mercoledì, Novembre 6, 2024

Jordan 191 dal kit Tamiya in scala 1/20. Prima Parte.

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La Jordan 191 è stata la prima F-1 costruita dalla Jordan Gran Prix partecipando alla stagione 1991 di Formula 1. La vettura fu progettata da un gruppo di tre specialisti capitanati da Gary Anderson quale responsabile. Cinque piloti si alternarono alla guida nell’arco delle sedici gare della stagione, e fra questi Andrea De Cesaris fu l’unico a prendere parte a tutte le gare nonostante l’eliminazione nelle pre-qualifiche nel GP di Phoenix (gara di apertura del Campionato). Andrea De Cesaris ottenne anche il miglior piazzamento stagionale per il team con il quarto posto sia nel GP del Canada, sia in quello del Massico. Bertrand Gachot conseguì, come miglior piazzamento della sua breve stagione, un quinto posto ad appena 2 secondi da De Cesaris. La stagione di Gachot fu, comunque, breve a seguito di una condanna a due mesi di reclusione per aver aggredito un tassista a Londra.

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Altri tre piloti presero il posto di Gachot nelle ultime sei gare della stagione: Alessandro Zanardi, Roberto Moreno e Michael Schumacher. Quest’ultimo fu una rivelazione nella sua unica gara disputata con la Jordan, nel GP del Belgio, qualificandosi sorprendentemente al settimo posto nella griglia di partenza; De Cesaris ottenne solo l’undicesimo posto. Purtroppo la frizione tradì Schumacher alla partenza obbligandolo al ritiro. Il pilota tedesco firmò, in seguito, per la Benetton e questo portò ad una vertenza legale fra la Jordan e la stessa scuderia. Gachot disputò altre due gare prima di essere sostituito dall’esordiente Alessandro Zanardi nelle tre gare finali della stagione. Due noni posti furono i risultati migliori conseguiti da quest’ultimo sostituto di Gachot.

Nella sua prima stagione di Formula 1, la Jordan 191 terminò il campionato al quinto posto totalizzando, complessivamente, tredici punti. La vettura vinse anche  il premio come Auto Da Corsa dell’Anno 1991.

Il modello:

Si studiano come al solito le istruzioni, si staccano i pezzi, si fanno le prove a secco e si pianificano gli interventi di super dettaglio. Decido di iniziare dal gruppo motore/cambio: nei coperchi della valvole sono integrati i due spinterogeni ma sono incompleti e opto per rifarli secondo le referenze fotografiche; a tale scopo utilizzo spezzoncini di ago da 0,8mm e una striscetta di piombo ricavata dallo schermo di protezione per le lastre radiografiche. Questi piccoli rettangoli di piombo dallo spessore di 0,1 mm sono utilissimi nel modellismo, chiedetele al vostro dentista, tanto normalmente vengono buttate via dopo aver sviluppato la radiografia. Bene… a parte la divagazione, noterete che ho anche aggiunto un paio di connettori per l’impianto idraulico fatti semplicemente con cavo di rame e spezzoni di ago, ed ecco il risultato:

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Il gruppo motore/cambio necessita di parecchie modifiche per renderlo più rispondente al vero; la Tamiya ha scelto una scomposizione dei pezzi abbastanza inconsueta soprattutto per l’attacco del triangolo inferiore della sospensione posteriore che, se assemblato come da scatola, risulta assolutamente non fedele all’originale. Anche gli altri attacchi dei vari componenti delle sospensioni, della carrozzeria e degli ammortizzatori posteriori sono inadeguati, per cui decido di riempire i vari fori con del tondino di Plasticard e realizzare innesti diversi e più adeguati con filo di rame da 0,5 mm. Anche gli attacchi degli ammortizzatori sono assai grossolani e mancanti di entrambe le flange interne che ho realizzato col solito Plasticard.

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Il cambio manca del tutto delle  nervature di rinforzo che realizzo con filo di rame da 0,4 mm. Completano il gruppo motore/cambio alcuni connettori degli impianti idraulici e di lubrificazione realizzati con cavo di rame e aghi di diverso diametro. Ecco le foto che penso siano molto più eloquenti di tutte le spiegazioni:

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Ho modificato anche l’assemblaggio delle placche di supporto dei tromboncini d’aspirazione per renderle a incastro (e senza uso di colla), aggiungendo due semplici spezzoni di cavo di rame da 0,5 mm.

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Ho separato e rimontato i tubi di scarico stampati a due a due dalla Tamiya per ottenere un miglior realismo; le linee di saldatura sono realizzate con sprue filato su una candela. Ho creato quello che dovrebbe essere un dissipatore di calore nella parte terminale realizzato con filo di rame da 0,3mm e, infine, ho realizzato il terminale in tubo di Plasticard. Questo terminale nel modello è integrato nel fondo piatto ma, così fatto, è molto poco realistico. Con l’aiuto delle referenze fotografiche ho tirato via il terminale sul fondo piatto e l’ho ricostruito come nella realtà, la foto chiarisce tutto:

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Le centraline presenti già stampate sulle carenature dei radiatori sono da eliminare e rifare con Plasticard, aghi e lamierino d’ottone da 0,1 mm; tutto ciò ha migliorato il realismo e mi ha permesso di ricreare, tra l’altro. i connettori dei cablaggi:

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Con tondino di Plasticard e lamina di piombo delle lastrine Rx ho realizzato questa tubatura (che sarà molto evidente nel modello terminato) passante sopra la bancata sinistra dei cilindri (particolare dimenticato dalla Tamiya). Ho aggiunto, inoltre, l’asta di rinvio del cambio:

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Ho eliminato e ricreato le astine di rinvio della barra antirollio posteriore…

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… e deciso di non utilizzare  la centralina e le due bobine da porre fra motore e cambio fornite nel kit, bensì di realizzarle ex novo col solito Plasticard, aghi e lamierino d’ottone. Ecco il pezzo autocostruito con accanto quello del kit.. la differenza è evidente!

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Ho realizzato questi connettori che andranno sul coperchio delle valvole destro con i soliti aghi e lamierino d’ottone.

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Ho chiusi, col Plasticard, i buchi sulle carenature dei radiatori dove avevo asportato le tre centraline in precedenza auto costruite. Potete anche vedere gli spezzoni di ago per fissare ad incastro le carenature al telaio.

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Ho dettagliato con aghi, che fungeranno da connetori per i cablaggi, i serbatoi del gas per gli ammortizzatori posteriori, e inserito il solito spezzone di rame da 0,5 mm per il loro fissaggio ad incastro al cambio.

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Nella vettura originale erano presenti due scudi termici tra blocco motore e scarichi che, ovviamente, non sono presenti nel kit. Dalle documentazione questi scudi sono fogli di metallo con una tessitura come un “bugnato” fine che assomigliava tanto a quella presente in un tipo particolare di foglio di piombo che le ditte produttrici mettevano in alcune lastrine per radiografie endorali. La scala, effettivamente, non è del tutto rispettata ma l’aspetto è molto simile al vero. La parte superiore (una piccola striscia) dove erano unite al blocco motore era, invece, liscia. Per il fissaggio decido ancora di non usare colla ma i soliti pernini fatti con ago (da anestesia) di 0,3mm, ecco il risultato:

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I porta mozzi posteriori sono da modificare poiché la vettura di Schumacher era dotata di prese di raffreddamento dei freni a periscopio e non basse e piccole come fornite nel kit. Da notare anche il piccolo tondino forato per l’attacco ai bracci inferiori della sospensione fatto con i soliti aghi da siringa di 0,7 mm. La presa d’aria è realizzata con Plasticard dopo aver realizzato una sagoma, prima in acetato e poi in cartoncino.

Nella prima foto i pezzi originali e, a seguire, la modifica.

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I porta mozzi anteriori devono essere migliorati chiudendo la presa d’aria e sostituendo l’attacco del braccio superiore del triangolo della sospensione e del tirante dello sterzo che la Tamiya ha realizzato in modo errato; la foto spiega tutto.

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Più in basso i bracci inferiori della sospensione posteriore e i semiassi con le modifiche per l’assemblaggio a incastro coi soliti perni:

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Un paio di raccordi che andranno nel gruppo motore cambio:

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Gli ammortizzatori posteriori del kit sono inadeguati, stampati in un pezzo unico che comprende sia la molla, sia l’ammortizzatore, con un attacco al cambio assolutamente non corrispondente al vero. Sul cambio avevo già rifatto gli attacchi per cui decido di autocostruire tutto il pezzo con plasticard e filo di rame per la molla; lo stelo è realizzato con filo di rame e un ago da 0,8mm. Si vedono anche il connettore per il circuito a gas dell’ammortizzatore e l’ago da 0,8mm che servirà come attacco del pezzo al cambio.

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Qualche dettaglio aggiunto sulla base del cassoncino d’aspirazione, i tubi in cavo di rame e i connettori sul serbatoio olio posto sopra il cambio.

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la Tamiya nella scala 1/20 solitamente esclude diversi particolari che devono, necessariamente, essere rappresentati. Fra tutti quelli che avete visto prima e che vedrete anche in seguito, ci sono i tubi dei radiatori principali che ho ricostruito in Plasticard e lamina di piombo da 0,1mm per i manicotti e le fascette; si vedono anche i perni di fissaggio dei radiatori al fondo piatto realizzati con filo di rame da 0,5mm.

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Altre parti mancanti sono due carenature poste alla fine delle prese d’aria per i radiatori che hanno anche una canalina per il passaggio di alcuni cablaggi. Le ho realizzate, secondo le referenze fotografiche, con lamierino di ottone da 0,1mm.

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Sostituisco i pessimi attacchi della parte di carrozzeria che carenerà il cambio con un paio di tondini di rame da 0,5 mm. Nelle piccole aperture che vedete andranno alloggiati due radiatori dell’olio del cambio che dettaglierò con connettori in scala prodotti dalla Modeler’s. Di questa elaborazione non ho foto ma si potranno vedere i pezzi finiti e assemblati nelle foto di dettaglio del gruppo motore/cambio.

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Il sedile ha le cinture di sicurezza già stampate ma, poichè le rifarò completamente, le elimino dal pezzo. Ecco il sedile “ripulito”:

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Due foto del fondo piatto dopo aver eliminato i terminali di scarico e tappato i fori per l’incollaggio dei radiatori.

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L’abitacolo dettagliato con gli attacchi delle cinture di sicurezza fatti in rame e aghi.

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Nella parte posteriore del telaio, nella zona del bocchettone di rifornimento, mancano parecchi particolari che auto costruisco con Plasticard, rame, e aghi. Nelle foto mancano i vari connettori che sono in parte riprodotti in “scratch” e in parte derivati dai raccordi della Modeler’s. Questi ultimi particolari saranno visibili solo nelle foto del modello finito. Taglio via anche il Rollbar per poterlo verniciare meglio e, soprattutto, per dettagliarlo con i rivetti mancanti realizzati in filo di rame.

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Non perdete la seconda parte dell’articolo cliccando QUI!

Buon modellismo a tutti. Paolo “F14” Benacci.

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7 Comments

  1. i complimenti non saranno mai troppi per un opera del genere..aspetto con ansia la seconda parte!

  2. ciao bellissimo report, mi lasceresti la tua mail? o mi rispondi a questa avrei molte domande sui materiali!
    Grazie

  3. Grazie a tutti per i complimenti.
    Per TD, potremmo continuare direttamente sul forum nella discussione su questo modello aperta nella sezione officina dei mezzi civili, così quello che chiedi sarebbe visibile e quindi potenzialmente utile a tutti, che ne dici?
    Chiedi pure….

  4. Ciao ma di preciso come funziona la tecnica delle cinture di sicurezza?non la riesco a capire
    Complimenti davvero

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