Storia di un vecchio plastico
Inviato: 3 marzo 2009, 23:21
Salve a tutti ragazzi, sono Yoshi.
Io e Koboki siamo appassionati di diorami e stiamo realizzando un plastico di ambientazione fantasy per le miniature del Signore Degli Anelli. Sto documentando le varie fasi e credo per il 2027 di poterne pubblicare il resoconto.
Nel frattempo ho pensato di pubblicare un articolo sul nostro precedente plastico (scomparso prematuramente), sperando che le (poche) (e scadenti) foto possano essere utili come spunto riguardo cosa fare e cosa non fare.
Storia di un vecchio plastico
scritto da: Yoshi
fotografie: Yoshi
Questa è la storia del nostro vecchio plastico.
Il fatto è che, un giorno, Koboki viene coinvolto in un incidente stradale e si ritrova bloccato a letto per diverso tempo: qualcuno gli porta un fascicolo di una orrenda versione di Warhammer e allora lui inizia a dipingere miniature. Non sapendo dove appoggiarle, prende un lastrone di polistirolo ed un panno di erba finta e ci appiccica sopra degli alberelli. A questo punto entro in scena io, che disgustato dalla grossolana struttura, inizio a modellare una montagna assemblando delle lastre di polistirolo a muzzo e bruciacchiandole con l'accendino.
Delle mirabolanti imprese che compimmo di lì in poi vi parlerò in seguito, fatto sta che il plastico è stato mangiato dai topi.
Insomma, non c'è niente da ridere! Purtroppo Koboki non è proprio quello che si dice una persona accorta, e succede che, dopo anni di cazzeggio a tempo perso, ci ritroviamo senza stanza da utilizzare. Il plastico viene <b>accuratamente</b> ritirato da Koboki, ed io me ne frego. Passa qualche anno e capita che io mi ritrovi una stanza in piu': decidiamo allora di rispolverare il vecchio plastico per riprendere i lavori. Dovesse mai capitarvi, evitate di ritirare senza imballarli dei pannelli di compensato e polistirolo in uno scatolone, senza sigillarlo, appoggiandolo su un vecchio armadio in una rimessa in campagna, vicino al mangime per le galline ed i conigli. Dovesse mai capitarvi.
Beh, perlomeno quando abbiamo aperto lo scatolone i topi erano già morti.
Come ho già detto, questo è un breve resoconto di quanto facemmo fino al disgraziato episodio, alla memoria del nostro vecchio plastico.
Iniziamo a fare polvere
Un pannello di polistirolo da un metro e mezzo per ottanta fa un casino di briciole. Anche la balsa, tagliata con un coltello da cucina su di un mobiletto da computer scassato, fa un bel po' di polvere. La mamma di Koboki guardava di sbieco il nostro plastico. Non sa apprezzare l'arte, quella donna.
Koboki scavò un piccolo fiume (una roggia) di traverso, e lo dipinse di blu. Gli alberelli, oltre ad essere cari come il fuoco, erano poco adatti alle miniature utilizzate perchè realizzati sulla stessa scala dei trenini elettrici.
Le miniature erano le prime dipinte da Koboki dell'edizione del Signore degli Anelli della de Agostini, più qualche intruso dei vecchi fascicoli di una di Warhammer. A Koboki piacevano molto i nanetti, anche se a me sembravano grezzi e privi di raffinatezza. Già, Koboki era nel frattempo passato ai fascicoli di SdA, decisamente molto più curati. Decidemmo però di tenere gli scheletri, a quel tempo dipinti di un bianco perlaceo che ne smussava le forme nascondendo però i particolari.
Come usare tanta balsa
Costruite una struttura larga 40 centimetri, alta quasi 20 e ben spessa. Fatele un bel portone, un ponte levatoio, merli begli spessi; una passatoia ed una bella scala per raggiungerla; ricopritela di grossi mattoni di balsa. Ecco che avrete usato un casino di legno.
Questo castello un po' fanciullesco nacque per fare compagnia alla torre, la nostra prima costruzione. Il complesso era sproporzionato, assurdo e decorato: ne siamo tutt'ora molto orgogliosi. Investimmo moltissimo tempo (e anche abbastanza lavoro) sulla cura dei particolari: il mio castello era dotato di ingresso con inferriata e ponte levatoio, collegato con delle catene ad un verricello (che girava); aveva sul retro una scalinata (con gradini enormi) che portava sulle mura, dotate di merli possenti. La parte posteriore era pavimentata con graziosissime pietre smussate ricoperte di erbetta ben tenuta, mentre l'edera si abbarbicava tra le fessure delle mura... Insomma era un po' da maniaci del ricamo e un po' giocattolo per bambini.
Castello e torre furono anche e soprattutto gli oggetti di ogni prova che facessimo, dai mattoni allo stucco. Alla mamma di Koboki non piaceva lo stucco.
La torre nacque da un parallelepipedo di balsa inizialmente costruito da Koboki, al quale applicai una testa ottagonale merlata e delle bordature per ispessirla e darle una struttura più massiccia. A quel tempo ero un vero e proprio maniaco del taglio della balsa. Iniziammo ad attaccare i pezzettini di balsa di scarto come mattoni: grave errore! Fummo infatti costretti a finirla in quel modo. Se incollare qualche mattoncino di legno può essere un'attività rilassante, ritagliarne e carteggiarne a centinaia non lo è tanto. C'è da dire che non avevamo fretta.
Come dettagli costruii un paio di finestre ed un balcone massiccio e pieno di particolari. La tettoia (estraibile per infilarci la miniatura) era composta da un telaio e da quelle bellissime placchette di rame che non so da dove fossero arrivate.
[continua]
Io e Koboki siamo appassionati di diorami e stiamo realizzando un plastico di ambientazione fantasy per le miniature del Signore Degli Anelli. Sto documentando le varie fasi e credo per il 2027 di poterne pubblicare il resoconto.
Nel frattempo ho pensato di pubblicare un articolo sul nostro precedente plastico (scomparso prematuramente), sperando che le (poche) (e scadenti) foto possano essere utili come spunto riguardo cosa fare e cosa non fare.
Storia di un vecchio plastico
scritto da: Yoshi
fotografie: Yoshi
Questa è la storia del nostro vecchio plastico.
Il fatto è che, un giorno, Koboki viene coinvolto in un incidente stradale e si ritrova bloccato a letto per diverso tempo: qualcuno gli porta un fascicolo di una orrenda versione di Warhammer e allora lui inizia a dipingere miniature. Non sapendo dove appoggiarle, prende un lastrone di polistirolo ed un panno di erba finta e ci appiccica sopra degli alberelli. A questo punto entro in scena io, che disgustato dalla grossolana struttura, inizio a modellare una montagna assemblando delle lastre di polistirolo a muzzo e bruciacchiandole con l'accendino.
Delle mirabolanti imprese che compimmo di lì in poi vi parlerò in seguito, fatto sta che il plastico è stato mangiato dai topi.
Insomma, non c'è niente da ridere! Purtroppo Koboki non è proprio quello che si dice una persona accorta, e succede che, dopo anni di cazzeggio a tempo perso, ci ritroviamo senza stanza da utilizzare. Il plastico viene <b>accuratamente</b> ritirato da Koboki, ed io me ne frego. Passa qualche anno e capita che io mi ritrovi una stanza in piu': decidiamo allora di rispolverare il vecchio plastico per riprendere i lavori. Dovesse mai capitarvi, evitate di ritirare senza imballarli dei pannelli di compensato e polistirolo in uno scatolone, senza sigillarlo, appoggiandolo su un vecchio armadio in una rimessa in campagna, vicino al mangime per le galline ed i conigli. Dovesse mai capitarvi.
Beh, perlomeno quando abbiamo aperto lo scatolone i topi erano già morti.
Come ho già detto, questo è un breve resoconto di quanto facemmo fino al disgraziato episodio, alla memoria del nostro vecchio plastico.
Iniziamo a fare polvere
Un pannello di polistirolo da un metro e mezzo per ottanta fa un casino di briciole. Anche la balsa, tagliata con un coltello da cucina su di un mobiletto da computer scassato, fa un bel po' di polvere. La mamma di Koboki guardava di sbieco il nostro plastico. Non sa apprezzare l'arte, quella donna.
Koboki scavò un piccolo fiume (una roggia) di traverso, e lo dipinse di blu. Gli alberelli, oltre ad essere cari come il fuoco, erano poco adatti alle miniature utilizzate perchè realizzati sulla stessa scala dei trenini elettrici.
Le miniature erano le prime dipinte da Koboki dell'edizione del Signore degli Anelli della de Agostini, più qualche intruso dei vecchi fascicoli di una di Warhammer. A Koboki piacevano molto i nanetti, anche se a me sembravano grezzi e privi di raffinatezza. Già, Koboki era nel frattempo passato ai fascicoli di SdA, decisamente molto più curati. Decidemmo però di tenere gli scheletri, a quel tempo dipinti di un bianco perlaceo che ne smussava le forme nascondendo però i particolari.
Come usare tanta balsa
Costruite una struttura larga 40 centimetri, alta quasi 20 e ben spessa. Fatele un bel portone, un ponte levatoio, merli begli spessi; una passatoia ed una bella scala per raggiungerla; ricopritela di grossi mattoni di balsa. Ecco che avrete usato un casino di legno.
Questo castello un po' fanciullesco nacque per fare compagnia alla torre, la nostra prima costruzione. Il complesso era sproporzionato, assurdo e decorato: ne siamo tutt'ora molto orgogliosi. Investimmo moltissimo tempo (e anche abbastanza lavoro) sulla cura dei particolari: il mio castello era dotato di ingresso con inferriata e ponte levatoio, collegato con delle catene ad un verricello (che girava); aveva sul retro una scalinata (con gradini enormi) che portava sulle mura, dotate di merli possenti. La parte posteriore era pavimentata con graziosissime pietre smussate ricoperte di erbetta ben tenuta, mentre l'edera si abbarbicava tra le fessure delle mura... Insomma era un po' da maniaci del ricamo e un po' giocattolo per bambini.
Castello e torre furono anche e soprattutto gli oggetti di ogni prova che facessimo, dai mattoni allo stucco. Alla mamma di Koboki non piaceva lo stucco.
La torre nacque da un parallelepipedo di balsa inizialmente costruito da Koboki, al quale applicai una testa ottagonale merlata e delle bordature per ispessirla e darle una struttura più massiccia. A quel tempo ero un vero e proprio maniaco del taglio della balsa. Iniziammo ad attaccare i pezzettini di balsa di scarto come mattoni: grave errore! Fummo infatti costretti a finirla in quel modo. Se incollare qualche mattoncino di legno può essere un'attività rilassante, ritagliarne e carteggiarne a centinaia non lo è tanto. C'è da dire che non avevamo fretta.
Come dettagli costruii un paio di finestre ed un balcone massiccio e pieno di particolari. La tettoia (estraibile per infilarci la miniatura) era composta da un telaio e da quelle bellissime placchette di rame che non so da dove fossero arrivate.
[continua]