


Ciao.
Fabrizio.
Moderatore: Madd 22
Perfetto, Valerio, le tue deduzioni collimano con le mie.Starfighter84 ha scritto: Quindi si deduce che gli esemplari IAF, oltre ad essere già di terza mano e con parecchie ore di volo sulle spalle, non furono revisionati per parecchi anni e furono impegati così come arrivarono dalla Cecoslovacchia nel 1948. Avendo tutti questi dati, posso presupporre che lo stato di usura dei Merlin e della cellula in generale fosse comunque molto alto... non dimentichiamoci che gli Spit IAF furono impegnati a lungo e senza avere un velivolo che potesse fornirgli una valida alternativa.
Solo dopo, con l'arrivo dei Mustang e di nuovi esemplari provenienti dall'AMI (ebbene si, anche la nostra aeronautiva versò parecchie macchine - non ricordo il numero preciso - alla IAF dopo averle fatte revisionare dalla Macchi), agli Spit fu possibile dare una manutenzione completa come testimonia anche la completa sverniciatura degli aerei.
Ecco, basandomi sulle mie esperienze, credo che ti sia fatto un’idea sbagliata sul colore dei residui della combustione. E’ esattamente il contrario di ciò che scrivi: i depositi color nocciola chiaro sono il prodotto di una combustione normale, non contaminata da trafilaggi di olio. Ergo, il motore è in perfetta efficienza. Viceversa, residui molto scuri, tendenti al fuligginoso, sono il prodotto di una miscela aria/benzia esageratamente ricca (ipotesi improbabile), oppure, molto più verosimilmente, dei trafilaggi di olio nella camera di combustione. Quindi, sono il campanello d’allarme che il motore abbisogna di revisione.Anche dalle foto (in B/N ma si capisce bene che il colore dei gas era molto chiaro... e non scuro e grigiastro come motori nuovi dei zecca) pubblicate sul libro che ho preso come base per la documentazione, si vedono delle belle fumate chiare e molto esteseche corrono sulla fiancate.
Si, non erano sicuramente in buono stato di efficienza (come già detto più volte). La IAF puntò sugli Spit cecoslovacchi poichè da questa nazione aveva già acquistato anni prima gli AVIA S-199... i primi caccia della nuova aeronautica israeliana.squawk71 ha scritto: Ma erano poi così malridotti? Mi chiedo. Nell’ottica di doverli subito impiegare in operazioni belliche, mi suona strano che gli Israeliani abbiano acquistato a casaccio. Mah!!![]()
Mi autoquoto perché ho trovato un paio di foto interessanti che corroborano i miei dubbi sul reale stato d'usura degli Spits acquistati dalla IAF e sull'effettiva corrispondenza di quella con l'aspetto esteriore del velivolo.Dunque, siamo concordi che i poveri Spits di terza mano vennero impiegati nello stato d'usura avanzato in cui vennero acquistati. Ma erano poi così malridotti? Mi chiedo. Nell’ottica di doverli subito impiegare in operazioni belliche, mi suona strano che gli Israeliani abbiano acquistato a casaccio. Mah!!
Perfetto, mi trovo con quello che dice il tuo amico.Starfighter84 ha scritto:Per quanto riguarda la diatriba sul colore degli scarichi, concludo riportando delle informazioni date da un mio amico, specialista e motorista della Guardia di Finanza:
"Da un articolo scritto da un ingegnere del RAE dell'epoca il colore dei fumi di un motore alternativo sono sempre sul chiaro perchè l'effetto antidetonante era dato dal piombo tetraetile e per ottenere benzine di 120/180 ottani la quantità di piombo era molto elevata e se l'aereo doveva coprire lunghe distanze la miscela doveva essere magra quindi il colore sulle fiancate era molto grigiastro MA dato che nei motori a pistoni la tenuta è data dall'aderenza delle fasce raschiaolio con le pareti del cilindro e non puoi pretendere che degli aerei da combattimento avessero una manutenzione tipo box Ferrari!
Quindi il giallastro è dato dalla quantità (variabile) di olio che trafila nella camera di combustione e viene poi volatilizzata dagli scarichi."
Ciao!
Ci mancherebbe...nessuna polemica, infatti. E' che mi piace parlare di motori a pistoni!!willy74 ha scritto:Mah ragazzi, se volete sapere la mia...apprezzo la competenza di squack, che sicuramente non la mette in campo in veste polemica, ma solo per dare un valido contributo...
Ti quoto in pieno. E, comunque, l'ho detto anch'io implicitamente quando ho parlato di stratificazione dei residui di combustione sulla fusoliera. Anche ipotizzando un velivolo nuovo di fabbrica che vaporizzi una percentuale irrisoria di lubrificante assieme ai gas della combustione, il colore delle scie cambierà tonalità prima di tutto in base alla miscela aria/benzina, più ricca o più povera. E questo dipende dal profilo di volo. Potrebbe trattarsi di un lungo volo di trasferimento con miscela smagrita al limite, come nel caso dei nostri Spit israeliani, in cui l'imperativo è centellinare il carburante. Oppure di un decollo precipitoso su scramble per difendere il proprio aeroporto, durante il quale non si sta certo a guardare il consumo di carburante o di munizioni (anche quelle hanno un costo!!).tuttavia non riesco proprio a trovare dei difetti nelle scie eseguite da Valerio, paradossalmente appoggiandomi proprio sulle argomentazioni di squack. Ossia, da elicaro quale mi ritengo, la tonalità delle scie degli scarichi dipendono da diversi fattori e variava di giorno in giorno, ovviamente...
Guarda…alla fine me ne sono convinto anch’io. Mi spiego. All’inizio, leggendo il post di Valerio in cui parlava di Spit acquistati precipitosamente e molto usurati, mi son detto: “Mah!! Se voleva rappresentare un velivolo veramente (ma veramente!!) usurato, quelle scie avrebbe dovuto farle più fuligginose”. Dopo il botta e risposta con le varie spiegazioni tecniche e precisazioni storiche, devo dire che mi sono appassionato anch’io alla vicenda (o forse è meglio dire lotteria) dell’operazione Velvetta. Al che sono andato a pescare sul web svariati siti in cui si descrivono le fasi dell’operazione. Un sito, in particolare, condisce la narrazione anche con le testimonianze dei piloti che presero parte all’impresa. Bene, quasi nessuno di quei piloti in realtà lamentò noie al motore. Anzi, uno afferma che “un Merlin non ti pianta mai in asso”. Gli Israeliani, quando scelsero la via breve del ferry flight poiché avevano fretta d’impiegare gli apparecchi in combattimento, in realtà le loro brave considerazioni le fecero, supportati fra le altre cose dai tecnici che si erano portati d’appresso per visionare “la merce”. Altrimenti non avrebbero corso il rischio di perdere aerei e piloti, facendosi cogliere definitivamente sguarniti dagli Egiziani. Se i tecnici giudicarono gli aerei in grado di sopportare un volo di trasferimento di 2.600 km in due tratte, vuol dire che in fin dei conti i velivoli non erano poi così malridotti come pensiamo. Per farvi un’idea, pensate che un pilota raccontava che lo Spit, col solo serbatoio interno, aveva un’autonomia di un’ora e mezza. Smontando gli apparati radio e l’armamento per alleggerire i mezzi e montando i famosi serbatoi sub alari dei Messerschmitt e un altro costruito li per li dagli specialisti da inserire nel vano radio, riuscirono a stare in volo per due tratte di sei/sette ore ciascuna!! E arrivarono quasi tutti, lamentando solo problemi tecnici di contorno: il quadro strumenti che vibrava con le turbolenze, il contagiri che non saliva oltre i 1.600RPM, un flabello dei radiatori che non si chiudeva, ecc. Degli aerei che non arrivarono a destinazione, uno andò a schiantarsi contro i monti della Jugoslavia probabilmente perché il pilota era ormai andato per ipossia dovuta all’esaurimento della bombola d’ossigeno. Altri dovettero fare uno scalo forzato a Cipro (e vennero trattenuti lì dalle autorità) perché il sistema di travaso del carburante dai serbatoi sub alari non funzionò per un errato montaggio e si trovarono a mal partito nel bel mezzo dell’Egeo. Un altro ancora, al momento di atterrare in terra d’Israele, dimenticò di abbassare il carrello e planò sulla pancia!!quindi il colore scelto da Valerio è plausibilissimo, secondo me. Senza polemica, tanto per dire la mia ragazzi!Saluti!