apro in parallelo a quella dell’Albatros Airfix 1/72 questa nuova discussione per raccontarvi “in diretta“ la costruzione di un Fokker Dr.I.
In questa mia ripresa modellistica, a quanto pare, mi viene naturale lanciarmi con i velivoli della Prima Guerra Mondiale nonostante ai tempi la mia passione fossero quelli della Seconda e i jet immediatamente successivi...

Anche in questo caso parliamo di un kit davvero classico, ossia il Revell “vecchio stampo”.
Cercando in rete ho scoperto infatti che da alcuni anni circola una versione (molto ben) corretta e rivista, ma pazienza, mi cimenterò lo stesso con questo cimelio della mia adolescenza. Sarà una sfida ancora più divertente...

Dopo aver sgrossato le sbavature in corrispondenza dei punti di contatto delle due semifusoliere, ho cominciato a lavorare sull’abitacolo che, seggiolino di fantasia a parte, è privo di qualunque dettaglio. Per prima cosa, quindi, ho eliminato i perni che avrebbero dovuto sostenerlo e pareggiato la superficie.
La struttura del Fokker è costituita da un traliccio di tubi ricoperto in tela e solo nella parte frontale della fusoliera è presente un parziale rivestimento in legno di sagoma triangolare. Per riprodurlo correttamente ho adattato e stampato in scala alcuni disegni che ho usato come dima per realizzare il pezzo in plasticard.
Passaggio successivo, l’aggiunta dei tre listelli che irrigidiscono il rivestimento.
Avendo intenzione di realizzare la parte visibile del traliccio di fusoliera come una struttura a sé, ho deciso di completare subito l’interno delle due semifusoliere con la verniciatura. Per la parte in legno ho dato una base di Tamiya Desert Yellow XF-59 mentre per la parte in tela, disponendo di una quantità limitata di colori, ho scelto il Tamiya Sky Grey XF-19 su cui ho applicato una successiva mano - volutamente non uniforme - con una miscela più chiara e tendente al crema ottenuta con il suddetto grigio, Flat Flesh XF-15 e bianco XF-2.
Apro un inciso. Nei primi anni Duemila ho avuto la grande fortuna di partecipare per un certo periodo al restauro di alcuni velivoli, aeroplani veri, anche della Prima Guerra Mondiale. Ricordo molto bene l’effetto della tela nella parte interna della fusoliera, sia come trama sia come colore, che risultava molto poco omogeneo per via dello sporco ma anche per l’assorbimento a contatto con il legno e il metallo. Certo, in quel caso parlavamo di una tela vecchia di decenni che aveva sicuramente perso l’efficacia dei vari trattamenti. Nel caso del Fokker, invece, stiamo ipotizzando la replica in scala di un aeroplano con qualche settimana sulle spalle, pochi mesi al massimo, ma non credo che all’epoca questi aeroplani venissero trattati particolarmente con i guanti, senza tralasciare quanto fossero - sia dentro, sia fuori - esposti agli agenti atmosferici.
Questo per motivare in conclusione la scelta di riprodurre una tela più vissuta che immacolata.
Prima di trattare la parte in legno con gli olii per simularne la venatura, ho dato una mano di trasparente lucido su tutta la superficie.
Successivamente, per pulire gli eccessi di olio finiti per forza di cose sulla tela, ho usato un pennello pulito e bagnato con acquaragia; ciò ha permesso di perfezionarne ulteriormente l’aspetto vissuto.
Qui alcuni passaggi: