sabato, Dicembre 13, 2025

Aftermarket Review – T/RT-33 Conversion & Upgrade Set in scala 1/48.

A distanza di pochi mesi dalla prima recensione sui set di conversione e dettaglio della Mister Kit (click QUI per leggerla), sono di nuovo qui a parlarvi degli ultimi prodotti messi in commercio dalla ditta milanese, ugualmente realizzati in collaborazione con Andrea Paternieri. Questa volta il soggetto scelto รจ uno dei velivoli che hanno composto la spina dorsale della nostra Aeronautica Militare negli anni โ€™70: il Lockheed RT-33. Gli articoli che presenterรฒ in questa review sono ideati su base del kit Great Wall Hobby dedicato al T-33 nella scala del quarto di pollice, e sono composti da un mix di parti stampate in resina 3D e altre realizzate in resina poliuretanica con metodo classico (stampo in gomma siliconica).

MK-4806 โ€“ RT-33A Conversion Set:

Il primo aftermarket sotto la lente dโ€™ingrandimento รจ il piรน corposo e, soprattutto, il piรน importante poichรฉ permette di trasformare la versione da addestramento in quella fotografica.

Cockpit: la vasca รจ realizzata completamente in 3D, cosรฌ come le scatole avioniche sistemate nellโ€™alloggiamento alle spalle del pilota. Questโ€™ultime rappresentano la configurazione piรน tarda e sono corrette per gli esemplari proposti dal set, ad eccezione del CT-31 di cui parlerรฒ nel capitolo decalcomanie. I particolari sono ben riprodotti e nitidi, con i layer di fusione appena percettibili e, comunque, facilmente eliminabili con una mano di Mr. Surfacer della Gunze.

Con lo stesso metodo sono ricavati anche i seggiolini di cui vengono fornite due copie (benchรฉ ne occorra solamente uno, quello rimanente potrร  tornare utile per futuri progetti).

Inoltre, nella confezione รจ inclusa anche una lastrina di fotoincisioni pre-colorate, prodotta dalla Eduard, con una dotazione completa di cinture di sicurezza e altri particolari. Da segnalare che i braccioli dei sedili sono posti troppo in avanti e che, su quello di destra, lโ€™imbottitura non รจ correttamente realizzata poichรฉ realmente cโ€™รจ solo un โ€œpadโ€ piรน piccolo (come si puรฒ vedere dalla foto).


Oltre a questo ci sono anche delle piccole paratie laterali, normalmente non presenti sui sedili utilizzati dai nostri velivoli (come osservabile in foto e documentazione) , e che vanno rimosse. A conti fatti, รจ piรน conveniente separare direttamente i braccioli, apportare le necessarie modifiche per fargli assumere un aspetto piรน realistico e, infine, incollarli nuovamente nella posizione corretta.  


I cruscotti forniti sono due: il primo corrisponde alla versione classica di fabbrica, come quella riportata su manuale di volo, con la โ€œscatolaโ€ per la gestione degli apparati fotografici fissata al centro, sulla parte superiore. รˆ importante tenere presente che gli RT-33 italiani non sono mai stati utilizzati nel ruolo di ricognitori e, di conseguenza, le fotocamere non furono mai utilizzate.


Il secondo tipo รจ la versione โ€œlateโ€ aggiornata con il pannello di controllo e gestione del DELMAR Towed Target System, che era removibile e poteva essere montato anche senza che tutto il sistema di traino bersaglio fosse montato (come si puรฒ notare da alcune foto). Anche qui, perรฒ, รจ da tenere conto che tale compito era affidato solo alla 636ยช Squadriglia del 36ยฐ Stormo, alla 651ยช Squadriglia del 51ยฐ Stormo e al CAT di Decimomannu, perciรฒ tale pannello non poteva sicuramente essere presente sui velivoli di altre squadriglie come, ad esempio, la 609ยช cui era assegnato il 9-35 proposto nelle decal (volendo realizzare tale esemplare il pannello del DELMAR va eliminato).


Interessante la scelta di stamparli con resina trasparente e di fornire la strumentazione in decal da applicare sul retro; un buon metodo per dare la giusta profonditร  agli strumenti e dare un tocco di realismo maggiore.

Lโ€™RT-33 manteneva la stessa struttura dellโ€™abitacolo di un normale T-33 ma in quello posteriore montava un serbatoio ausiliario di carburante su cui era fissato il rack dellโ€™avionica. La parte finale del pezzo in resina presenta alcune imprecisioni, come si puรฒ vedere dalle foto, che non correggono gli errori giร  presenti sul kit della GWH. La zona sarร  comunque poco visibile una volta incollato il tettuccio.


Muso: la zona piรน interessata alle modifiche รจ, appunto, quella del muso che cambiava molto rispetto allโ€™addestratore. Tutta la parte anteriore รจ un blocco unico di resina trasparente, ben colata e priva di bolle, che sostituisce in toto lo stirene del kit e necessita di un certo adattamento per essere installata. Ovviamente, sia per la difficoltร  della lavorazione, sia per i tagli da realizzare in punti particolarmente delicati, le operazioni richiedono una certa manualitร  ed รจ sconsigliata ai modellisti meno esperti. Il pezzo รจ stato realizzato a mano partendo da quello originale in plastica e, osservandolo da vicino, purtroppo presenta piรน di qualche errore. Anche in questo caso, un confronto fotografico รจ il miglior modo di capire le differenze.

Foto 1: le forme e dimensioni delle finestrature inferiori lasciano delle perplessitร , soprattutto per ciรฒ che concerne la numero uno e la due. Appaiono, inoltre, molto strette in larghezza ma questo dipende dallโ€™ampiezza ridotta della parte inferiore del pezzo. Le frecce in rosso mettono in risalto un andamento abbastanza incerto dello spigolo, difetto identificato su entrambi i lati.


Foto 2: guardando il muso da davanti, esso appare molto raccordato nei punti evidenziati in rosso. Questo, conseguentemente, fa assumere anche al dielettrico un aspetto molto โ€œmagroโ€. La finestra circolare per la fotocamera frontale รจ spostata in basso ed รจ troppo piccola come diametro. Comunque, in generale, non sembra esserci la dovuta simmetria tra lato destro e sinistro.


Foto 3: le frecce in bianco evidenziano delle difformitร  nel profilo inferiore (dove la linea che parte dal vano carrello anteriore dovrebbe essere molto piรน piatta, per poi cambiare inclinazione in corrispondenza della finestra frontale con piรน evidenza rispetto al pezzo in resina) e nella parte bassa del muso, dove si crea una curva troppo dolce. La freccia in rosso, invece, indica una difformitร  nellโ€™altezza della finestra per la fotocamera laterale che sul set ha misure ridotte rispetto a quella reale.


Foto 4: Il profilo superiore si raccorda al dielettrico (che conteneva lโ€™antenna ADF AN/ARN-6) con una curva poco pronunciata quando, nella realtร , questa scende piรน ripida nel punto indicato in giallo.


Foto 5: nel punto indicato le forme dovrebbero essere piรน squadrate e con gli spigoli piรน evidenti.


Foto 6: da questa immagine รจ possibile osservare il particolare andamento della linea di pannellatura in corrispondenza dellโ€™alloggiamento per la fotocamera laterale, che sul set รจ rappresentata dritta.



In linea di massima, anche le incisioni andrebbero riprese e corrette perchรฉ alcune hanno un tratto non proprio pulito e con profonditร  diverse. Da segnalare la fornitura di un foglietto in vinile con delle utili mascherine pre-tagliate per i vetri degli alloggiamenti fotocamere.

Ruotino e altri particolari: nella confezione sono incluse anche delle griglie di sfiato da applicare inferiormente e che sostituiscono quelle stampate sul kit, dando maggiore profonditร .

Cโ€™รจ anche il ruotino anteriore, anchโ€™esso in 3D (ricordo, per completezza, che gli RT-33 dellโ€™A.M. hanno utilizzato diversi tipi di cerchioni durante la loro vita operativa, questo proposto รจ identico a quello che poteva essere montato anche sugli F-86K). Ad unโ€™analisi piรน approfondita si puรฒ notare che i fori di alleggerimento non hanno il giusto profilo e sono piรน piccoli del dovuto. Da aggiungere, con autocostruzione, la staffa di sicurezza del tappo a copertura del mozzo.


Decalcomanie: sono realizzate su supporto unico dalla Fides Grafica di Verona, per cui sarร  necessario scontornarle con accuratezza al fine di eliminare il film in eccesso. Il loro spessore non รจ trascurabile ed รจ caldamente consigliato lโ€™impiego di vari strati di trasparente per livellarle a dovere. In compenso, i colori sono saturi e con la retinatura invisibile ad occhio nudo. Buoni anche gli stencil, con i testi ben leggibili, pur se alcuni di questi risultano un po’ fuori scala. Anche in questo caso ho proceduto con un confronto fotografico:

CT-31 (53-5631): era un ex esemplare turco assegnato al Centro Addestramento al Tiro (CAT) di Decimomannu. Come accennato allโ€™inizio di questa recensione, le poche foto del velivolo reperibili, soprattutto su pubblicazioni cartacee (Nicola Malizia โ€“ Lockheed T/RT-33 โ€œStoria di un addestratoreโ€, pag. 44 e pag. 88), mostrano come lโ€™avionica era del tipo โ€œearlyโ€ e differente da quella proposta dal set. Dalla documentazione, inoltre, รจ possibile capire che le decal presentano varie difformitร  nella foggia dei numeri di carrozzella ma, in particolare, nellโ€™aspetto dello stemma applicato sulla deriva. Quello raffigurato era tipico dei T-33 dove mancava la fascia bianca sopra allo scudetto nero, e questa andrร  aggiunta tramite verniciatura o decalcomania di recupero. Tra gli stencil sono assenti i simboli del pacco batterie, del generatore elettrico e del punto di sollevamento, tutti concentrati sulla parte sinistra del muso tra i numeri di carrozzella (i simboli sono ben visibili a pagina 88 del giร  citato volume di Malizia).


  • 36-39 (53-5396): esemplare assegnato alla 636ยช Squadriglia del 36ยฐ Stormo. Anche in questo caso, purtroppo, รจ da segnalare una diversa forma dei numeri nei punti indicati in foto. Sul foglio istruzioni รจ riportato il 1983 come anno di utilizzo di questo velivolo quando, in realtร , i T-33/RT-33 italiani furono radiati nel 1982.

  • 9-35 (53-5594): esemplare assegnato alla 609ยช Squadriglia del 9ยฐ Stormo, attualmente preservato al museo dellโ€™Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Le cifre appaiono troppo basse (oppure troppo larghe) con conseguente โ€œschiacciamentoโ€ delle forme interne messe in evidenza dalle frecce. Come nei casi precedenti, vi รจ unโ€™imprecisione nella data sulle istruzioni (1983); le referenze fotografiche lo mostrano operativo fino al 1981.

  • 51-83 (53-5668) esemplare assegnato alla 651ยช Squadriglia del 51ยฐ Stormo. Il velivolo di Istrana รจ, invece, sostanzialmente corretto.

Il prezzo al pubblico รจ fissato a 40โ‚ฌ.

MK-4809 โ€“ RT-33A Delmar Tow Target System:

Come accennato qualche riga sopra, in seno allโ€™A.M. gli RT-33 furono largamente utilizzati come velivoli per traino bersagli. Questi potevano essere la classica manica in rete tessuta per lโ€™addestramento al tiro Aria/Aria, oppure il sistema Delmar previsto per lโ€™allenamento al tiro delle unitร  navali e terrestri. Il complesso era costituito da un pod denominato AERO-43 che conteneva un rocchetto di cavo dโ€™acciaio lungo circa 5000 metri, e un target AERO-36A (in Italia comunemente chiamato โ€œbombettaโ€) costruito in materiale leggero di fibre pressate al cui interno erano alloggiati degli elementi radar riflettenti che permettevano ai sistemi di puntamento di agganciare e seguire il bersaglio. Per dovere di cronaca, i nostri RT-33 usarono anche lโ€™AERO-42 (non previsto in questo accessorio) su cui venivano montati degli artifici pirotecnici (tipo flare) ed era deputato allโ€™addestramento per i missili a guida IR.


Il set รจ composto da quattro pezzi in resina 3D comprendenti la bombetta e il cestello su cui si alloggiava, il pod e lโ€™elica della turbina a vento (in base al calettamento delle palette il filo veniva svolto o ritirato).

Lโ€™unica parte in resina poliuretanica รจ il pilone che veniva agganciato sotto lโ€™ala e a cui era saldata unโ€™asta che teneva in posizione il target; osservandola si ha lโ€™impressione che sia piccola come circonferenza e non perfettamente dritta (a causa della lunghezza del pezzo, la resina tende a curvarsi), per questo sarebbe meglio ricostruirla con un tondino di ottone opportunamente lavorato.


La bombetta ha la corretta dimensione in lunghezza (98 pollici/248 centimetri nella realtร , 5,18 cm in scala) ma appare un po’ magra nel diametro del corpo. Da sagomare meglio, invece, le alette che presentavano degli angoli stondati anche sui bordi dโ€™uscita.


Il pod รจ quello che, purtroppo, ha maggiori difetti: il corpo รจ troppo affusolato ma lโ€™imperfezione รจ comunque poco visibile, soprattutto montando il pezzo sotto al modello. La pecca che appare, invece, piรน evidente riguarda la forma e dimensione della bugna laterale da cui fuoriusciva il cavo: questa รจ eccessivamente corta, poco sporgente e falsa di molto le fattezze dellโ€™intero pezzo perchรฉ lโ€™errore si ripercuote anche sulle pannellature che corrono in quel punto (e sulle decal che sono abbastanza sovradimensionate).



Lโ€™accessorio potrebbe essere sfruttato anche per altri tipi di velivoli come, ad esempio, i G.91 R tedeschi o gli F-8 Crusader della U.S. Navy, ma il pilone incluso nella scatola รจ peculiare per i soli T o RT-33 (quindi deve essere ricostruito da zero in base al tipo specifico di aeromobile). Da specificare che questa tipologia di Delmar, invece, non รจ compatibile con i sistemi impiegati dalla Royal Canadian Air Force che impiegava una versione specifica.


Il prezzo al pubblico รจ fissato a 12โ‚ฌ.

MK-4807 โ€“ (R)T-33 Main Landing Gear Bays:

Il pozzetto carrello include anche i vani aerofreni, e sostituisce integralmente il pezzo originale del kit Great Wall Hobby. Stampato anchโ€™esso in 3D, ha buoni dettagli e, nel complesso, รจ davvero ben fatto. Puรฒ essere applicato anche ai classici addestratori e la sua installazione รจ abbastanza semplice. Assente lโ€™alloggiamento per il carrello anteriore per cui sarร  necessario sfruttare le parti da scatola.

Il prezzo al pubblico รจ fissato a 12โ‚ฌ.

Conclusioni:

Se appena uscรฌ il prodotto della GWH il modellista italianofilo poteva sperare in una versione mainstream dellโ€™RT-33, col passare degli anni lโ€™aspettativa รจ scemata progressivamente fino a sparire. I prodotti presentati in questa recensione, quindi, rappresentavano unโ€™opportunitร  praticamente irripetibile per poter aggiungere alla nostra collezione uno dei velivoli iconici della nostra Aeronautica Militare.

In definitiva i set della Mister Kit hanno il retrogusto amaro di unโ€™occasione mancata: si nota una certa differenza, in termini di qualitร , tra i pezzi ottenuti col metodo 3D (piรน belli e maggiormente accurati) rispetto a quelli lavorati a mano che, come detto, mostrano varie imprecisioni (non facilmente risolvibili). Tutto ciรฒ, unito ad un prezzo abbastanza elevato (seppur i set forniscono molto materiale), forse fa pendere la bilancia su un giudizio non del tutto positivo. Un peccato.

Un ringraziamento particolare va ad Andrea Pinto che si รจ occupato della ricerca storica e tecnica per realizzare i confronti fotografici. Senza il suo aiuto questa recensione non sarebbe stata completa.

Buon modellismo a tutti, Valerio Starfighter84 Dโ€™Amadio.

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