Le ferie stanno per volgere al termine e devo approfittare degli ultimi giorni di tranquillità per spingere un pò l'acceleratore con il '109. Quindi... ecco a voi le foto del cockpit praticamente ultimato!
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Valerio, su Flickr
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Valerio, su Flickr
Come standard, l'abitacolo dei Gustav era in RLM66 SCHWARTZGRAU per cui ho scelto il Gunze H-416. Appena steso risulta un pò chiaro ma dopo i lavaggi ad olio ( nero d'avorio Maimeri passato sulla vernice non protetta da trasparenti) il tono si è scurito a dovere. Per mettere in risalto i dettagli ho applicato la solita tecnica del Dry Brush eseguita con un grigio medio ad olio non diluito (mix di bianco di Marte e nero d'avorio) e un pennello a setole piatte e dure... l'importante è scaricare molto il colore in modo da avere delle luci morbide e perfettamente integrate col resto del cockpit.
Altri particolari sono stati verniciati tutti con acrilici Vallejo prendendo come riferimento l'abitacolo dell'unico Gustav ancora originale esistente al mondo, e conservato in Australia (il web è pieno di foto ma si riferiscono quasi sempre ad esemplari restaurati).
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Per il cruscotto la Brassin fornisce due opzioni, una completamente in resina con dettagli già stampati e strumentazione in decal; l'altra con cruscotto di base in resina liscio e fotoincisioni per i particolari restanti. Inizialmente avevo scelto il pannello in resina ma dopo aver posato gli strumenti in decal il risultato non mi soddisfaceva a pieno.
Alla fine ho deciso di optare per il pannello misto resina e fotoincisioni ma, dato che quest'ultime sono le classiche pre-colorate con colore di base completamente sbagliato e molto lontano dall'RLM66 di fondo, ho deciso di riverniciarle col Gunze e uniformare il tutto. I dettagli persi li ho ripristinati con un pennello triplo 0 e parecchia pazienza. Alcuni dettagli li ho profilati, dopo l'opaco finale, con del nero ad acquerello per definirli meglio e dargli ulteriore profondità; ci vuole mano ferma ma il procedimento dà molte soddisfazioni... questo tipo di pigmenti sono molto versatili e si possono sfumare con facilità, oltre ad essere reversibili (basta un cottonfioc umido di acqua per eliminare tutto).
Le cinture sullo schienale le ho tralasciate di proposito... dovrò, infatti, stuccare tutta la zona dietro il seggiolino e, di conseguenza, ripristinare la verniciatura... le aggiungerò alla fine del montaggio.
Devo dire che il macro è abbastanza impietoso... ad occhio nudo l'abitacolo ha una definizione migliore. Dovete fidarvi sulla parola...!
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Il mio esemplare era equipaggiato col collimatore di tiro REVI 16b (nel set è fornito anche il precedente REVI 12c, quindi attenzione a scegliere quello corretto). Il sistema di puntamento rappresentava l'evoluzione del precedente 12c ed era montato su di un'asta che scorreva all'interno di un tubo fissato sul cruscotto; in questo modo poteva essere spostato in lunghezza in base alle esigenze del pilota e, soprattutto, ruotato e abbattuto per occupare meno posto e lasciare libera la visuale. Questa caratteristica fu introdotta per evitare che i piloti potessero urtarci la testa contro durante gli atterraggi pesanti o in situazioni di emergenza (cosa frequente con il REVI 12c che, invece, era fisso e non abbattibile).
Il collimatore della Eduard è stampato in un unico pezzo ma, controllando le misure dell'abitacolo col parabrezza appoggiato sulla fusoliera, l'asta telescopica risulta un pò troppo lunga (e anche abbastanza fragile). Per bypassare qualsiasi problema e ottenere una struttura più resistente ho deciso di replicare in scala il sistema reale, ovvero ho utilizzato un tubicino di ottone della Albion Alloy da 0,5mm passante nel pannello strumenti e un tondino da 0,4 fissato sulla scatola del collimatore con un goccio di Attack. In questo modo, al momento di fissare definitivamente il parabrezza, potrò aggiustare la posizione del REVI con facilità e senza troppi patemi d'animo.
Per oggi è tutto... domani spero di chiudere le fusoliere. Stay Tuned!