Durante il mio ultimo viaggio a Londra, come sono solito fare, ho approfittato di qualche ora libera per fare visita al mitico shop di Hannants nel quartiere Colindale, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e distante pochi metri dal museo della RAF di Hendon (un must per appassionati e modellisti, se non ci siete mai stati ve lo consiglio caldamente). Tra le molteplici scatole in vendita c’era questo soggetto della Academy (re-box Accurate Miniatures) che mi faceva l’occhiolino dallo scaffale, ma senza ancora convincermi del tutto. Giusto uno stand più in giù, neanche a farlo a posta, si intravedeva un bellissimo foglio decal della “Yellow Wings” per realizzare, appunto, i Vindicator con le colorazioni US. Navy pre-guerra. Segno del destino? Colpo di fulmine?
Il dio del Modellismo deve avermi indicato la strada in quel momento e alla fine… mi sono portato a casa kit e decalcomanie! Ed è qui che è iniziata l’avventura…
L’SB2U-1 Vindicator non è di certo un velivolo blasonato e conosciuto come i coevi Dauntless o Helldiver, ma anche lui si ricavò una fetta di gloria combattendo nel Pacifico e arrivando fino alla Battaglia di Midway quando, da lì in poi, fu relegato a compiti di seconda linea e addestramento. Più che le forme, non proprio accattivanti, mi hanno convinto le bellissime livree in alluminio e Orange Yellow dell’U.S. Navy che questo bombardiere in picchiata ha portato durante gli anni ’30 e immediatamente prima del secondo conflitto mondiale.
Le versioni SB2U-1/2 erano quelle “pre-war” assegnate sia alle unità di addestramento piloti (California), sia a quelle imbarcate sulle portaerei Saratoga, Ranger e Lexington. Le differenze rispetto la variante SB2U-3 proposta dalla Academy consistevano nella forma dei piani di coda, nell’armamento e nel motore (la “3” era più performante), tutte modifiche facilmente realizzabili per eseguire il “down grade” alla versione SB2U-1. A dire il vero la Accurate aveva in catalogo anche la versione corretta per il mio soggetto ma il prodotto risulta, purtroppo, introvabile oramai da anni.
L’esemplare che ho scelto è il Bu.No. 0757 appartenuto al VB-2 e di stanza sulla U.S.S. Lexington durante il 1939.
Il Kit:
La scatola da me scelta è quella con codice 480200.
Nella sua confezione la ditta coreana ha aggiunto anche una lastrina foto-incisa per le cinture di sicurezza ed un foglietto con le maschere pretagliate per il canopy, assolutamente obbligatorie per questo genere di modello. La qualità delle stampate è davvero buona e nonostante gli anni le stampate hanno ancora una finezza dei dettagli e una nitidezza invidiabile. C’è da dire, però, che il kit non è assolutamente adatto per un neofita a causa di alcune soluzioni costruttive proposte, ma di questi problemi parlerò più avanti nell’articolo.
Gli aftermarket:
Coloro che leggono i miei articoli sulla Home Page di Modeling Time sapranno che non sono solito arricchire eccessivamente i miei modelli di aftermarket; anche in questo caso ho assecondato le mie abitudini acquistando solo il sopracitato foglio della Yellow Wings cod.: 48008. Studiandolo meglio ne ho apprezzato la logica con cui è strutturato, con i Buzz Number (numeri di matricola) e i codici individuali ordinati in base allo Squadron e alla portaerei di appartenenza; ma soprattutto suddivisi per colorazione della coda e della fascia in fusoliera, infatti, sono rimasto piacevolmente colpito sia dalle ricerche storiche della ditta, sia dalla schematizzazione delle informazioni nelle istruzioni.
Per la cronaca, i reparti proposti sono:
- VB-2: per gli esemplari imbarcati sulla Lexington con simbolo di riconoscimento in fusoliera raffigurante Bellerofonte e Pegaso.
- VB-3: per gli esemplari imbarcati sulla Saratoga, il cui simbolo di riconoscimento era il “Top Hats” o “Tophatters”.
L’unica pecca dell’accessorio, con mia sorpresa, è la totale assenza dei simboli dei reparti ed è per questo motivo che ho dovuto acquistare il foglio della Techmod cod.48804. Anche questo ben fatto con cinque esemplari realizzabili all’interno.
Montaggio:
Prima di far partire ufficialmente il montaggio ho messo mano alla naca motore riproducendo le piastre di rinforzo che erano appena accennate. Allo scopo ho utilizzato del Plasticard sottile su cui, inoltre, ho aggiunto le rivettature.
A questo punto, come di consueto, ho separato le numerosissime parti che compongono il cockpit che già da scatola ha un buon dettaglio.
Dopo averle ripulite dalle bave del polistirene in eccesso, ho verniciato tutta la zona con del White Aluminium AK che si è mostrato ottimo per questo genere di superfici. Le centine le ho messe in evidenza con del Burn Iron Alclad per riprodurre delle ombre, infine i lavaggi ad olio in Bruno Van Dyck scurito con del nero hanno fatto il resto.
Le cinture in PE sono state di grande aiuto donando molto realismo. Le ho dipinte con il Dark Earth Gunze e sono state sottoposte, anch’esse, al classico washing in bruno medio; dopo una mano di trasparente opaco Alclad vi ho applicato sopra un dry brush in beige della Lifecolor. Le fibbie sono in Silver Vallejo.
Ciò che mi ha divertito riprodurre è stato il piano di calpestio del mitragliere di coda che nella realtà era ligneo. Mi sono aiutato con set “Weathered Wood” della Life Color, utilissimo per questo scopo.
Sebbene questo velivolo non fosse armato era provvisto di postazione del mitragliere che ho arricchito con le fotoincisioni da scatola. Lungo il longherone di appoggio ho anche aperto i fori di alleggerimento della struttura.
Divertente è stato anche dipingere il pannello strumenti, in nero opaco, sul quale ho adottato la tecnica del dry-brush (per mettere in risalto i dettagli) con tinte grigio chiaro e grigio topo, entrambe Vallejo. Mi sono aiutato anche con gli indicatori in decal della Airscale per simulare i quadranti e completare il tutto.
Il cockpit si può definire ultimato, con tutte le sue parti assemblate è davvero d’effetto.
Inserire il complesso che forma l’abitacolo al proprio posto non presenta grossi problemi fatta eccezione per il cruscotto. Esso è composto di due consolle, una superiore ed una inferiore, collegate da due braccetti paralleli fra loro; vi consiglio di dividerle ed incollarle separatamente poiché da scatola le parti tendono a rimanere troppo alte e non permettono la corretta chiusura delle semi fusoliere.
Nella foto sopra vedete i pezzi dopo il piccolo intervento. La freccia verde, inoltre, indica un piccolo spessore in Plasticard che ho inserito per evitare che le centine si chiudessero troppo verso l’interno del cockpit anteriore.
È arrivato anche il momento del motore cui, tramite un trapanino a mano, ho praticato dei piccoli fori per inserire i cavetti delle candele riprodotti con del sottile filo di rame. Le aste dei bilancieri, invece, sono ricostruite con dei rod in polisterene.
Successivamente
l’ho verniciato con il White-Aluminium Alclad ed ho diversificato i toni con
lavaggi ad olio di varie tonalità piuttosto scure.
I cavi sono in un beige “caramello” della Lifecolor.
La fase più critica di questo modello è quella dell’unione tra le ali e la fusoliera dov’è necessario lavorare sugli ingombri asportando della plastica dalla sezione inferiore della carlinga dove sono presenti i due riscontri piatti. Così facendo si riduce l’altezza della fusoliera stessa portandola a filo con le ali e scongiurando la formazione di anti estetici gradini. Per un primo incollaggio ho scelto la colla ciano acrilica e, solo dopo aver verificato il corretto diedro, ho saldato tutte gli elementi con abbondanti spennellate di Tamiya Extra Thin Cement che è filtrata per capillarità. Con questo metodo ho garantito un accoppiamento quasi perfetto ed ho dovuto utilizzare solo un filo di Mr. Surfacer 500 per eliminare delle piccole fessure.
Più complesso, invece, è stato l’inserimento della fusoliera inferiore; in assenza di perni di riscontro ho incollato due striscioline di Plasticard all’interno in modo che il pezzo non annegasse completamente, bensì rimanesse in squadro.
Prima di procedere oltre ho eseguito, finalmente, gli interventi necessari per il downgrade del kit allo standard SB2U-1: ho eliminato le volate delle armi poste verso l’estremità (quelli interni erano comparti utili per il faro d’atterraggio e per la cinemitragliatrice) e stuccato i relativi fori di espulsione dei bossoli stando ben attento a non rovinare il bel dettaglio di superficie limitrofo.
Un’importante correzione da fare, inoltre, è la modifica dei piani di coda. Nell’immagine sotto salta subito all’occhio la differenza tra le due superfici quindi, armato di seghetto a mano e molta pazienza, ho tagliato via le zone indicate in rosso e accorciato i pezzi.
I trasparenti hanno un fitting davvero mediocre. La parte anteriore è stata stuccata con Milliput e levigata con cotton fioc inumidito di acqua. La parte centrale, invece troppo larga, l’ho assottigliata e dopo averla incollata alla fusoliera è stata stuccata con la ciano acrilica. A proposito del cupolino fisso, gli SB2U-1 non avevano frame di rinforzo sul plexiglass e quelli presenti li ho eliminati con della carta abrasiva. Per donare nuova lucentezza ai vetrini ho utilizzato, come al solito, la cera Future.
A montaggio concluso ho steso una mano di primer per controllare che tutto fosse in ordine; ho usato il Mr. Surfacer 1000 diluito al 70% con diluente nitro, ottimo ed economico, che ha messo in evidenza alcuni piccoli difetti prontamente ripresi. Successivamente una nuova mano dello stesso prodotto ha pareggiato e uniformato le zone su cui ero intervenuto con delle carteggiature… questo passaggio è fondamentale poiché la finitura metallica non ammette imperfezioni.
Verniciatura:
All’epoca il velivolo era dipinto con una vernice protettiva in alluminata che, però, reagiva diversamente in base al materiale su cui aggrappava: sulla tela tendeva ad essere più chiara, sul metallo si scuriva leggermente. Per questo motivo ho differenziato la fusoliera (rivestita in tela, per l’appunto) spruzzandovi sopra il White Aluminium AK, mentre sui pannelli metallici ho preferito il Dark Aluminium sempre AK. Per le ali in Orange Yellow, la coda in giallo e la fascia rossa in fusoliera ho scelto i seguenti riferimenti:
- FS 13655: Tamiya X-8 “Lemon Yellow”.
- FS 11136: Gunze H-327 “Insigna Red”.
- FS 13538: 19 gocce di Tamiya X-8 + 2 gocce di Gunze H-327. Subito dopo, ho applicato qualche velatura molto leggera e molto diluita di Tamiya X-8.
Sulle zone telate delle ali ho provveduto a mettere in risalto le centine mascherandole e spruzzando a ridosso una miscela col colore di base schiarito e ben diluito.
Con molta attenzione ho posizionato le decal della Techmod e quelle della Yellow Wings, previa lucidatura di tutto il modello con lucido Gunze H-30 diluito con il Mr. Levelling Thinner.
Dopo aver sigillato nuovamente le insegne con un altro strato di Gunze H-30 ho eseguito i lavaggi ad olio per mettere bene in risalto le pannellature: sulle ali ho optato per un grigio medio mentre sulle zone metallizzate ho preferito il Bruno Van Dyck.
La scelta della finitura finale è stata molto importante per evitare di appiattire troppo gli effetti e, soprattutto, far virare l’alluminio su un tono troppo grigio. Per questo motivo ho usato due trasparenti satinati differenti:
- Mr. Paint Satin Coat: steso solo sulle ali e sulla coda, mi piace quell’effetto lucido, delicato, che riesce a dare.
- Mig Satin Coat: acquistato tempo fa giusto per provarlo, si è rilevato un ottimo prodotto. Sulle zone metallizzate si comporta bene, il metallo rimane vivo e non eccessivamente opaco.
Dopo aver scartato anche i trasparenti, mi sono dedicato anche ad altri dettagli, quali ruote, carrelli ed elica. In particolare mi sono soffermato sugli ammortizzatori, la cui molla è stata sostituita con del filo di rame di opportuno diametro.
Le varie parti sono state verniciate in Aluminiun AK e successivamente hanno ricevuto un lavaggio in Bruno Van Dyck ad olio.
Anche il tubo di pitot l’ho rifatto da zero utilizzando un rod in ottone di opportuno diametro e del filo di rame inserito al suo interno. Il gancio di arresto è stato migliorato sostituendo la barra principale con una sezione di ottone e utilizzando solo l’estremità di aggancio in plastica del kit.
L’elica, verniciata in White Aluminium, ha le tip in rosso, blu e giallo dipinte ad aerografo. Per definire il modello concluso ho dovuto solo aggiungere il filo elastico della SBS per simulare le antenne.
Ringrazio tutti i ragazzi, o meglio, gli amici, del Forum di Modeling Time per avermi aiutato in questa piccola impresa, al di fuori dei miei soliti schemi, con i loro preziosissimi consigli e commenti ricevuti durante il work in progress. E come sempre, vi invito ad inscrivervi nel nostro forum, dove la plastica è soltanto l’inizio!
Dunque, che cosa aspettate ad aprire il vostro primo WIP?!?!
Saluti dallo Stretto di Messina! Roberto “rob_zone” Boscia