F_104 ha scritto: ↑25 maggio 2020, 9:50... bello andare anche oltre l’aspetto operativo. Non ti nascondo che, salvo una predilizione generale per i velivoli italiani, ho sempre scelto i miei soggetti in base alle storie che ci sono dietro a un certo modello di aeroplano o addirittura a un velivolo specifico. ...
Per quanto riguarda Fiorenza De Bernardi, sì, è la figlia di Mario. Oggi ha 92 ed è ancora attivissima soprattutto come testimone del mondo femminile nel volo: lei, infatti, è stata la prima donna pilota di linea in Italia e poi anche la prima Comandante. Se ti interessa la sua storia, pienissima di aneddoti spesso anche molto divertenti raccontati con lo stile arguto mezzo toscano che la contraddistingue, ti suggerisco la sua autobiografia: “India, Kilo, Alpha. Qui Fiorenza, forte e chiaro”. Mi permetto di segnalarti anche questo articolo pubblicato nel 2011 da Volare e disponibile in PDF sul suo sito. È la sintesi di una lunghissima intervista che le feci una decina di anni fa...
...
Davvero piacevole sentir parlare di Fiorenza De Bernardi. Ricordo quell'articolo, fui lettore di Volare dal primo numero fino, ahimè , alla chiusura della rivista*
Buona lavoro
microciccio
* Ne parlammo anche su MT ma la discussione è andata persa, è rimasta quella su Aerei che è invece tornata in edicola con Aerei Magazine (al momento ho visto solo due numeri, quindi potrebbe essersi fermata ancora).
Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...
Nota: i siti linkati nei miei post hanno il solo scopo di mostrare i prodotti di cui si discute e non vogliono in alcun modo essere sollecitazioni all'acquisto.
Aquila1411 ha scritto: ↑25 maggio 2020, 13:22
Ciao Alessandro, dai tuoi lavori c'è sempre da imparare! Rimango sempre affascinato dalla cura che ci metti nelle lavorazioni.
Hai pensato invece di riprodurre proprio il modello utilizzato da Fiorenza?
Andrea
Ti ringrazio molto Andrea.
La tua idea è davvero bella e ti confesso che l’avevo valutata ma purtroppo non ho trovato altri riscontri e/o immagini del velivolo che si intravede nella foto del mio primo post. Non saprei quindi come procedere con la livrea, le marche e dettagli vari. Sono ancora in tempo, però. Anzi, se qualcuno avesse qualche informazione...
siderum_tenus ha scritto: ↑25 maggio 2020, 19:28
Ciao Alessandro,
Un aereo decisamente insolito, legato a due eccezionali piloti, che hanno letteralmente scritto la storia nei rispettivi ambiti.
Ti seguo, stai facendo un lavoro ottimo.
Grazie Mario!
AleFencer85 ha scritto: ↑25 maggio 2020, 19:44
Soggetto veramente particolare per un wip gustoso.
Felice che il piccolo FL.3 ti incuriosisca!
Sarebbe il massimo fare tutte la serie: lui, il Saiman 202, il Nardi FN.305, magari Il Macchi MB308...
microciccio ha scritto: ↑25 maggio 2020, 21:34
Davvero piacevole sentir parlare di Fiorenza De Bernardi. Ricordo quell'articolo, fui lettore di Volare dal primo numero fino, ahimè , alla chiusura della rivista*
Buona lavoro
microciccio
Paolo, non sai che piacere sapere che a distanza di tutti questi anni ricordi ancora l’articolo uscito su Volare.
Peccato davvero per le sue sorti: era la fine del 2013 quando l’editore decise di chiudere la rivista (e con Volare anche Quattroruotine e altre...) per concentrare tutte le risorse nel settore “ruote”.
F_104 ha scritto: ↑25 maggio 2020, 9:50
Mi permetto di segnalarti anche questo articolo pubblicato nel 2011
grazie... letto d'un fiato. Quindi ha pilotato anche grandi aerei in compagnie di linea. Tutto passato sotto silenzio quasi che l'aver invaso un settore prettamente maschile fosse stata una cosa disdicevole. In effetti all'epoca chi sarebbe mai salito su un aereo pilotato da una donna?
saluti
Massimo da Livorno
"NON HANNO IL PANE???? CHE MANGINO BRIOCHES"
COGLI L'ATTIMO...FAI SEMPRE IL MODELLO CHE VUOI, QUANDO VUOI E COME VUOI!
Giangio ha scritto: ↑25 maggio 2020, 22:14
Altro progettino interessante Alessandro,
Seguo molto volentieri
Grazie Gianluca!
pitchup ha scritto: ↑26 maggio 2020, 11:40
grazie... letto d'un fiato. Quindi ha pilotato anche grandi aerei in compagnie di linea. Tutto passato sotto silenzio quasi che l'aver invaso un settore prettamente maschile fosse stata una cosa disdicevole. In effetti all'epoca chi sarebbe mai salito su un aereo pilotato da una donna?
Felice della tua lettura, Max.
Sono storie e personaggi legati a un’epoca davvero irripetibile.
Riprendo il WIP con qualche piccolo aggiornamento.
Sono al lavoro sull’abitacolo, cercando come già raccontato di migliorare una base semplice ma per fortuna abbastanza corretta.
Il cruscotto, per esempio, è ben riprodotto sia come forma generale, sia come posizione e dimensione degli strumenti.
Questo è quello reale, direttamente dal Catalogo Nomenclatore:
IMMAGINE INSERITA AL SOLO SCOPO DI DISCUSSIONE - fonte www.cmpr.it
Questo, invece, è quello del kit:
Ho innanzitutto forato gli strumenti:
E poi l’ho assottigliato con carta 1000:
A questo punto ho riprodotto la sagoma del cruscotto su un sottile foglio di plasticard (0,13 mm) dove ho applicato alcuni strumenti prelevati da un vecchio set decal della Reheat Models acquistato negli anni ‘90, come dimostra il prezzo in lire ancora presente...
Verificato il posizionamento di ciascuno, ho poi fissato il tutto con un paio di mani di trasparente lucido.
Una precisazione: il kit della RS Models fornisce il cruscotto in un pezzo unico, secondo la soluzione che equipaggiava i primi esemplari di FL.3.
Sui successivi, invece, era diviso in due parti. Eccolo, per completezza, sempre da un’immagine del Catalogo Nomenclatore:
IMMAGINE INSERITA AL SOLO SCOPO DI DISCUSSIONE - fonte www.cmpr.it
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Messaggio da: F_104
Semmai qualcuno in futuro volesse cimentarsi nella costruzione di un FL.3, suggerisco di fare quanto più possibile riferimento a documentazione originale dell’epoca (qui un eccellente punto di partenza). Questi velivoli, infatti, hanno avuto una lunghissima storia civile dal dopoguerra in avanti e molte foto che circolano in rete mostrano esemplari che hanno subito aggiornamenti negli anni. Quasi nessuno, per esempio, ha mantenuto la bussola originale, sostituita con strumenti più moderni (e probabilmente anche più affidabili...).
Nei giorni scorsi ho finalmente potuto recuperare compressore e aerografo, rimesso subito in funzione.
Primo utilizzo pratico: l’abitacolo del piccolo FL.3. Il colore era grigio, come succedeva con alcuni velivoli delle Regia Aeronautica in alternativa al verde. Ho quindi usato il classico Grigio Azzurro Chiaro 1.
Per dare un minimo di volume al tutto, ho effettuato prima un lavaggio con Grigio di Payne a olio (l’ho scelto per via del suo tono freddo, che ho ritenuto corretto per non virare il colore originale) e poi una leggera lumeggiatura.
Dopo aver trattato alla stessa maniera il blocco pavimento/sedili, ho dato la base per i cuscini con il Tamiya XF-64 (Red Brown).
Con l’alluminio opaco (Tamiya XF-16) ho invece ripassato i battitacco, poi trattati per accentuarne l’usura.
Di seguito una prova a secco (sullo fondo si intravede anche la paratia che ho realizzato in plasticard con relative squadrette di rinforzo).
Sono poi passato ai pedali.
Dopo averli sagomati con filo da 0,3, ho fissato su ciascuno un filo elastico per riprodurre i tiranti che comandano il timone di profondità.
Ciò che non mi soddisfa è non aver riprodotto la sezione trasversale di rinforzo presente sui pedali originali ma qui, dove tutto è settantadue volte più piccolo, la faccenda è abbastanza complicata. Ho provato sia a riprodurla come un pezzo unico, ripiegando ancora una volta il filo, sia a incollarla come sezione separata ma il risultato non mi ha convinto, facendomi propendere alla fine per una soluzione semplificata ma pulita.