Modellismo... parola che a me bambino non diceva niente. Conoscevo i trenini perchè papà per Natale me ne aveva comprato uno ma, montare dei pezzi in plastica? Parlate del Lego, vero?
Invece, un giorno, al compleanno di un mio caro compagno di classe (9 anni), lui mi regalò una scatola. Lo so è assurdo, il festeggiato che fa regali per gli invitati ma, Giovanni Battista (guai ad accorciare il nome! era capace di svergognare pure gli adulti), detto Giova solo da noi amici intimi, era a dir poco unico.
In cosa consisteva questo regalo? Era una scatolina con sopra un bellissimo disegno di un aereo tedesco: il Messerschmitt BF-109 in scala 1:72 della Airfix.
Arrivato a casa, aprii la scatola e... sorpresa! I pezzi erano tutti attaccati a una struttura in plastica. Che fare? Istruzioni in tutte le lingue, tranne l'italiano ovviamente

, però... che voglia di montarlo. E così fu. Forbicina taglia unghie della mamma, il mastice del papà e... che casino! Ma soprattutto che goduria! La colla teneva così bene che ci vollero molti voli per distruggerlo.
Ho da sempre amato la storia e la tecnica (con un amico marinammo la scuola solo per poter assistere in diretta, in un negozio di elettrodomestici, al primo volo dello Shuttle), perciò poter avere tra le mani un aereo, il massimo della tecnologia umana, osservarne le varie parti, immaginare cosa facevano e chi li pilotava accesero in me un fuoco immenso. Ne volevo subito un altro.
Ma non solo, volevo avere tutti i libri che parlassero di loro che, potessero aprire la porta che portava a questo incredibile mondo. Solo che di soldi...
Dovetti aspettare le prime mancette e così arrivò finalmente un Heinkel He-111 sempre Airfix in plastica... azzurina.
Come molti altri di voi, i soldi non c'erano ma, le visite al negozio di modellismo erano gratis

. Ricordo ancora il mio primo catalogo in assoluto: Airfix. Quanto l'ho sfogliato e non tanto per avere quei modelli ma, solo per godere dei disegni che rappresentavano i modelli venduti dalla casa inglese.
Ricordo ancora oggi, quando a Bolzano aprì un nuovo negozio e il mio stupore nel vedere che esisteva perfino una marca giapponese. Lo scaffale del negozio era incredibilmente pieno di scatole, disegni ed erano tutti carri armati, mezzi militari. Il negoziante mi disse che la marca si chiamava Tamiya e ne aprii una per mostrarmi come erano fatti. Bellisimi...
Ho ancora la Kubelwagen che comprai al istante! (era quello che costava meno...

)
Aerei, carri, il primo aerografo, un Badger 150 (350.000 lire di 30 anni fa, una follia!) e poi la scoperta di Tuttostoria! Quante ferie avrà fatto con i miei soldi il signor Albertelli?
Poi arrivò la stanchezza... ma, non volevo separarmi per sempre da quelle scatole. Così come alcuni giocattoli che sono ancora con me (il mio orsetto e il dromedario in peluche hanno un posto speciale nella mia libreria) decisi di mettere tutto in una scatola. Sapevo che il fuoco sarebbe tornato...
E alla fine, anche per "colpa" vostra, rieccomi qui, in mezzo a colle, vernici ma, stavolta, anche tra amici!
