Rimango sempre stupito dai tuoi lavori Alessandro! Sta uscendo molto bene anche questo
Di solito sarebbe meglio montare e incollare più pezzi possibile prima di verniciare ma a volte risulta più comodo incollare alcuni pezzi dopo, quindi se hai valutato che era meglio procedere così, ottimo!
Fly-by-wire ha scritto: ↑10 maggio 2020, 22:27
Rimango sempre stupito dai tuoi lavori Alessandro! Sta uscendo molto bene anche questo
Di solito sarebbe meglio montare e incollare più pezzi possibile prima di verniciare ma a volte risulta più comodo incollare alcuni pezzi dopo, quindi se hai valutato che era meglio procedere così, ottimo!
Buon lavoro
Hai assolutamente ragione, infatti ho esitato a lungo proprio per questo motivo: lavorare di colla, stucco e lima con parte della verniciatura già fatta mi spaventa non poco!
Il problema del Fokker in 1/72 sono le dimensioni veramente ridotte e la varietà di questa livrea, compreso il diverso angolo delle pennellate a seconda delle zone, temo che avrebbero reso molto difficile ottenere un buon risultato. Ho in testa un ordine preciso di assemblaggio e colorazione, lo illustrerò passo passo e... speriamo bene!
Riparto dalla questione “ordine di assemblaggio”, illustrando con qualche foto come è andato avanti il lavoro!
Dopo aver verniciato tutte le superfici superiori mantenendo le varie sezioni separate dalla fusoliera, ho finalmente incollato la prima ala. Ho deciso di partire da quella inferiore dato che avrebbe richiesto un certo lavoro di stuccatura prima di passare alla verniciatura della parte inferiore.
A proposito del “Fokker Turquoise” che caratterizza le superfici inferiori, ho ottenuto il colore seguendo il mix suggerito dalla Wingnut Wings: 10 parti di Tamiya XF-2 + 1 parte di Tamiya XF-18, che per fortuna avevo in casa anche se con parecchi anni sulle spalle (il diluente mi ha aiutato a rianimarlo...!).
A questo punto, mascherando a dovere con nastro Tamiya, ho applicato il rosso sulla fusoliera (ricordo, tutto a pennello...).
Seguendo le foto dell’epoca e i profili che riproducono il “mio” esemplare 127/17, ho volutamente coperto solo in parte l’area bianca che accoglierà le croci. In questo modo ho cercato di simulare la vernice consumata/scolorita. Una volta applicata le decal, cercherò di migliorare l’effetto con un po’ di invecchiamento.
Poi è arrivato il momento dell’ala mediana.
In questo caso, grazie a un lungo e paziente lavoro di raccordo fatto in precedenza, non è servito stuccare.
La parte in questione è quella verniciata di verde uniforme che nella realtà si tratta di un rivestimento di metallo. Purtroppo la forma proposta dal vecchio stampo Revell non è fedelissima ma in questo caso ho deciso di non stravolgere troppo le cose.
Qui sotto un dettaglio della cucitura inferiore, per fortuna ancora ben visibile nonostante gli strati di vernice:
Anche in questo caso, al momento di invecchiare l’aereo cercherò di darle profondità evidenziandone la trama.
Prima di fissare l’ala superiore (foto sotto), ho effettuato i fori per applicare più avanti i tiranti e i comandi degli alettoni.
Completata questa parte, sono tornato ai dettagli.
Per prima cosa le mitragliatrici: non sono belle come due Spandau fotoincise ma mi accontento, considerando anche cosa offriva il kit in partenza e che sin dall’inizio l’intento è stato quello di migliorare il kit ricorrendo all’autocostruzione e non a set di dettaglio moderni...
Qui sotto, invece, il tappo del serbatoio che prende forma da un tondino di plasticard:
E infine il motore.
Come raccontavo qualche giorno fa, l’ho “pulito” da tutto ciò che non fosse il corpo principale di ciascun cilindro, facendo attenzione a non danneggiare la tipica alettatura per il raffreddamento. Poi, con due dischetti di plasticard sagomati, ho dato il corretto spessore alla zona posteriore. Oggi l’ho completato applicando i collettori di scarico ottenuti modellando del fil di ferro, e le candele (queste ultime nelle foto qui sotto ancora non ci sono):
Lavorare la vecchia plastica rossa Revell è tutt’altro che facile: è morbida e fragile.
Per questo, dopo aver danneggiato subito un cilindro nel tentativo di creare l’alloggiamento per il collettore, ho deciso di dettagliarne solo cinque, quelli che saranno realmente visibili con il cofano installato. Al prossimo aggiornamento credo proprio di riuscire a mostrarvi il motore verniciato e forse al suo posto!
Che Genere di Modellista?: Principiante ma con il "Sacro Fuoco". Approdato in tarda età, ho fretta di colmare il divario. Adoro il dettaglio estremo e l'auto-costruzione di ciò che manca.
Davvero complimenti ! ! ! !
confesso che alla prima pagina ho pensato: "ma si mette a fare un giocattolo"?
poi in tre pagine hai trasformato il "giocattolo" in un'opera d'arte.
Un GRANDE esempio per un fanatico dello scratch building come me.
Attendo con curiosità di vedere come trasformi quel motore. Qui c'è molto da imparare...
Buon lavoro
Marco
"L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare" (George Bernard Shaw)
Vi ringrazio tantissimo per l’incoraggiamento!
Come scritto più volte, è stata un po’ una follia essermi cimentato con questo vecchi(ssim)o modello ma a l’obiettivo ormai è arrivare alla fine!
Ero rimasto al motore, che ho cercato di migliorare per quanto possibile considerando il pezzo di partenza, la qualità della plastica e non ultima la scala. Questo è il risultato:
Come dicevo la volta precedente, ho deciso di dettagliare solo i cilindri che rimarranno visibili una volta montato, dato che lavorare la vecchia plastica Revell è davvero complesso e rischioso (è morbida e fragile al tempo stesso). Per ricreare lo spessore della testata e “annegare” lo scarico che sul motore reale esce da un lato della stessa e non da sopra il cilindro, ho chiuso il tutto con una goccia di cianoacrilato. L’effetto è decente. Ci sono anche le candele ma si fa fatica a vederle (immaginate quindi a posizionarle... ); manca invece il rinvio per azionare la valvole con relativo meccanismo ma in questa scala sarebbe stato davvero troppo.
Un altro lavoro necessario ha riguardato le ruote.
Quelle del kit, infatti, sono corrette sulla facciata esterna ma sono di assoluta fantasia - e “giocattolose” - per quanto riguarda quella interna.
Sfruttando a mo’ di tornio un Dremel, fatto girare lentamente per evitare di sciogliere la plastica, ho cercato di rimodellarle secondo il disegno originale (più piatto e meno conico rispetto al lato esterno). Qui sotto il prima e il dopo:
Per chiudere il foro centrale, ho realizzato due piccoli dischetti in plasticard, li ho forati e ho inserito un tondino di rame per riprodurre la forma originale.
Sempre con il Dremel e una limetta ho “ripreso“ il tondino di rame fino a ottenere la sporgenza corretta (nella foto qui sotto era ancora esagerata e fuori scala):
A causa di un piccolo incidente di percorso - l’ha inghiottita il lavandino in fase del lavaggio pre-verniciatura - dovrò ricostruire la carenatura del carrello. Partendo dai disegni in scala ho incollato due pezzi di plasticard per ottenere lo spessore di partenza corretto; appena la colla sarà asciutta mi cimenterò con la sagomatura...
Infine - per oggi - l’elica. Quella del kit è piuttosto grossolana, quindi l’ho pulita e sgrossata per quanto possibile facendo attenzione a non danneggiare il mozzo in rilevo. Sarebbe servita una fotoincisione per sostituirlo, ma siamo alle solite: questo modello vedrà la luce con quello che c’è in casa! Per simulare la venatura del legno ho seguito questi passaggi: base Tamiya Desert Yellow, matite per creare la base delle striature, trasparente per “bloccare” la matita, strato di olio per simulare un effetto generale di venatura, trasparente per proteggere l’olio (quando sarà asciutto).
Ed ecco una prova a secco!
Sulla base delle foto dell’epoca, questo esemplare era piuttosto vissuto.
Più avanti mi occuperò dell’invecchiamento ma intanto ho cominciato con qualche scrostatura sulla carenatura del motore...
Purtroppo le imperfezioni e i ritiri dello stampo mi hanno costretto a lisciarla andando a perdere la rivettatura originale; rifarla sarebbe stato molto complesso, ho preferito quindi tenere la superficie liscia, ma pulita, anziché riprodurre il movimento e la rivettatura originale, ma in maniera sporca e imprecisa.
Ciao a tutti e grazie innanzitutto per i bei messaggi di incoraggiamento!
Vi aggiorno con qualche altro lavoretto, dettagli soprattutto ma fondamentali per arrivare alla fine.
Innanzitutto il carrello: ho raccontato delle modifiche alle ruote e della carenatura andata persa...
Ecco quindi il pezzo riprodotto, ottenuto partendo da un blocco di plasticard sagomato per raggiungere il profilo corretto. L’ho sgrossato prima con un tagliabalsa e poi l’ho rifinito con della carta abrasiva. Ho creato infine i fori per i montanti e per i due assi già fissati sulle ruote, le pannellature e i due coperchi d’ispezione presenti nella parte inferiore.
Passo successivo, il pattino di coda; forse ricorderete che all’inizio avevo eliminato quello del kit, stampato “in blocco” con una delle semifusoliere, e al suo posto avevo scavato l’alloggiamento di forma triangolare da cui fuoriesce il pattino stesso. Per ricrearlo ho utilizzato un filo di rame, schiacciato con delle pinze per ottenere una sezione quadrata e poi curvato seguendo i disegni originali. Con un paio di sottilissime strisce di nastro Tamiya ho creato poi le fasce di metallo che sul velivolo reale fanno da struttura e rinforzo. Date le dimensioni, non fidandomi della sola colla del nastro, le ho fissate con una micro goccia di cianoacrilato.
Ecco il risultato.
Con una procedura simile ho realizzato anche i due pattini alle estremità dell’ala inferiore (in questo caso quelli del kit erano in rilievo sull’ala stessa).
Ho infine riprodotto gli scarichi con il taglio a fetta di salame, come si vede da alcune foto dell’epoca, e abbozzato il cavo d’acciaio che assicura il cofano motore alla fusoliera; li fisserò più avanti.
Adesso manca il filo per realizzare i pochi tiranti che equipaggiano il Dr.I.
Mancano anche le decal, visto che quelle del kit sono improponibili e sbagliate per questa versione.
Ho ordinato entrambe le cose su Internet, qualche giorno di pazienza e poi potrò completare il piccoletto con un po’ di usura e invecchiamento...