Ecco un nuovo articolo sul mio tema preferito: Star Wars.
Tanto per ricapitolare le puntate precedenti, ecco un elenco di altri articoli riguardanti Star Wars che è possibile leggere su Modeling Time:
- Cloud Car – Autocostruito
- X-Wing – Fine Molds
- Anakin Jedi Starfighter Eta 2 Atis Interceptor – Revell
- Tatooine diorama per miniature
- Hoth pianeta di ghiaccio gameboard per miniature
Ma torniamo a noi.
Dopo un lungo periodo di “attesa del momento giusto”, finalmente ho messo mano su una delle scatole che più rappresentano il mondo di Star Wars sia nella prima che seconda Trilogia. In questo caso il modello fa riferimento ai colori e alle modifiche della seconda Trilogia, in cui Boba Fett, riesce a catturare Han Solo e a trasportarlo via dalla Città delle Nuvole.
Per chi volesse approfondire tutta la storia della Slave I, può consultare il sempre ricco Wookieepedia alla pagina dedicata.
Breve contestualizzazione (dal foglio Revell, wikipedia etc).
Dopo un’estesa modifica, la Slave I, precedentemente un’astronave della polizia classe Firespray, venne utilizzata durante la Guerra dei Cloni dal cacciatore di taglie Jango Fett. Una delle caratteristiche principali di questa astronave è la possibilità di volo verticale anche a velocità paragonabili a un Y-wing fighter. Il progetto iniziale con delle celle di detenzione all’interno, diventò molto utile come trasporto per il cacciatore di taglie. Sebbene all’epoca di Jango Fett fosse già considerata un’astronave obsoleta, le continue riparazioni e modifiche, anche con l’aggiunta di armi illegali, la resero una delle astronavi più potenti in circolazione. Alla sua morte, il figlio Boba Fett che fino a quel momento aveva partecipato in modo passivo alle azioni del padre, prese il suo posto e divenne anche lui cacciatore di taglie (non solo utilizzando la sua astronave ma anche il suo elmetto!). Le ulteriori modifiche di armamenti e di colorazione, trasformarono la Slave I visibile in Episodio II in quella della vecchia Trilogia.
Il modello
Come tutti gli altri modelli della serie Easy-Kit della revell, tutto è felicemente illustrato dal foglio allegato alla scatola che inoltre è anche a colori. Pur essendo un modello di facile fattura e che volendo può essere assemblato senza l’ausilio della colla, in certi punti è auspicabile utilizzarla per rendere tutto più stabile.
Secondo me, questo modello può essere costruito in vari modi. In modo velocissimo (stacca, incastra), veloce(stacca lima incastra), lento(stacca,lima, incastra, stucca), lentissimo(stacca, lima, incastra, stucca, colora). La scelta oltre che dipendere dal livello di modello finale che vorrete raggiungere, sarà dettata anche dalla vostra capacità di aspettare di vedere il modello finito. Cosa che io non ho avuto e quindi mi sono semplicemente accontentato di costruirla e sporcarla per renderla meno giocattolosa. Nulla vieta però di poter stuccare con grande precisione le giunzioni, ricolorarla da capo, fare le maschere etc etc etc… Comunque, essendo un modello precolorato e fatto apposta per essere montato in modo easy, le uniche azioni strettamente necessarie sono quelle di estrarlo dallo stampo, limare i pezzi e montare.
Una caratteristica simpatica di questo velivolo è la possibilità di scegliere la posizione di pilotaggio. Come visto nel film e descritto nella contestualizzazione, questa astronave ha la possibilità di viaggiare in verticale e in orizzontale. Questa è chiaramente una scelta a vostra discrezione come intuibile a pagina 6 della guida Revell. Personalmente ho scelto la posizione verticale. Per due motivi: è più scenica e la posizione alternativa suggerita nelle istruzioni sembrava sbagliata. Per intanderci, avrei dovuto piazzare Boba Fett con il viso rivolto indietro e le spalle al “vetro”….
Sporcatura e invecchiamento
Il “velivolo” è già colorato (meglio di altri della serie) e quindi l’unico modo per migliorarlo velocemente è sporcarlo per dare profondità alle pannellature e a tutte le rientranze. Dopo aver provato le mie solite tecniche da minuaturologo, ho deviso che il risultato non era così esaltante e così ho deciso di chiedere a Valerio (Starfighter84) come sporcare meglio. Lui ha mi ha subito suggerito di usare i colori a olio. Così ho fatto una prova, che non mi è dispiaciuta. Naturalmente ho creato il mio “intruglio” personale per cercare di mischiarlo alle mie precedenti tecniche. Così ho michiato ciò che di solito non si deve mischiare… le chine con i colori a olio il tutto con del diluente… Centrifugando il tutto con un pennello, ho preparato questa mistura che con molta semplicità ho spennellato sulla parte interessata e successivamente rimosso con lo scottex. Il risultato è stato una via di mezzo da gli aloni della china e le sporcature dell’olio. Mischiando la china nera e il bruno Van dyck è venuto quest’effetto “sporco e rovinato” caratteristico delle nave di Star Wars.
Lo stesso effetto l’ho utilizzato all’interno dell’abitacolo associandolo a del semplice dry brush e alla personalizzazione del colore delle varie console e schermi.
Risultato Finale
Galleria
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