Aurelio, non vorrei sembrarti presuntuoso e non vorrei assolutamente traviare altri modellisti, di comportamento dei materiali un pochino me ne intendo e ti assicuro che non c'è alcuna
violenza in quello che faccio.
Ma forse non mi sono spiegato bene.
La duse del Talon (che è una bella bestia), dopo averla tenuta un po' a mollo, sempre tenendola immersa nello chanteclair, la pulisco usando lo scovolino da denti infilandola dalla parte posteriore. Il movimento a stantuffo dello scovolino spinge del liquido di pulizia attraverso il foro d'uscita della duse. Successivamente la sciacquo sotto l'acqua calda, tanto che noto lo zampillino di acqua che esce dalla punta. (ogni doppio senso è assolutamente involontario).
Per i casi più ostinati (un po' di "melma" di colore all'interno della duse anche dopo l'ammollo) o per le microscopiche duse (o dusi) del Krome o del Sotar, per le quali non posso usare scovolini, spezzo uno stuzzicadenti in modo che resti scheggiato (o come si dice dalle tue parti
scardato 
).
La punta della parte scheggiata in buona sostanza, è costituita da poche fibre di legno, per giunta rammollite dal liquido di pulizia. Con questo pulisco, con estrema delicatezza, le pareti interne della duse (fuoriesce del liquido dalla punta sempre per effetto stantuffo) tuttalpiù sempre con estrema delicatezza fa capolino qualche fibra di legno sporca di colore della punta scheggiata dello stuzzicadenti. Anche in questo caso sciacquo sotto l'acqua calda e controllo che il lume della duse sia libero.
Ti assicuro, nulla di cruento...
MI associo comunque alle tue cautele: è' importante non forzare nulla attraverso i fori di uscita delle duse/i, neanche utilizzando "attrezzi" apparentemente teneri, tanto meno filini di metallo, perché gli spessori della duse sono minimi e potrebbero aversi slabbrature del foro, deformazioni delle pareti e quindi inefficienza dell'aerografo.