mercoledì, Luglio 16, 2025
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Messerschmitt Bf.109 G-6 “Erich Hartmann” – Dal kit Hasegawa in scala 1/48.

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Erich Alfred “Bubi” Hartmann, conosciuto anche come il biondo cavaliere tedesco, fu il maggior asso dell’aviazione della storia. Egli abbattè un totale di 352 aerei nemici, di cui 345 sovietici durante la seconda guerra mondiale, prestando servizio nella Luftwaffe.  Colgo l’occasione per ribadire che i simboli presenti su questo aereo, non sono li per fare propaganda di nessun tipo, io costruisco per la passione di modellare pura e semplice e per il mio amore per il volo e l’aeronautica in genere e chi modella vuole che il suo lavoro sia il più fedele possibile al vero con tanto di simboli e marchi, che purtroppo in alcuni casi rievocano tristi periodi storici. Tornando a noi, Erich Hartmann, dopo la sua ineccepibile carriera di combattente e comandante pluridecorato, alla fine della guerra dovette però rendere conto con la sconfitta della sua nazione e si dovette arrendere, venendo accusato di crimini di guerra dalla Russia. Nel dopoguerra prestò servizio nella luftwaffe come colonnello e venne anche mandato negli stati uniti ad addestrare i piloti americani, terminò il suo servizio nel 1970 dopo aver volato anche a bordo degli Starfighter. Morì nel 1993 all’età di 71 anni ma venne prosciolto dai crimini di guerra solo nel 1997.

Il Messerschmitt BF 109 G-6 è una delle tante evoluzioni del mitico aereo di Willy Messerschmitt, progettato nel 1933 e già volante l’anno dopo con un motore Jumo da 800 cv. Prima di passare alla versione “G” si è passati per la “E”, o Emil, con l’adozione del motore Daimler Benz DB 601 da 1100 cv, poi alla “F”, Friedrich, che adotta il DB 601 N un po’ piu potente. La mia versione “G”, conosciuta anche come Gustav che era capace di 650-680 km/h a seconda di cosa aveva sotto le ali, aveva un’autonomia di 720 km, essendo dotata del nuovo DB 605, lo stesso dei nostri caccia della serie 5 ed aveva quasi 1500 cv. Era armato con due mitragliatrici da 13 mm e tre cannoni da 30 mm. Del 109 ne sono state fatte più di 50 versioni a dimostrazione della versatilità del mezzo e venne costruito in più di 33.000 pezzi. La versione finale la “K” o Kurfurst fu la massima evoluzione dell’aereo. Aveva il DB 605 con l’iniezione di metanolo che lo faceva schizzare a ben 727 km/h e portava il motore a 2000 cv ma ne pregiudicava l’affidabilità. La sottoversione K14 venne dotata del motore DB 603 da 1800 cv. Esistono molte altre versioni del 109 ma sicuramente queste elencate sono le più conosciute ed importanti…

Tornando alla plastica devo riprendere sottomano le istruzioni dell’aereo che il montaggio e la verniciatura li ho fatti circa un anno fa. Credo di averlo iniziato nel marzo 2007 ed ho fatto l’ultimo ritocchino giusto qualche giorno fa. Solo pigrizia niente di più…Ho scelto il kit Hasegawa perchè in rete ho letto che era il migliore in 1/48 ed a parte gli interni un pò scarni, ma tipici della marca “jap” sono rimasto ben impressionato. Per il montaggio della fusoliera non ci sono stati problemi. Le ali sono veramente ben fatte con flaps ed ipersostentatori apribili. Ci sono due opzioni per i tettucci, io ho scelto quella più vecchia mentre è presente il tettuccio degli ultimi G6, per intenderci quello con il montante del plexiglass ricurvo. La colorazione è tipica del JG 52 ed il mio 109  venne utilizzato nell’ottobre del 1943.

Come da mia abitudine ho dato come primer il grigio 14 della Molak, poi ricoperto dall’azzurro apposito per fare la vernice di fondo agli aerei della luftwaffe, l’M23 light blue della Molak. Le tonalità di grigio della parte dorsale dell’aereo sono l’RLM Grey n.22 della Molak ed il Dark Grey della Tamiya. Ho usato mascherine fisse fatte con carta gommata poi ho sfumato i bordi a mano,  avevo paura del risultato ma ha funzionato!!!  Prima di dare la vernice però ho effettuato un bel pre-shading col nero opaco ad aerografo. Le pannellature sono ripassate col nero a pastello punta sottile mentre le fiammate dello scarico sono fatte con del nero mischiato a marrone, sfumato a mano. Per rifinire ho schiarito con del bianco il mio pseudo “color olio esausto” e ho passato qualche riga a mano libera ad aerografo ottenendo un buon effetto. Le decal sono le buone anche se un pò lucide, e sono quelle dedicate appunto ad Hartmann. Per quanto riguarda il trasparente opaco una volta verniciato e posizionato le decal, l’ho steso a bassa pressione e ho dato una sola leggera mano per non lucidare troppo l’aereo. Lo sporco degli scarichi non l’ho fissati col trasparente ma ho preferito lasciare l’effetto sfumato naturale.

In conclusione posso dire che questo kit merita veramente e mi ha messo una voglia matta di prendere anche il BF.109 E con livrea di Adolf Galland, dato che la versione “E” è la mia preferita…questo kit è stato l’aereo del mio ritorno al modellismo dopo quasi un anno di inattività ed ha per me rappresentato una rivincita su tutti i miei dubbi che mi erano venuti su questo Hobby. Spero vi piaccia e soprattutto se avete delle critiche fatele!!! Soprattutto se sono costruttive!!! A presto, CoB!!

Cave Troll Walktrough (part 1 – 2 ) con note esplicative.

In questo Tutorial sono presenti due video di Lotrmaster nei quali ci mostra come preparare una miniatura, dalla scatola al montaggio. Le note, sono un riassunto descrittivo di quello che dice, per chi non avesse dimestichezza con l’inglese (che comunque è molto chiaro).


In questo tutorial, ci è mostrato come iniziare la preparazione di una miniatura fin dai primissimi passi.
La miniatura in questione (di metallo) va prima di tutto pulita da eventuali difetti o sbavature di creazione. In questo processo saranno molto utili lime, taglierini e strumenti per ripulire.
Successivamente è buona norma, pulire con del semplice sapone da cucina il figurino, per eliminare il distaccante utilizzato dalla GW. Questa pulizia permetterà una migliore aderenza del colore e eviterà il fastidiosissimo effetto di distaccamento “pellicolare” delle prime mani.

In questa seconda parte, Lotrmaster, ci mostra come usare la green stuff per unire le diverse parti delle miniature.
Come già mostrato in diversi articoli, la green stuff (o kneadatite), è un materiale bicomponente, che una volta mischiato, indurisce in circa mezz’ora-un’ora. E’ un materiale molto utile per scolpire, ricostruire e unire parti delle vostre miniature.
La green stuff può essere diluita in acqua per renderla più morbida e facilmente malleabile.

a presto per i successivi video.

Lotrmaster & Simmons

Storia di un recupero divertente (o di un divertimento recuperato…) – Macchi 200 “Saetta” in scala 1/72.

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Non lo so, ma a me stuzzicava parecchio prendere “i poveri resti” di un residuo di sprue che già doveva essere stato attaccato a qualche materozza di una …ntina di anni fa, magari come omaggio (forse neanche troppo gradito) allegato a qualche rivista più o meno in voga e più o meno esistente al giorno d’oggi… Ma si sa, lustri fa probabilmente il modellismo era ancora qualcosa da scoprire e, magari, induceva a trascorrere un paio d’ore di spensierato scombiccheramento cerebrale senza aiutini tecnologici o televisivi…

FOTO 1

Foto 1.

E così, attratto e vagamente innamorato da quella tavolozza tendente al marrone, contornata dai pochi pezzi superstiti (Foto 1) relativi ad una forma che, vagamente, ricordava un macchino, ho deciso di lasciar perdere tutti i modellini in fase di costruzione (lasciamo perdere quanti…) e – yuhhuuu! – via, a capofitto su questa nuova avventura!

FOTO 2

Foto 2.

FOTO 3

Foto 3.

Confesso di non aver mai fatto un recupero integrale partendo praticamente da zero; probabilmente sono andato avanti unicamente per sana incoscienza, ma tant’è… mi sono detto che, comunque, non sono all’altezza di fare miracoli e quindi mi posso permettere di pasticciare per vedere cosa apparirà… Come al solito sono partito facendo qualche prova a secco (Foto 2 e 3) per verificare sia il montaggio dei pezzi sia la necessità o meno di procedere alla realizzazione, in autocostruzione, di alcuni dei pezzi mancanti o necessari al minimo sindacale… Quindi – ahimè! – ho deciso di cominciare a ricostruire, almeno in parte, la struttura interna del cockpit (Foto 4), utilizzando plastirod a sezione quadrata per le centine e a sezione tonda (date le dimensioni…) per i correnti; per il “rinforzo” del seggiolino, posizionato sulla centina posteriore del cockpit ho usato una piccola lamina di plasticard (forata con il trapanino a mano) inserita in un’apposita apertura.

FOTO 4

Foto 4.

FOTO 5

Foto 5.

Per il cockpit… beh, il sedile “originale” (Foto 5) era probabilmente derivato da una poltrona Luigi XVI, realizzata in plastica di recupero simil senape, munita di apposito segno di estrattore, per cui è stato necessario (aaaaaaaaaghhh!!!!) praticamente rifare tutto… Dopo aver tagliato “la poltrona” dalla sua base, alla quale è stata aggiunta una “prolunga” in plasticard sagomata per rispettare gli incastri in fusoliera, si è dato il via all’apoteosi demenzial-ricostruttiva (prima parte): il seggiolino è stato ricavato da una vaschetta di alluminio per alimenti, mediante sagomatura e incollaggio con la ciano di due striscette debitamente ritagliate; il resto è stato ricostruito con filo di rame e pezzi di sprue avanzati… il centesimo di euro, ovviamente, ha un diametro di 5 metri…

FOTO 6

Foto 6.

FOTO 7

Foto 7.

Ovviamente il quadro strumenti è stato ricavato da un pezzetto di plasticard sagomato su un contorno ricavato dalla “forma” di plastilina ottenuta, all’altezza del cockpit, chiudendo le semifusoliere e praticando poi i vani degli strumenti mediante la punta di una fresetta ruotata a mano; la bombola è un pezzetto di sprue lavorato con una limetta, un po’ di carta vetrata finissima e tanto olio di gomito e pazienza, al quale è stato poi incollato un tondino di plastirod forato e un pezzo di filo di rame (Foto 6). Il lavoro più “noioso” è, ovviamente, quello di fare numerosissime prove a secco (Foto n° 7, n° 8 e n° 9) per verificare, dopo ogni passata di lima o di carta vetrata, il necessario e corretto posizionamento delle parti che compongono il modello… parecchio lavoro è stato necessario per il collocamento della bombola che proprio non ne voleva sapere di ricavarsi il proprio spazietto senza dare fastidio al resto… ma dopo un colloquio duro, paventando le conseguenze dei continui rifiuti apposti e minacciando altre e più gravi sanzioni, alla fine anche quel pezzo di plastica oblungo è stato ridotto alla ragione!!! A proposito, per i “puristi”: il colore già presente all’interno delle semifusoliere non è stato eliminato del tutto per fare “aggrappare meglio la successiva verniciatura, pur se è stato “grattato” all’altezza delle linee di giunzione dei vari pezzi… precisazione che magari non serve, ma aiuta…

FOTO 8

Foto 8.

FOTO 9

Foto 9.

E il gruppo motore dove lo mettiamo?? Oddio, mi era sfuggito di mente… e ora come faccio, cosa mi invento? E già, mi manca una delle “stelle” di pistoneria e meccanica varia, o cannibalizzo un altro kit “cavia” oppure…OPPURE!!! Bene, procediamo con l’OPPURE (Foto n° 10): si prende un vecchio cerchione (forse residuo di qualche autocarro, mah…) dalla banca dei pezzi, si trova un pezzo di sprue della misura giusta, si lima, si carteggia, si fora, si ricarteggia, si rilima, si smussa, si ritaglia, si fresa, si riricarteggia e, finalmente, si fissa il pezzo di sprue (diventato ormai un piccolo cilindro bucato…) all’interno del cerchione; ora viene il bello: nella banca dei pezzi ci sarà sicuramente qualche vecchio motore radiale sopravvissuto alla distruzione di Hellcat, Wildcat, Lancaster, Super Fortress e chi più ne ha più ne metta, per cui… preso il vecchio motore, tagliata “la stella” dei cilindri, ottenuto un numero sufficiente (…) di “cilindretti”, incollati sul cerchione di cui sopra e poi il tutto colorato con nero opaco, tanto per vedere “l’effetto che fa”!!!! Nel frattempo, si continua il lavoro sul cockpit, aggiungendo, fra le altre “cose”, le cinture e le fibbie ricavate dalla solita vaschetta di alluminio per alimenti, tagliata in piccole striscioline (Foto 11, 12 e 13).

FOTO 10

Foto 10.

FOTO 11

Foto 11.

Dopo aver tentato di dettagliare (beh, dettagliare forse è una parola grossa…) il dettagliabile (Foto 12, 13), con mano da fabbro maldestro, è venuto finalmente il momento di passare una mano di colore per nascondere le vergogne.. Ho scelto di utilizzare gli smalti Humbrol per l’interno, in quanto coprono bene e sono adattissimi ad essere passati a pennello con opportuna diluizione. A pennello?? Già, perché … mi andava di fare così!!! Preciso ora, e preciserò altre migliaia di volte, che il “recupero” del kit in questione è stato unicamente un momento di divertimento, senza andare a pensare al millimetro in più, alla levetta mancante, al filo di diametro 0,000000001 mm da aggiungere, ecc… Volevo solo vedere cosa riuscivo a fare in pochi giorni, mantenendo – ovviamente – un minimo di logica.

FOTO 12

Foto 12.

FOTO 13

Foto 13.

Utilizzato l’HU78 per pasticciare gli interni, come ho detto, ho poi dato una sporcatine ai vari tubi e tubetti con HU154, dipingendo la “bombola” con HU14 aggiungendo, per ammorbidire un po’, una goccia di HU65 (Foto 14, 15, 16, 17) … proporzioni? Ho usato l’occhiometro, mi dispiace! Pannelli in nero opaco, strumentazione in bianco (per far risaltare gli strumenti dipinti sul cruscotto è stata aggiunta una goccia di CLEARFIX), cinture in HU62, fibbie dipinte in nero e contorno in HU11. Il tutto ha poi ricevuto, previa passata di trasparente acrilico a vernice asciuttissima, un lavaggio in nero di seppia e bruno van dick a olio e, successivamente, un po’ di drybrush con HU11 e HU64. Le scrostature sono, naturalmente, in HU11 e il lavaggio finale è stato realizzato con terra di siena ad olio mooooolto diluita.

FOTO 14

Foto 14.

FOTO 15

Foto 15.

FOTO 16

Foto 16.

FOTO 17

Foto 17.

Asciugato il tutto (Foto n° 18, 19, 20), è venuto il momento di chiudere le semifusoliere; è ora di darsi da fare per cercare di riempire l’orrida voragine del pozzetto dei carrelli… servirà tanta, tanta pazienza e l’aiuto delle fotografie del Macchi C.200 esposto al Museo di Vigna di Valle. Ingredienti: un pezzo di plasticard da 0,75 (per limitare quanto possibile le deformazioni), filo di rame “recuperato” da fili elettrici di diverso spessore, fresina (o trapanino) a mano con punta 0.1 – 0.2), matita, forbici, taglierino, cianoacrilica e… un pezzo di filo di acciaio, di quello che si usa nei cantieri… poco, per carità, ne serve solo qualche cm!!!!!

FOTO 18

Foto 18.

FOTO 19

Foto 19.

FOTO 20

Foto 20.

FOTO 21

Foto 21.

Istruzioni per l’uso (Foto 21 e 22): per ricavare la forma delle due paratie ho usato, a fusoliera chiusa, il filo di acciaio “recuperato”, sagomandolo sulle pareti interne, prima per la forma anteriore poi per quella posteriore; ho poi disegnato le forme così ottenute sul pezzo di plasticard, che poi ho ritagliato seguendo i contorni.

FOTO 22

Foto 22.

FOTO 23

Foto 23.

Per costruire il castello motore, ovvero l’intelaiatura interna simulando le varie tubazioni, ho dapprima disegnato un trapezio su entrambe le paratie interne realizzate in plasticard, poi ho forato gli estremi della figura geometrica (Foto 21) e ho incollato con la ciano i primi 4 tondini di rame (a sezione maggiore), la cui lunghezza è stata determinata sulla base delle disposizioni definitive assunte dalle due sezioni di plasticard (Foto 23). Irrigiditosi il tutto (chiaramente dopo numerosi prova-e-riprova), dopo aver forato gli inviti per i cavi da posizionare in un secondo tempo, ho realizzato l’intelaiatura interna utilizzando piccoli pezzi di plastirod per i setti trasversali e il filo di rame a sezione minore per gli irrigidimenti a X.

FOTO 24

Foto 24.

FOTO 25

Foto 25.

Traendo spunto dalle fotografie disponibili, giusto per dare un minimo di veridicità al tutto, all’interno dell’intelaiatura del castello sono state posizionate le tubazioni, i cablaggi e i vari componenti, utilizzando poi le diverse colorazioni in HU14 (+ una goccia di HU64 con l’occhiometro per smorzare un po’) e HU99 (Foto 24, 25, 26, 27); poi la solita mano di acrilico trasparente, qualche lavaggio con colori a olio mooolto diluiti (Bruno Van Dick e Terra di Cassel), qualche schizzetto di HU11 e poi, finalmente, l’incollaggio definitivo, con relativa stuccatura (minima, per dire la verità, la sagomatura è riuscita abbastanza bene …)

FOTO 26

Foto 26.

FOTO 27

Foto 27.

Bene bene bene… A questo punto posso dire che l’età ci ha messo del suo, perché… non ho fatto molte fotografie riguardo l’assemblaggio del motore, la ripulitura della cappotta, la realizzazione dell’”anello” con i flabelli e i tubi di scarico… faccio ammenda e mi cospargo il capo di cenere, ma ormai il danno è fatto… Vediamo se riesco a riassumere: rispetto alla Foto n° 10, il lavoro (beh, oddio, lavoro è una parola impropria) maggiore è stato quello di costruire la seconda “stella” del radiale, incollarla all’altra previo inserimento di uno spessorino in plasticard per non fare “ballare” troppo l’anello di ancoraggio dell’elica (che ho montato in un secondo tempo per poter procedere nel modo migliore alla colorazione della cappottatura) e, infine, realizzare una terza stella costituita da un anello in plastirod sul quale ho montato i “raggi” realizzati sempre con tondini di plastirod, colorando il tutto con HU53 draibrushato con HU11 e lavato con nero acrilico.

FOTO 28

Foto 28.

FOTO 29

Foto 29.

La cappottatura motore è stata la cosa che più mi ha fatto soffrire… ho dovuto sottoscrivere una convenzione con il maggior produttore di carta abrasiva d’Europa per avere il minimo di fornitura necessaria alla pulizia del “manufatto”… due TIR carichi hanno stazionato presso casa mia giorno e notte, per consentirmi di portare a termine il lavoro; alla fine sono andato al vicino cantiere, dove stavano tirando su una palazzina di 5 piani e ho pregato il costruttore – persona veramente squisita, che ringrazio – di sospendere momentaneamente i lavori per girarmi tutto lo stucco pronto necessario per nascondere giunzioni, buchi, imperfezioni, voragini e quant’altro… certo, il modellino adesso pesa una novantina di chili ma tant’è… L’anello dietro la cappottatura (Foto 1, pezzo in basso a destra) è stato quasi completamente ricostruito con un pezzo di plasticard debitamente sagomato, sul quale sono stati ricavati i flabelli (leggermente aperti) e i tubi di scarico, realizzati con un pezzettino di alluminio (quello delle vaschette) arrotolato attorno a uno stecchino (quelli grossi, da involtino di carne…) e leggermente schiacciato.

FOTO 30

Foto 30.

FOTO 31

Foto 31.

Sorvolo tutta la descrizione dell’incollaggio della fusoliera, delle ali e della quantità industriale di stucco e ciano che è stata necessaria per dare un aspetto “decente” all’intero aeriuccio… chiaramente ho dovuto reincidere tutte le piastre sopra il vano armi in fusoliera, compresa la rivettatura…aghhhh!!! Dico solo che la fase di stuccatura, fra carteggiatura, riapposizione stucco, lisciatura, ecc… è durata quasi una settimana…In Foto 30 è visibile il lavoro fatto dopo la chiusura delle semifusoliere e delle semiali (“prima” sarebbe stato difficile rendersi conto delle dimensioni e della posizione esatta) per completare il “traliccio” del vano carrelli; la presa d’aria del carburatore è stata ricavata dall’aggiustamento di un “residuato” proveniente dalla banca dei pezzi. Tutti i tubi, i tralicci, i reggisportello, i pezzi di correntini, gli avanzi di centinatura, i comunque denominati cavi visibili sono stati realizzati con filo di rame. Che altro devo dire? Ah, già: come si vede in foto, è stato necessario chiamare la Confindustria per ottenere le tonnellate di materiale vario da costruzione, materiale necessario per dare una forma alla presa d’aria…E passiamo – finalmente! – alla mimetica; dopo aver lavato con uno straccetto pulito imbevuto di alcool le superfici del modellino, ho steso una mano di primer grigio utilizzando l’XF-25 per verificare eventuali obbrobri; dopo di che ho preso qualche immagine dalla varia documentazione disponibile per decidere quale esemplare realizzare… mi piaceva il tipo di verniciatura del C.200 esposto al Museo di Vigna di Valle, per cui mi son detto: visto che mi sto solo divertendo, perché non provarci? Ho cominciato a prendermi un po’ sul serio andando a trovare le corrispondenze dei colori da impiegare: Verde mimetico 2 (FS 34092); Giallo mimetico 4 (FS 30266); Bruno mimetico (FS 30227/30215); Grigio mimetico (FS 36231), e poi… ho buttato via tutto e ho fatto di testa mia!

FOTO 32

Foto 32.

FOTO 33

Foto 33.

Ho cominciato con il passare, ad aerografo, un paio di mani di XF62 addizionato con nero XF1 (approssimativamente 5 parti verde e 1 parte nero); non ho eseguito preshading perché… me ne sono dimenticato! Alla completa asciugatura di tutto ho cominciato a stendere, sempre ad aerografo, le prime “righine” con una miscela di XF57 e XF49; duse quasi chiusa, colore diluito al 50% con alcool bianco+acqua demineralizzata, pressione adeguata (dato soggettivo; alzavo leggermente e abbassavo leggermente a seconda del “bisogno”…) – ovviamente più bassa che alta! – E qui ci ho messo un po’ di tempo… A proposito: sempre in tema di esperimenti, il colore del ventre è stato steso dopo il completamento della mimetica superiore, per poter poi maneggiare meglio l’aeriuccio…

FOTO 34

Foto 34.

FOTO 35

Foto 36.

Passati i soliti due giorni di asciugatura (il buon Dan Peterson diceva: “melio non corere risski”), è venuto il momento di realizzare le “righine” complementari; all’uopo è nata una miscela composta da XF9 e XF10, con una punta di bianco XF2, passata ad aerografo con le stesse modalità di cui sopra… le proporzioni non le ho appuntate, sono andato con l’occhiometro… tanto era un esperimento!!! Asciugatosi il tutto, ho aerografato un paio di mani di lucido acrilico MM diluito al 50% con alcool bianco (sempre per poter maneggiare bene il “piccolo”, poi ho realizzato la fascia gialla in fusoliera e la cofanatura motore (X8); l’anello esterno della cofanatura è stato dipinto in copper MO-LAK, uno smalto che avevo da tanto tempo ma che si è rivelato essere ancora in ottime condizioni!!!!!!! Al termine di tutto, dopo aver, nel frattempo, realizzato anche la parte ventrale del bimbo con XF54 “ammorbidito” con qualche goccia di bianco XF2, sporcando poi il tutto con striscette di marrone residuo dalla miscela XF9+XF10 mooooolto diluita, altra mano di lucido acrilico sigillante e riposo per 24 ore e poi… mano alle decals e agli olii!!! Per le decals non è che avessi troppa scelta; ripetendo per l’ennesima volta il concetto di partenza, questo lavoro voleva essere solo un divertimento e una pura applicazione finalizzata a “scoprire” fino a dove arrivavo nel recupero di un povero, piccolo pezzo di plastica abbandonato…sigh sigh!! Il foglio che avevo, comunque, era proprio di un Macchi C.200 per cui non dovrei aver fatto troppe bestialità… nonostante l’età, le decals (dopo essere state ritagliate con pazienza per evitare il silvering) sono state posizionate senza troppe difficoltà, utilizzando i liquidi appositi (Mr Mark Softer e Mr Mark Setter) e sigillando il tutto, ad asciugatura avvenuta, con una ulteriore mano di lucido. Dopo un paio di giorni mi sono divertito a lavare (Foto 34 e 35) l’intero modello prima con Terra di Cassel a olio diluitissimo, e poi (pari diluizione) con Bruno Van Dick; le scrostature finali sono state realizzate con un pennellino 000 e smalto HU11. A proposito: il tettuccio è stato incollato con Vinavil, i tubi di scarico e le armi sono state dipinte con misture diverse di marrone, gun metal e nero di seppia, i pitot sono pezzettini di filo di rame, le luci di navigazione sono realizzate con gocce di Clearfix dipinte in verde e rosso trasparente acrilico. Il risultato finale è visibile in Foto 36; chiudo questa chiacchierata dicendo, ancora una volta, che questo piccolo lavoro non aveva nessuna pretesa e nessuna finalità se non quella di divertirsi, fare esperimenti diversi e cercare di andare più avanti possibile nel tentativo di restaurare i pezzi di plastica che avevo sul tavolo (vedi Foto 1), per ritrovare almeno l’idea e il profilo di un macchino. Mi sono proprio divertito!

Emilio “Pennanera”, maggio 2008

Mail: pennanera_dv@yahoo.it

FOTO 36

Foto 36.

Close-Up Picture:

le immagini si riferiscono all’esemplare conservato presso il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle (RM). Clicca sull’immagine per ingrandire:

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Giornata Azzurra 2008.

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Eravamo quasi 300.000 persone oggi, tutti riuniti sull’aeroporto Mario De Bernardi di Pratica di Mare per festeggiare la Giornata Azzurra 2008.

Painting & Modeling Tutorial: Mordor Orc Captain

Tools:

Clippers,

Glue (White Glue)

Green-stuff

Hobby knife

Sculpting knife.

Tile or anything (To put paint on)

Hand Drill

Materials:

Miniature Skull

Sprue

Sword, axe or any other right hand weapon

Iron wire

Modelling sand

Static Grass

Paints:

Bestial Brown

Bleached Bone

Brown Ink

Boltgun Metal

Burnished Gold

Chaos Black

Codex Grey

Dark Flesh

Fortress Grey

Graveyard Earth

Golden Yellow

Komando Khaki

Magenta Ink

Mithril Silver

Red Gore

Rotting Flesh

Scaly Green

Scorched Brown

Shadow Grey

Shining Gold

Skull White

Snakebite Leather

Terracotta

Vermin Brown

Step 1: Introduction

In this tutorial I’m going to teach you how to make an Orc Captain. First of all, you want to pick a cool model. I picked one of the standard mordor orc fighters:

I’d recommend using the same miniature as I did because that makes it a lot easier to follow the steps as we go.

Make sure you’ve got everything set up to go for it

I hope you really enjoy this tutorial, may it be a good help to you.

Step 2: Trimming

On this step we are going to be trimming our model. That means that all the unwanted stuff has to come off.

“Do I have to throw all those bits away??”

It’s really important not to throw away the bits of shield and hand you clip off, you want to use that later!!

I clipped off the shield at first with a cutter, and smoothened the arm out with a set of hobby knifes.

Then I scraped away some of the fur on his chest, because I want that to be armor later on. You can also cut away the hand in which he holds his sword, if you want that arm to carry an other weapon.

Step 3: Modeling

 

If you’ve done everything correctly your model should look like this:

Now we can get started with the modeling of this model.

First:

Find any alternative weapon that you want your model to wear. I really thought a doll-mace would do. Also scavenge around for some sprue (the rackets in which the plastic models are stored) and maybe some spare skulls or gondor heads. And you want to look for iron wire, but just really thin (the size of a miniature arrow) length doesn’t matter. And really the most important, green-stuff, the stuff we’re going to use for modeling armor.

Glue your alternate weapon to your models right hand, and set that to dry

Whilst waiting, you can already do a lot of other stuff. You could glue a skull to the platform the model is going to stand on, together with some sprue parts and bits of the clipped-off shield.

 

Then you prepare a shield for the guy.

 

“A shield?!!! But I thought you said to clip that off, like omg, what to do now!!!”

Don’t worry, this shield is going to look way better than the old one.

 

“But how, please tell me, I’m not that great at modeling miniatures”

Ok just drill to small holes into your new, cool shield. The holes have to have the same size as the iron wire. If you do not have such small drilling bits, just use a needle and pinch that all the way through. Then you clip the iron wire into arrow-sized bits and you glue them into the holes you’ve just created.

And voila:

 

Since your model should be dry by now just glue the shield to your models left arm.

Now we have come to the coolest part of modeling.

 

“And that is??”

 

Working with green-stuff of course. We are going to armor this guy up really well.

Before working with green-stuff you need to knead it, till it’s really equal green. Else you get something like this:

What you want is this:

Now keep your sculpting tools wet, and make sure to knead the green-stuff from time to time.

Apply small batches of green-stuff on the chest of your model, and maybe something on his hip, so you can make some sort of holster for his sword if you’ve still got that. And you could also get some on his head to make a nice little helmet.

For the part up his chest, you want to make a pattern of 2 vertical strokes close to each other a gap and then again 2 vertical strokes and a gap, and so on. Then you divide the slim strokes into little squares, and the broader strokes into rectangles so you get this pattern:

 

Now for the helmet you do practically the same only you start with a little blob of green-stuff. If you squish that, you get a nice pancake-shaped bit. You should press that gently on his head so it stays there and then you go and sculpt it up to a helmet. My finished helmet looked like:

 

I also made little arrow feathers, which isn’t quite hard actually.

Get really tiny blobs of green-stuff and wrap them around the arrow-ends, now it’s up to you. Just cut into the blobs with a bit of care, until you feel comfortable about the result. It was my first time to making arrow-feathers and they turned out really well.

Now you can set the whole thing to dry and settle for about 12 hours, because the green-stuff has to dry

IF YOU REACH THIS POINT, THAT MEANS ONLY ONE THING, YOU ARE HALF-WAY DONE!!

Authors note: “stop making useless sentences while writing tutorial”

Step 4: Painting

Prime your model with chaos black primer, or your paint your whole model black by brush

ARMOUR:

Start of by adding a layer of terracotta, and then a drybrush of red gore. Once that’s dry, give the armour another drybrush of mithril silver. After that you can paint it with shining gold, and give it a highlight of burnished gold. Then again you drybrush with mithril silver. To finish the whole armour of apply a wash of brown ink & magenta ink.

SHIELD AND ARROW:

 

FEATHERS

For the arrow-feathers you should start of with a layer of snakebite leather, and then highlight it with bleached bone. After the bleached bone, you could also apply golden yellow to the feathers, but you should do only if you like it.

SHAFTS

For the arrow-shafts you could start by painting them scorched brown and then highlight them with dark flesh.

SHIELD

For the shield part of the job you start by giving the wood part of the shield a layer of scorched brown. You give the metal edge a layer of boltgun metal. Highlight the shield with a first layer of dark flesh, then another layer of dark flesh mixed with snakebite leather. For further highlights you could just keep adding snakebite leather to the mix, till you come to the point where you’re using pure snakebite leather.

To finish the shield, wash it with brown ink.

FUR:

You give the fur a nice layer of snakebite leather. For the highlights on the fur add a little bleached bone to the snakebite leather and apply that mix. For further highlights you can just keep adding bleached to the mix, until it’s pure.

SHIRT:

You give the shirt he’s wearing a nice layer of vermin brown. Like with the fur you are again going to mix a little bleached bone through the vermin brown for each next layer, until you’ve got pure bleached bone.

SKIRT:

This model is wearing a skirt and that definitely needs some paint too. Start with a layer of scorched brown. For the highlights you are again using the same technique as with the shirt and fur, the only difference is that you are using komando khaki now (instead of bleached b).

 

SKIN:

The skin is the hardest part of the whole model and will take some time to get right.

You first mix equal parts scaly green & shadow grey and apply that as a first layer. Then you are going to add rotting flesh to the previous mix, and apply this new colour as a first highlight. Now add some more rotting flesh to the previous mix, and apply this as a second highlight. Do the previous step 2 times more. As a last step in skin painting you are going to give the head a very fine highlight of pure rotting flesh.

EYES

You could paint eyes on your model if you want, but I wouldn’t recommend that if you have never practised it before, or if you are a beginning painter. If you still want to paint them, give the eyeball a layer of skull white. Then take a fine detail brush, and paint a little black dot inside the eyeball

EXTRA’S:

The last step in process is about the base the model is standing on. Earlier we’ve added pieces of a broken shield, little bits of sprue and (in my case) a skull to the base.

SKULL

Paint the skull by giving it a layer of graveyard earth, and highlight it by adding bleached bone to the graveyard earth. Keep adding bleached bone to the mix for each next layer, till you are on pure bleached bone. As a last little highlight you could apply skull white.

STONES

Give the stones a first layer of codex grey, a highlight of fortress grey and to finish them of a drybrush of skull white.

BROKEN SHIELD

Give the shield a layer of scorched brown, and drybrush it with bestial brown.

SAND & GRASS

Now you’ve gone through all the steps you are going to glue sand to your base (use white glue). When the glue is dry, paint all the sand on the base with brown ink. When the layer of ink is dry (it will take about 5 hours), you drybrush it with bubonic brown, and after that with bleached bone. When everything is dry, add some random spots of static grass.

 

“So that’s what it takes to make an Orc Captain”

 

“I really hope you enjoyed”

 

Painting Eyes Tutorial

painting eyes

Explanation:
The most important thing behind painting eyes is steady hands and thin paint.
First of all, paint with your hands together, because everybody has a certain amount of shakiness in his hands, but by painting with hands together you can clear the shaking out mostly. But still, experiment first on seeing how to reduce your shaking as much as possible.

Light is another important factor, you might use a lamp that you can aim directly above the eyes, so you get a good view of what you are going to do.

Take out white paint (or whatever colour you want to use for the eye) and thin it down to where it’s just not clumpy anymore, so it will go on smoothly. Then paint the eyes carefully and try to stay within the lines of the eye. If you do accidentally spill some, make sure to repaint only when that colour is dry.

For the pupils in the eye, there is just not really a trick to, just focus and know where you want to put it. Thin down your paint again to where it’s just not clumpy anymore, all in the sake of smoothness. Now take out your smallest brush (if you haven’t done so already). I usually use a “Games Workshop, Citadel Fine Detail Brush” for this. Aim at your invisible target, and very slowly move your brush toward the eye, so you can re-aim if your not heading to where you want to (for example his nose, well actually if you are that far off you will not be able to paint the eyes anyway). Once you’ve placed the dot of black (or any other pupil colour) in the correct position, you are done with the eyes.

Personal Preference:
I like to paint my eyes at the very end of my model, when all my painting is done. This gives me some sort of freedom, to decide whether I even WANT to paint eyes or not. Sometimes a model looks cooler without them.

Beginner Tips:
Hold your hands firmly together and experiment with how to reduce your hand’s shakiness. Also try to paint your model’s eyes at the very beginning of the face, that so, if you make any mistakes you can cover that up easily later on. If you hate eyes anyway, experiment with painting them closed, because on most LOTR models this is very well possible. If you have trouble with painting eyes, try painting 40K Space Marines, they have eyes that should be fairly simple, and with some washes you can actually achieve some great effects on those eyes.

As an example, try painting 40K SM eyes white, and I mean totally white eyes. Then take out blue ink and thin it down with water, now you’ve got a wash. Put the wash on your model’s eyes and wait till it’s dry. Now repaint the centre of the eye with white (again thinned out till it’s not clumpy anymore). You should now have eyes that look simply amazing.

How To Paint Glorfindel

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Welcome to this tutorial.

In this tutorial I’m going to tell you how to paint “Glorfindel”.
-You need a lot of paints, to paint this model like I do

Paints Needed:

Chaos Black

Enchanted Blue/Ultramarines Blue

Ice Blue

Skull White

Codex Grey

Fortress Grey

Liche Purple

Shadow Grey

Chainmail

Bestial Brown

Tanned Flesh

Dwarf Flesh

Elf Flesh

Snakebite Leather

Vomit Brown

Bubonic Brown

Bleached Bone

Space Wolves Grey

Shining Gold

Flesh Wash/Chestnut Ink

Burnished Gold

Mithril Silver

Boltgun Metal

Scorched Brown

Material Needed:

Miniature 25mm Base

Static Grass

White Glue

Brush (GW or Other Brand)

Old Brush (Just Ye ‘Old)

Step 1 Inner Cape

Once you’ve given the model a basecoat -which means you painted it totally black/white-, you are ready to proceed.

Make a 1:1 mix of Enchanted Blue (or Ultramarines Blue) and Ice Blue, and add that as a fist layer, then mix some extra Ice Blue through your previous mix and add a next layer, making sure to not cover up all of the first mix in the deeper parts of the cape. After you’ve added some Ice Blue several times, you add a little skull white to the mix, and apply that to the cape. Make sure that with every next layer of paint you keep seeing the previous one, in that way you’ll get highlights.

This is what your model looks like after step 1:

 

Step 2 Dark Clothing

If you primed (prime is basecoat) your model black then you can skip this first bit of step two. If you primed your model with white, then you should paint his boots, and all the clothing black, except for the inside of the cape, which you’ve already done earlier.

Whether you’ve primed black or white, you should now have the same set-up for the clothing. Now you should make a 1:1 mix of Codex Grey and Chaos Black. Once this mix is made, highlight all the clothing you’ve painted black with it.

This is what your model looks like after step 2:

Step 3 Upper Robe

The robe is just a lot lighter then the rest of his clothing. Mix a little Codex Grey through Fortress Grey as a first layer. Then you highlight by adding some Fortress Grey to the previous mix and applying that to the model. Then you highlight your model with a bit of pure Fortress Grey. As a last layer you mix a little Skull White through the Fortress Grey and you apply that mix on the outer edges of the upper robe.

This is what your model looks like after step 3:

Step 4 Belt

You paint the belt by making a mix of 1:5 Liche Purple and Shadow Grey and adding

that to the belt. Highlight the belt by adding a little Fortress Grey to the mix and apply this mix on the edges of the belt.

This is what your model looks like after step 4:

Step 5 Armour

Drybrush the chain mail with Chainmail.

“-For some obvious reason I think you’d have figured that out yourself”

Further more we’ve got the arm plating. Start by giving these a layer of mixed up Codex Grey and Fortress Grey. As a highlight add some extra Fortress Grey to your previous mix. As a last layer you should add a little Skull White to the mix and apply this mix to the outer edges of the plates.

This is what your model looks like after step 5:

Step 6 Skin

Start of by giving the skin a layer of pure Bestial Brown. Then you give it a next layer of Tanned Flesh, making sure to maintain the first layer in the deepest crevices. Then give your skin a next layer of Dwarf Flesh, making sure to just highlight the face. Then add a layer of Elf Flesh on his cheeks, his throat muscles and his eyebrows. As a final layer add a little skull white to Elf Flesh, and make sure to only use this colour when you are in absolute need of highlights. Because this last layer is so much brighter then the previous ones it “might” screw the flesh up. But if you do it right it will look just fine.

Now for the eyes, if you feel for painting the eyes, here’s how to do so. You take the most accurate and smallest brush around. Now find a position in which you have almost no shaky hands. Brace yourself and aim for the eye. Take a deep breath once you’re near the eye and place a very small amount of Skull White on his eye. For the pupil, brace yourself again and aim for the centre of the eye. If you are to shaky at this point, don’t go for painting the pupil yet, but wait till your good. Remember that you can always give the eye another layer of white when you accidentally screw the pupil up.

This is what your model looks like after step 6:

Step 7 Golden Hair

For the hair you start with a layer of 1:1 mixed Snakebite Leather and Vomit Brown. Then you add a little bubonic brown to the previous mix and you drybrush the hair with this mix. Then you drybrush the hair again with pure Bubonic Brown. The last drybrush exists of a 1:3 mix of Bleached Bone and Bubonic Brown.

This is what your model looks like after step 7:

 

Step 8 Outer Cape

Give the outside of the cape a layer of pure Fortress Grey. Then add a little Space Wolves Grey through the Fortress Grey and apply a layer of this. Keep adding small amounts of Space Wolves Grey for each next layer. Keep in mind that with highlighting you want to be able to see every earlier layer. Like you are building a stair of colours. As a last highlight, add a little white to the Space Wolves Grey and apply that to the highest points of the cape.

This is what your model looks like after step 8:

Step 9 Last Details

You start by painting the crown on his head and the emblems on his boots with Shining Gold. Then you give the gold parts a thin wash of Flesh Wash (or Chestnut Ink). Highlight the gold parts with a 1:1 mix of Burnished Gold and Mithril Silver. Give the sword a layer of Boltgun Metal. Then apply some Chainmail to the sword, making sure to leave the triangle piece of sword, right above his hand painted with only Boltgun Metal. As a last layer to the sword, highlight it with Mithril Silver.

The last thing you’ve got to do is painting the swords handle. Paint the handle by giving it a first layer of Scorched Brown, then highlight it with a layer of 1:2 mixed Bleached Bone and Scorched Brown.

This is what your model looks like after step 9:

 

 

“- I hope you enjoyed this tutorial, and that it may be of great help to you.”

F-4J Phantom II – “Tomcatters” VF-31 U.S. Navy – dal kit Hasegawa in scala 1/72.

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Il Phantom II è uno dei classici del modellismo, chiunque prima o poi passa per questo modello, a me sinceramente la sua linea piace molto e già ho in programma di realizzarne un altro, intanto vi mostro il mio primo F-4J…

Il kit è in scala 1-72 e di marca Hasegawa, sinceramente non ho trovato questo kit molto intuitivo e ha necessitato di un bel po di stucco, carta vetrata e molti pannelli reincisi ex-novo. Naturalmente partendo dall’abitacolo ho avuto la sfortuna di non trovarci uno dei due sedili e ho adattato quello di un vecchio “104” opportunamente modificato… Costruito lo scarno abitacolo dei vecchi kit Hasegawa si monta la fusoliera costruita in quattro pezzi alla quale si attaccano le prese d’aria dei motori che non combaciano poi così bene. L’unico vero problema strutturale di questo kit è proprio questo. Una volta montato il tutto si procede con le ali che filano via in un baleno. La verniciatura è la parte che amo di più e come al solito ho usato il grigio 14 della molak come primer. La tinta a due tonalità di “bianco sporco” l’ho realizzata miscelando io le vernici con un po di pazienza. Nei vani dei carrelli e per i carrelli stessi la tinta è il bianco opaco. L’invecchiamento è effettuato tramite lavaggi di vernice acrilica nera diluita all’inverosimile mentre i pannelli sono realizzati parte con vernice diluita parte con matita a mina morbida. Le decal sono Hasegawa presenti nel kit e sono ottime!!! Era una vita che non toccavo decal così belle!!! Alla fine c’è la solita mano di trasparente opaco…spero vi piaccia perchè è un kit al quale sono affezionatissimo!!!

Saprete ormai tutto del Phantom, perchè è un modello molto amato dagli appassionati però qualche nozione vale la pena darla…per esempio il primo volo di un Phantom II è avvenuto il 27 maggio del 1958 e tra qualche giorno saranno 50 anni…il primo modello utilizzato dalla marina fu l’F-4B, seguito dal modello N. La versione “J” fu un ulteriore miglioria che ebbe il suo apice dello sviluppo nella versione “S”, ma ci furono altre versioni usate dall’aviazione militare. Questo caccia bi-sonico/bi-posto di dimensioni generose, 11,71 m di apertura alare, 17.28 m di lunghezza per 4,96 m di altezza, è stato prodotto in più di 5000 esemplari…

A voi il mio Phantom, a presto “CoB”…

Drybrush Tutorial.

O my, I really want to paint the armour on my minas warriors, but I haven’t got a steady hand, what to do

 

Here’s what to do, drybrush your model, it’s way quicker and gives extremely good results. You’ll look like a pro in no time.

“-And how am I supposed to ‘drybrush’ my model then.

Well, you should just read the article below and you’ll know. Come on go read it !!

 

Materials Needed

Minas Warrior

Old brush

Tin Bitz

Boltgun Metal

Paper

Sponge

Step 1 Preparing brush

You start by getting an old brush that isn’t screwed up too much.

Now open your pot of Tin Bitz and get only a little paint on your brush.

Once you’ve done that, wipe off the unneeded paint.

This is where your body comes in handy. You will need your fingernails for this, because with your fingernails you can test if you have wiped off enough paint, too much or too little.

You take your brush and paint one of your nails, if you see this

then you are ready to proceed.

Step 2 Drybrushing your model

When you feel happy with the amount of paint on your brush, then you are ready to paint your model. To drybrush properly you go over your model several times, and you shall not press down the brush down really hard.

Make sure that every metal part is done before doing the next layer of a different colour.

Step 3 Alternative’s

Since you are able to drybrush by yourself now, you can try it with other colours too. You can use it for hair, of for fur. You could also do several layers of drybrushing over one single piece of armour. For the multiple layer drybrush you start off with slightly more paint on your brush then explained in this tutorial. When you’ve got more paint on the brush, the paint will reach further down into crevices. With every next layer you shrink down the amount of paint on the brush, so every earlier layer remains visible.

Now go make some cool drybrushed models for me. Upload pictures of your results to miniwargaming.com and then me and some other guy’s on the forums will judge your skills. Just go back to your painting table now and make some awesome models.

Painting A Gondor Soldier (The easy way).

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Gondor Soldier

Paints Needed:

Chaos Black (Primer)

Chaos Black

Codex Grey

Tin Bitz

Bleached Bone

Brown Ink

Black Ink

Bubonic Brown

Boltgun Metal

Chainmail

Mithril Silver

Bestial Brown

Tanned Flesh

Dwarf Flesh

Elf Flesh

Scorched Brown

!!(before painting your model, prime it with black primer)!!

Step 1 Face:

Give the face a layer of Bestial Brown, wait until that’s dry and then highlight the face with Tanned Flesh. After you waited again until the layer was dry add a little Dwarf Flesh on area’s like eyebrows and cheeks. Then you fix area’s like the helmet and such, on which you spilled paint, with Chaos Black.

Step 2 Armour:

First of all, you drybrush the complete model (be careful not to do the face) with Tin Bitz. After that, drybrush the whole model again with Boltgun Metal this time.

Then you apply a last drybrush of Chainmail. When you’ve done all the drybrush layers you can apply a little watered down Black Ink to make sure you’ve got shades.

Step 3 Shield & Spear:

The shield is almost entirely black, except for the tree and the edge. If you are not that much into details you may find it hard to paint the tree on the shield up properly. Though there’s a really easy solution. Take out some Black Ink, and water that down (2:1), apply the watered down Black Ink as a wash on your shield. If you’ve done it right, the silver that went on the shield with the drybrush should only remain visible on the tree, the rest of the silver is now under a layer of black ink. For an easy spear, just paint the shaft Scorched Brown and drybrush it with a 1:2 mix of Bleached Bone and Scorched Brown. You can paint the metal part of the spear with Boltgun Metal.

Step 4 Clothing:

Now you are going to repaint all the clothing (which doesn’t mean armour and face, shield & spear) with Chaos Black. Mix up 2:1 Codex Grey and Chaos Black and apply that as a first highlight on the black clothing. Then highlight the clothing again with pure Codex Grey. Whenever you are highlighting, make sure that some colour of the previous layer remains visible, so you can see there are shades and highlights.