Spitfire PR XIX - Airfix 1/72
Inviato: 17 dicembre 2009, 11:31
Salve a tutti,
finalmente sono riuscito a scattare qualche foto al modello completato e quindi eccomi qui per raccontarvi qualcosa del kit e leggere i vostri
commenti\suggerimenti per le prossime realizzazioni.
L'aereo
Lo Spitfire PR XIX è l'ultima versione del caccia inglese appositamente costruita per i compiti di ricognizione fotografica (PR - Photo Reconnaissance)
e l'unica tra i photo recon ad essere motorizzata Griffon.
L'aereo, completamente disarmato, conta su una velocità massima di 716 Km\h ed una velocità di crociera di 430Km\h con una tangenza di quasi
13.000 metri ed una autonomia massima di 2250 Km.
Il cockpit è pressurizzato grazie ad una pompa collegata al motore.
L'equipaggiamento fotografico comprende due ottiche montate verticalmente in fusoliera ed una montata
obliquamente situata dietro all'abitacolo sul lato sinistro.
Il totale della produzione ammonta a 225 macchine cha hanno prestato servizio operativo a partire dal 1944.
Il modello da me raffigurato appartiene all'Aeronautica Militare Svedese - dove riceve la denominazione di S31.
Nel 1945 la Svezia converte dei vetusti P-35 per compiti di ricognizione fotografica ma già nel '48, complice il ritardo nello sviluppo della versione
photo recon del Saab J29, la necessità di rinnovare la propria flotta impone l'acquisto di 50 Spitfire PR XIX surplus RAF.
L'ultimo S31 viene ritirato nell'Agosto del '55.
Curiosità
- 1 Aprile 1954, uno Spitfire PR XIX - PS 915 - vola l'ultima missione operativa di uno Spit con i colori della RAF.
Lo stesso aereo è attualmente utilizzato dal Battle of Britain Memorial Flight e riporta la scritta "The last!" sulla cofanatura sinistra del motore.
- Anni '50, un S31 svedese riceve una colorazione civile e relativi codici di immatricolazione per condurre missioni di spionaggio ai danni
della basi navali russe del baltico.
- 1963, la RAF utilizza un PR XIX per condurre alcuni test di dog fight con il BAC Lightning.
Kit&Costruzione
Una delle ultime uscite dell'Airfix ad un costo di circa 6€.
La scatola contiene 5 sprue più quello dei trasparenti mentre il foglio decal permette di riprodurre un esemplare RAF basato ad Hong Kong ed uno svedese.
Il kit è estremamente semplice nel montaggio con incastri quasi perfetti che permettono una costruzione molto lineare e veloce.
L'uso dello stucco è ridotto al minimo e, forse, più dovuto alla mia scarsa attitudine alle prove a secco piuttosto che ad una reale necessità.
L'incisione delle pannellature è troppo profonda ma, con l'aiuto di una "pesante" mano di primer, l'effetto finale non è male.
L'abitacolo è... vuoto... vuoto è la parola adatta ma ho visto che Pavla ha già rilasciato sul mercato un paio di set per dettagliare cockpit
e gruppo motore.
Gli interni e gli altri componenti dell'abitacolo sono stati aerografati in Interior Green (XA1117) mentre i dettagli (pannello strumenti, cloche, sedile)
hanno ricevuto le opportune colorazioni. Da notare comunque che, avendo anche inserito il "pilotino, una volta chiuso l'abitacolo non si riesce a vedere
quasi niente del suo interno.
L'unica modifica, forse più un aggiunta, apportata è stato l'inserimento del pannello di controllo delle fotocamere ottenuto sagomando ad hoc un pezzetto
di sprue e colorandolo in grigio chiaro.
Questo "scatolotto" si trova nella posizione occupata dalla parte inferiore del collimatore e quindi rimane visibile anche a tettuccio chiuso.
Una volta unite le 2 semifusoliere il più è fatto: i piani di coda si incastrano alla perfezione, la giunzione ali-fusoliera riproduce bene il diedro
caratteristico. Solo un po' di Mr. Surfacer è stato necessario sulla giunzione superiore tra semiali e carlinga.
Personalmente preferisco riprodurre gli aerei in configurazione pulita ed ho quindi optato per l'uso dei pezzi che consentono di ottenere i carrelli
in posizione retratta (anche i vani carrelli e i carrelli stessi necessiterebbero di un maggior dettaglio al pari dell'abitacolo).
In sintesi, il kit è molto buono, rappresenta in maniera accurata le forme del PR XIX e si monta con molta facilità.
Le decal sono praticamente da buttare: errate e fuori registro quelle svedesi, fuori registro quelle inglesi e tutte molto spesse.
Colorazione
Una volta mascherati i trasparenti - tanto è stato noioso mascherare i vetri del cockpit tanto è stato semplice mascherare le 3 aperture
per le fotocamere grazie all'uso di una pinza per fare buchi nelle cinte: selezioni la misura del cerchio che devi coprire, attacchi del nastro
su un pezzo di plasticard, stringi la pinza e ti ritrovi con tutti i "cerchietti" che ti occorrono.
Una volta asciutto il primer ho dato una mano di PRU Blue XA1008 su tutto l'aereo.
I colori Xtracrilyx asciugano molto rapidamente ed hanno una buona resa ad aerografo anche nelle mie mani.
Una volta che il colore si è asciugato ho dato una prima mano di Future a pennello ed ho combinato il primo "casino"...
in più punti sono rimaste "gocciolone" secche di cera che non si erano affatto autolivellate.
Armato di cotton fioc imbevuto in acetone - quello usato per rimuovere lo smalto dalle unghie - ho eliminato questi spessi residui di cera e
ho combinato un altro casino... ho asportato un po' di vernice dalla fusoliera.
A questo punto ho rimediato al danno producendomi in un ulteriore casino...
il colore dato a pennello per rattoppare è risultato essere peggio della plastica nuda.
Un po' di carteggio con la 1200 molto bagnata e insaponata a ridotto il danno.
Nuova mano di Future a pennello - questa volta data con molta più cognizione di causa - e dopo più di 24 ore ho iniziato la posa delle decal.
Come detto, anche in un altro post, le decal sono spesse e pur essendo state trattate con il Softner della Gunze rimangono abbastanza rigide.
Ripassarle con un stecchino per farle aderire alle pannellature è stato un processo lungo, tedioso e non privo di rischi e danni.
L'elica è stata spruzzata in XF-1 e successivamente mascherata per dare il giallo XF-3 ad aerografo sulle estremità.
L'ogiva ha invece ricevuto un paio "passate" di rosso X-7.
Gli scarichi sono stati dipinti in Oily Steel Vallejo, Wood Grain sempre Vallejo per dare l'effetto brunito e successiva mano di gun metal stradiluito
per donare qualche riflesso metallico.
Successivamente, grazie ai vostri consigli, ho desaturato le decal con lo stesso PRU Blue diluito in un rapporto di 1 a 9 parti di diluente.
Infine ho provato per la prima volta un leggero "weathering" usando più "mezzi":
- acquerelli per dare un po' di marrone alle ruote e relativi cerchioni.
- nero acrilico Vallejo stradiluito per evidenziare alettoni, flap e alcune pannellature selezioante (a me gli aerei piacciono piuttosto puliti).
- set Tamiya per i fumi di scarico.
Nuova mano di Future a sigillare tutto ma, questa volta data ad aerografo.
Ed ora qualche foto... seppur brutte...
Ciao, V
P.S. Domenica dovrei iniziare a mettere mano a un F2A-2 in 1/32
finalmente sono riuscito a scattare qualche foto al modello completato e quindi eccomi qui per raccontarvi qualcosa del kit e leggere i vostri
commenti\suggerimenti per le prossime realizzazioni.
L'aereo
Lo Spitfire PR XIX è l'ultima versione del caccia inglese appositamente costruita per i compiti di ricognizione fotografica (PR - Photo Reconnaissance)
e l'unica tra i photo recon ad essere motorizzata Griffon.
L'aereo, completamente disarmato, conta su una velocità massima di 716 Km\h ed una velocità di crociera di 430Km\h con una tangenza di quasi
13.000 metri ed una autonomia massima di 2250 Km.
Il cockpit è pressurizzato grazie ad una pompa collegata al motore.
L'equipaggiamento fotografico comprende due ottiche montate verticalmente in fusoliera ed una montata
obliquamente situata dietro all'abitacolo sul lato sinistro.
Il totale della produzione ammonta a 225 macchine cha hanno prestato servizio operativo a partire dal 1944.
Il modello da me raffigurato appartiene all'Aeronautica Militare Svedese - dove riceve la denominazione di S31.
Nel 1945 la Svezia converte dei vetusti P-35 per compiti di ricognizione fotografica ma già nel '48, complice il ritardo nello sviluppo della versione
photo recon del Saab J29, la necessità di rinnovare la propria flotta impone l'acquisto di 50 Spitfire PR XIX surplus RAF.
L'ultimo S31 viene ritirato nell'Agosto del '55.
Curiosità
- 1 Aprile 1954, uno Spitfire PR XIX - PS 915 - vola l'ultima missione operativa di uno Spit con i colori della RAF.
Lo stesso aereo è attualmente utilizzato dal Battle of Britain Memorial Flight e riporta la scritta "The last!" sulla cofanatura sinistra del motore.
- Anni '50, un S31 svedese riceve una colorazione civile e relativi codici di immatricolazione per condurre missioni di spionaggio ai danni
della basi navali russe del baltico.
- 1963, la RAF utilizza un PR XIX per condurre alcuni test di dog fight con il BAC Lightning.
Kit&Costruzione
Una delle ultime uscite dell'Airfix ad un costo di circa 6€.
La scatola contiene 5 sprue più quello dei trasparenti mentre il foglio decal permette di riprodurre un esemplare RAF basato ad Hong Kong ed uno svedese.
Il kit è estremamente semplice nel montaggio con incastri quasi perfetti che permettono una costruzione molto lineare e veloce.
L'uso dello stucco è ridotto al minimo e, forse, più dovuto alla mia scarsa attitudine alle prove a secco piuttosto che ad una reale necessità.
L'incisione delle pannellature è troppo profonda ma, con l'aiuto di una "pesante" mano di primer, l'effetto finale non è male.
L'abitacolo è... vuoto... vuoto è la parola adatta ma ho visto che Pavla ha già rilasciato sul mercato un paio di set per dettagliare cockpit
e gruppo motore.
Gli interni e gli altri componenti dell'abitacolo sono stati aerografati in Interior Green (XA1117) mentre i dettagli (pannello strumenti, cloche, sedile)
hanno ricevuto le opportune colorazioni. Da notare comunque che, avendo anche inserito il "pilotino, una volta chiuso l'abitacolo non si riesce a vedere
quasi niente del suo interno.
L'unica modifica, forse più un aggiunta, apportata è stato l'inserimento del pannello di controllo delle fotocamere ottenuto sagomando ad hoc un pezzetto
di sprue e colorandolo in grigio chiaro.
Questo "scatolotto" si trova nella posizione occupata dalla parte inferiore del collimatore e quindi rimane visibile anche a tettuccio chiuso.
Una volta unite le 2 semifusoliere il più è fatto: i piani di coda si incastrano alla perfezione, la giunzione ali-fusoliera riproduce bene il diedro
caratteristico. Solo un po' di Mr. Surfacer è stato necessario sulla giunzione superiore tra semiali e carlinga.
Personalmente preferisco riprodurre gli aerei in configurazione pulita ed ho quindi optato per l'uso dei pezzi che consentono di ottenere i carrelli
in posizione retratta (anche i vani carrelli e i carrelli stessi necessiterebbero di un maggior dettaglio al pari dell'abitacolo).
In sintesi, il kit è molto buono, rappresenta in maniera accurata le forme del PR XIX e si monta con molta facilità.
Le decal sono praticamente da buttare: errate e fuori registro quelle svedesi, fuori registro quelle inglesi e tutte molto spesse.
Colorazione
Una volta mascherati i trasparenti - tanto è stato noioso mascherare i vetri del cockpit tanto è stato semplice mascherare le 3 aperture
per le fotocamere grazie all'uso di una pinza per fare buchi nelle cinte: selezioni la misura del cerchio che devi coprire, attacchi del nastro
su un pezzo di plasticard, stringi la pinza e ti ritrovi con tutti i "cerchietti" che ti occorrono.
Una volta asciutto il primer ho dato una mano di PRU Blue XA1008 su tutto l'aereo.
I colori Xtracrilyx asciugano molto rapidamente ed hanno una buona resa ad aerografo anche nelle mie mani.
Una volta che il colore si è asciugato ho dato una prima mano di Future a pennello ed ho combinato il primo "casino"...
in più punti sono rimaste "gocciolone" secche di cera che non si erano affatto autolivellate.
Armato di cotton fioc imbevuto in acetone - quello usato per rimuovere lo smalto dalle unghie - ho eliminato questi spessi residui di cera e
ho combinato un altro casino... ho asportato un po' di vernice dalla fusoliera.
A questo punto ho rimediato al danno producendomi in un ulteriore casino...
il colore dato a pennello per rattoppare è risultato essere peggio della plastica nuda.
Un po' di carteggio con la 1200 molto bagnata e insaponata a ridotto il danno.
Nuova mano di Future a pennello - questa volta data con molta più cognizione di causa - e dopo più di 24 ore ho iniziato la posa delle decal.
Come detto, anche in un altro post, le decal sono spesse e pur essendo state trattate con il Softner della Gunze rimangono abbastanza rigide.
Ripassarle con un stecchino per farle aderire alle pannellature è stato un processo lungo, tedioso e non privo di rischi e danni.
L'elica è stata spruzzata in XF-1 e successivamente mascherata per dare il giallo XF-3 ad aerografo sulle estremità.
L'ogiva ha invece ricevuto un paio "passate" di rosso X-7.
Gli scarichi sono stati dipinti in Oily Steel Vallejo, Wood Grain sempre Vallejo per dare l'effetto brunito e successiva mano di gun metal stradiluito
per donare qualche riflesso metallico.
Successivamente, grazie ai vostri consigli, ho desaturato le decal con lo stesso PRU Blue diluito in un rapporto di 1 a 9 parti di diluente.
Infine ho provato per la prima volta un leggero "weathering" usando più "mezzi":
- acquerelli per dare un po' di marrone alle ruote e relativi cerchioni.
- nero acrilico Vallejo stradiluito per evidenziare alettoni, flap e alcune pannellature selezioante (a me gli aerei piacciono piuttosto puliti).
- set Tamiya per i fumi di scarico.
Nuova mano di Future a sigillare tutto ma, questa volta data ad aerografo.
Ed ora qualche foto... seppur brutte...
Ciao, V
P.S. Domenica dovrei iniziare a mettere mano a un F2A-2 in 1/32