Introduzione
Il kit è quello Italeri codice 72-125 dedicato al Dornier Do.217N-1. Come leggo sul web l'uscita risale alla fine degli anni '70!!!!!!
La scatola è ad apertura laterale (cosa che odio) con una raffigurazione che definirei vintage di un N-1 in livrea completamente nera. All'interno ci sono tre stampate: due in plastica nera e una per i trasparenti che definirei decenti vista la vetustà del kit. Le stampate per le parti del velivolo sono invece di forme sostanzialmente corrette con pannellature in fine positivo. Istruzioni e foglio decal, che si è conservato benissimo almeno a prima vista, completano il tutto.
Studio del velivolo e del modello
Come riferimento bibliografico utilizzo il libro di Manfred Griehl della Airlife dedicato alle varianti 217, 317 e 417 del Dornier. Molto esaustivo nello spiegare le origini e l'evoluzione dell'aereo. Ci sono anche molte foto, interni inclusi anche se non è il walkaround che ogni modellista vorrebbe. Peccato solo che i trittici originali del costruttore siano troppo piccoli per essere realmente utilizzabili.
Nello studio del velivolo e quindi del modello prendo man mano coscienza di quante versioni e sotto-versioni si sono succedute. Complessivamente ne sono stati costruiti 1366 esemplari variamente distribuiti tra diverse versioni, aventi tra loro differenze anche sostanziali come l’incrementata superficiealare nelle versioni K-1 e K-2; l’impiego ha visto questo velivolo impiegato come ricognitore anche a lunga distanza, bombardiere anche ad alta quota, aereo da combattimento anche per operazioni sull’Atlantico, caccia notturno, silurante, bombardiere in picchiata, idrovolante. Non si contano poi le sotto-versioni con svariate modifiche.
In ogni caso, anche se la denominazione è simile, non bisogna in alcun modo avvicinare questo velivolo al Dornier Do.17: anchese sono velivoli usciti dai medesimi tavoli di progettazione trattasi di macchine completamente diverse.
Montaggio
E inizio dall'abitacolo.
Rimossi alcuni segni di estrazione le pareti laterali sono pulite. Il set fotoinciso Extra Tech 72-111, dedicato a questo kit, viene senz'altro in aiuto per aggiungere un po’ di dettaglio.
Nella parte inferiore è stata rimossa l'area corrispondente al portello di accesso all'abitacolo che è riprodotto dal set Extra Tech 72-114 dedicato in realtà alla versione K ma diverse parti sono comuni. Per maggior realismo verrà in realtà utilizzato solo il portello mentre il dettaglio sulla parte interna verrà completamente ricostruito.
Proseguo il montaggio navigando a vista dato che diversi punti rimangono completamente scoperti vista la poca documentazione disponibile; le varie fotografie disponibili sul libro citato sopra e sul web si riferiscono a versioni differenti, per cui necessita un attento studio delle stesse. Il kit dimentica completamente la paratia posta verso poppa del mitragliere/operatore radio che ho costruito da zero: sarebbe rimasta una voragine più che un vuoto. Su questa paratia andranno poi montate diverse apparecchiature radio.
In tal senso la versione N-1 montava i seguenti apparati:
• FuG 202 radar
• FuX con TZG10
• FuG 16 radio VHF
• FuG 25 IFF
• FuG 101 radio altimetro
• PeilG V radio direzionale
• FuBI sistema di atterraggio strumentale
Per tali apparecchiature ho fatto ricorso, per quanto possibile, al set Aires 7047 che ne riproduce alcune; altre sono state autocostruite.
Il seggiolino del marconista – mitragliere proposto dal kit è inguardabile. Ho utilizzato uno in metallo bianco della Airwaves dedicato alla WWI che con qualche modifica riprende bene la sagoma corretta. Il seggiolino è stato poi dettagliato ulteriormente. Sotto ad esso, ed intersecato dalle strutture di sostegno, è presente un raccoglitore concavo dei bossoli che è stato riprodotto utilizzando un blister di farmaci.
Il seggiolino pieghevole dell'armiere posto a fianco del pilota è quello fotoinciso della Extra Tech.
La colorazione dell’abitacolo è in RLM66 (Mr.Hobby H416 schiarito del 20% con il bianco) dato che la versione N è stata messa in produzione a partire dalla primavera del 1943, quando oramai l'RLM66 aveva ampiamente soppiantato l’RLM02.
Segue ....