals fornendoli di colore blu! Errore: il colore per il 119° squadron era il rosso!!!
Finitura e decals (o viceversa!):
Ora passiamo a dare un bel lavaggio di “terra di Siena” ad olio nelle pennellature facendo debordare sempre un po’ il colore dato, questo per poter poi sfruttare il leggero effetto filtro nella successiva fase di pulitura. Si possono ora mettere le decals facendo attenzione soprattutto alla delicatezza delle walkways sulle ali. Incolliamo i carrelli facendo attenzione al particolare angolo convergente di quelli principali, mettiamo i portelli, i serbatoi (scelta tra quelli tipo supersonico o da 825 Lt.), il tettuccio e l’armamento. Io ho optato per serbatoi supersonici e due Aim-9 D Sidewinder.
Insegne e collocazione storica:
Il modello rappresenta un Mirage III CJ (“Shahak” per l’aviazione israeliana) numerale “768” in servizio nel 119° squadron durante la “Guerra dei Sei Giorni” nel 1967. Con questo velivolo il pilota Avraham Salmon abbatté nel giugno del 1967 due MiG19 Egiziani.
Conclusione:
Un bel modello nel complesso dove l’unico difetto, o almeno per me tale, è la morbidezza eccessiva della plastica che può provocare deformazioni indesiderate. Per il resto sono un fanatico delle belle linee morbide ed eleganti del Mirage IIIC che sonostate ben catturate dalla Eduard. La colorazione metallica infine non fa che esaltare la purezza delle forme e la cui riuscita in modo soddisfacente è fonte di appagamento modellistico assoluto (ma anche per ogni modellista che si accinga tale finitura credo sia lo stesso).
Buon modellismo a tutti! Massimo – PitchUp – De Luca da Livorno.
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[…] allora di colorazione metallica che, avendo fatto tesoro delle esperienze maturate col Mirage e del ‘104 AMI entrambi in NM, ho ulteriormente potuto esplorare con altre ulteriori […]