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Gladiatore Tracio Romano 75mm - Il mio primo S-figurino

Inviato: 6 gennaio 2020, 21:17
da Kuma
Ed eccolo qua il mio primo mal capitato, un gladiatore Tracio dall'aspetto tronfio, uno smargiasso che ho subito ribattezzato lo sborone.

L'ho scelto per due motivi, mi piacciono molto i gladiatori (ma non solo) e il fatto che non avesse molte cose in dosso mi ha indotto a pensare (e magari qui ha già fatto il mio primo errore) che sarà più semplice dipingerlo. Oltremodo avendo anche così tanta pelle esposta, mi darà l'occasione di praticare la realizzazione dell'incarnato, che mi affascina parecchio (anche il panneggio per la verità).

Le domande invece che vorrei farvi sono tre, per il momento.
- La prima è, dipingendo la pelle (o anche qualsiasi altra parte o pezzo del figurino) mi devo preoccupare rigorosamente di non passare sopra gli altri pezzi che lo compongono?
Faccio un esempio, se mentre sto dipingendo il petto mi parte una pennellata sulla cinghia o sul panno mi devo preoccupare oppure il colore dei primi passaggi è facilemente ricopribile ?
- La seconda domanda è, dopo avere pulito il pezzo, averlo lavato ed eventualmente elimianto le sbavature, devo assemblarlo e dipingerlo senza i pezzi piu piccoli come l'elmo che faro a sè?
- Incollo solo con attack oppure devo usare colle differnenti per scopi differenti ? Io utilizzerei solo qualcosa come la huhu per fare le prime prove di posa e poi andrei di attack.

Grazie



UN PO' DI STORIA Fonte http://storieromane.altervista.org/i-gladiatori/ I gladiatori
L’origine della gladiatura viene fatta comunemente risalire al 264 a.C., anno di scoppio della prima guerra punica, per commemorare il defunto Decimo Bruto Pera. Nel corso del tempo i gladiatori sono stati spesso avvicinati agli etruschi, tuttavia sembrerebbe più plausibile un’influenza greca: già nell’Iliade Omero narra che Achille aveva organizzato dei giochi funebri per Patroclo; inoltre i più antichi anfiteatri sono situati nell’area campana, sottolineando la vicinanza più con il mondo greco e osco-sannita che quello etrusco.

Organizzazione e preparazione
Di solito i gladiatori si esibivano a coppia; il loro spettacolo era il momento culminante della giornata nell’anfiteatro: alla mattina c’erano le venationes (i combattimenti tra cacciatori e belve), a mezzogiorno le esecuzioni capitali (in questo caso l’arena fungeva da piazza pubblica) e poi nel pomeriggio i combattimenti tra gladiatori. Le condanne a morte potevano essere molto fantasiose, con ad esempio un condannato che interpretava Icaro, con delle ali di cera e veniva lanciato dal punto più alto del Colosseo; si poteva anche essere condannati a combattere come gladiatori.

Avvenivano anche distribuzioni di cibo per gli spettatori che passavano dunque l’intera giornata nell’anfiteatro, distribuiti in settori differenti a seconda del censo, della classe sociale e del sesso: nel Colosseo sedevano nei posti migliori, più in basso e vicini all’arena, l’imperatore, poi i senatori, le vestali, i cavalieri e via via salendo diminuiva il rango sociale, fino ad arrivare alle donne e agli schiavi.

Dunque, giunti al pomeriggio entravano in scena i gladiatori: di solito il numero di coppie, in base ai dati archeologici ed epigrafici, era compreso tra 6 e 12, ma in alcuni casi, come i giochi trionfali di Traiano, si giungeva ad ingaggiarne molti di più. Anche la durata dei munera era variabile: alcuni si concludevano in giornata, altri andavano avanti per settimane. I combattimenti in gruppo (gregatim) in genere riguardavano i condannati a morte.

Il pollice verso
L’idea del pollex versus è stata totalmente travasata dai moderni. In antichità per giudicare i gladiatori – ai quali dal I sec. d.C. erano vietati combattimenti all’ultimo sangue (senza contare i costi e i pochi combattimenti gladiatori l’anno che rendevano uno spreco totale l’uccisione ripetuta di gladiatori che secondo i più avveniva normalmente nell’anfiteatro. E’ un caso diverso quello dei damnati ad ludum, cioè condannati a morte che devono combattere nell’arena) – si usava il pollex versus, che però era rivolto verso l’alto o orizzontalmente, a indicare una spada che uccide (e il pubblico urlava probabilmente “iugula!“, ossia “uccidi!”, mentre il pollex pressus, ossia il pugno chiuso, indicava una spada nel fodero e quindi il risparmiare del gladiatore sconfitto (cosa che era l’assoluta normalità – veniva decretata la morte solo se lo sconfitto aveva combattuto veramente male o vigliaccamente, cosa alquanto improbabile per gladiatori professionisti), mentre il pubblico urlava “mitte!“, ossia “lascialo andare”.


Armi e armature
Questi spettacoli, oltre a seguire regole ben precise (c’era sempre un arbitro – chiamato summa rudis e un assistente- a controllare che il combattimento fosse leale e nelle regole, pronto a dividere la coppia con un bastone, più o meno come accade oggi nel pugilato – paragone ancora più calzante se si considera che i gladiatori combattevano a petto nudo), erano regolamentati anche negli armamenti: gli abbinamenti tra armaturae erano sempre gli stessi.

Le quattro armaturae più diffuse erano: i secutores che affrontavano i reziari e i mirmilloni contro i traci. I reziari, i più particolari in assoluto, erano muniti di una rete e un tridente: se catturavano l’avversario questo non aveva scampo; d’altro canto i secutores erano molto mobili e potevano evitare facilmente la rete. I mirmilloni erano i più corazzati, con uno scudo rettangolare e un pesante elmo che però rendeva difficoltosa la vista; i traci avevano la tipica spada ricurva in punta. L’elmo del secutor era simile a quello del mirmillone, ma era sferico e liscio, per far scivolare la rete e non farla rimanere impigliata.

C’erano anche altri tipi di gladiatori, meno diffusi ma non per questo meno particolari: l’oplomaco combatteva come un oplita greco, con scudo rotondo e lancia, e generalmente combatteva con il mirmillone. Il provocator aveva un equipaggiamento simile al mirmillone, ma aveva uno scudo più piccolo e una placca di protezione sul torace. C’erano poi i cavalieri (equites) e gli essedarii (soldati dal carro), ma entrambi combattevano a piedi: i primi con uno scudo tondo, elmo, un pugnale e una tunica (unici gladiatori ad averla); gli essedarii pugnale, scudo ovale ed elmo con paraguance. Provocator, equites e essedarii combattevano in modo simmetrico: sempre contro la loro stessa armatura.

C’era poi il bimachairos (o arbelas), che aveva un’arma offensiva per ogni mano e combatteva generalmente contro il reziario. In epoca repubblicana sono menzionati anche il sannita e il gallo, di cui però non si conosce con esattezza l’equipaggiamento. Gli abbinamenti potevano tuttavia variare: il mirmillone poteva anche combattere col secutor, ad esempio. La lunghezza e la grandezza dell’equipaggiamento inoltre non era standardizzata, come di norma nel mondo antico. Infine, era possibile che ci fossero dei gladiatori scaeva, ossia mancini (cosa impossibile nell’esercito), particolarmente apprezzati da Commodo.


Il combattimento
All’inizio del munus si distribuivano tra il pubblico i cosiddetti libelli, degli opuscoli sui gladiatori che sarebbero scesi nell’arena. Prima di ogni combattimento i duellanti venivano presentati per nome e categoria di appartenenza, origini e carriera agonistica. Inoltre si cercava di far combattere gladiatori con la stessa forza e esperienza per rendere il combattimento equilibrato.

Dopo aver verificato che l’equipaggiamento fosse a posto, i gladiatori indossavano l’elmo, le fanfare squillavano e e gli arbitri davano il via al combattimento. A seconda della categoria ci si muoveva più o meno (il trace e il secutor erano più agili), ma comunque i colpi dovevano essere pochi e precisi, sia perché si rischiava di stancarsi presto sia perché ci si poteva esporre troppo.

Non esistevano tempi prestabiliti o pause: era l’arbitro a decidere quando e se queste dovevano avvenire. Inoltre sappiamo che potevano dividere i due lottatori e far riprendere il combattimento ma non sappiamo in basi a quali regole. L’esito prevedeva quattro possibilità: pareggio (stantes missi), morte di uno dei due contendenti, oppure uno dei due chiedeva la resa e poteva essere o ucciso o risparmiato. Il primo esito era il più raro, tuttavia non impossibile: durante l’inaugurazione del Colosseo nell’ 80 d.C. due gladiatori combatterono così a lungo che alla fine chiesero entrambi la resa, nello stesso momento, ottenendola.

Generalmente il combattimento, però, si concludeva con la richiesta di resa all’arbitro di uno dei due gladiatori; i motivi potevano essere i più disparati, forse erano feriti, stanchi, disarmati etc. L’organizzatore (e nel caso del Colosseo l’imperatore) doveva decidere, mentre il pubblico chiedeva di graziare o uccidere il gladiatore arreso che, se aveva combattuto bene, di solito otteneva di aver salva la vita. In caso contrario il vincente uccideva il perdente, di solito con un colpo diretto al cuore. In base ai dati archeologici ed epigrafici sappiamo che nel I secolo l’80% degli incontri terminava con la grazia per il perdente, percentuale che diminuì drasticamente nel III secolo, diventando grossomodo la metà. A partire da Augusto furono comunque vietati i combattimenti sine missio, ossia all’ultimo sangue. E’ possibile, infine, che le armi non fossero appuntite ma solo affilate, per evitare una fine rapida dello scontro: in alcuni casi si fa riferimento infatti a dei permessi per usare armi “appuntite”.
EQUIPAGGIAMENTO DEL TRACE

Questa classe di gladiatori deriva dai guerrieri della Tracia (attuale Bulgaria). Portavano un elmo dalla calotta emisferica a tesa larga sormontato da un alto cimiero (lophos), curvato in avanti e ornato da una protome di grifone, con ai lati della calotta due forellini per inserire le piume ornamentali; l’apertura a grata si estendeva a occupare tutta la parte superiore della visiera; alcuni avevano solo due aperture circolari munite di grate in corrispondenza degli occhi. Oltre l’ elmo il Trace affidava la sua protezione ad una manica al braccio destro, che impugnava l’arma d’offesa; ad un piccolo scudo rettangolare (parmula) e agli schinieri, alte protezioni agli stinchi e ginocchia (cnemides). Inoltre per proteggere le gambe usavano delle fasce di cuoio o di metallo. L’ arma d’ offesa era, invece, la sica, una breve spada con la lama ricurva, che consentiva di colpire più facilmente l’ avversario nelle parti posteriori del corpo. Il Trace insieme all’ Oplomaco costituiva l’ antagonista tipico del Mirmillone.

Re: Il mio primo S-figurino -- Gladiatore Tracio Romano

Inviato: 6 gennaio 2020, 22:56
da Stefano61
Ciao,
ti sei scelto un soggetto interessante, tieni presente però che nel figurinismo una delle cose più difficili da realizzare è proprio l'incarnato...
Per quel che riguarda la prima domanda, quando dai la base dipende da colore devi usare: i colori chiari sono più facili da ricoprire di quelli scuri. Quindi riguardo all'incarnato non mi preoccuperei più di tanto di sbavare.
Riguardo alla seconda domanda è più difficile rispondere. Generalmente io sono solito dipingere i pezzi piccoli a parte, ma solo con l'esperienza potrai capire quando sarà il caso di agire cosi oppure diversamente. Alle volte è pure opportuno dipingere a parte anche delle parti più grandi, dipende dai casi.
L'attack generalmente va bene per tutti i tipi di figurini. Tieni presente però che nel caso che il figurino sia in metallo, è pure opportuno imperniare le parte più grandi (braccia, gambe ecc..).
E non è finita qua, perché ti dovrai preoccupare pure di stuccare il tuo figurino...

Re: Il mio primo S-figurino -- Gladiatore Tracio Romano

Inviato: 6 gennaio 2020, 23:36
da Kuma
Perfetto, ho scelto il più difficile insomma.
Stefano questo fortunatamente è in resina.

Re: Il mio primo S-figurino -- Gladiatore Tracio Romano

Inviato: 7 gennaio 2020, 7:51
da Stefano61
Il toro va preso per le corna! Questo è un bel figurino ! Comunque vai tranquillo, sempre di un divertimento si tratta! A proposito: in che scala è?

Re: Il mio primo S-figurino -- Gladiatore Tracio Romano

Inviato: 7 gennaio 2020, 8:26
da Kuma
È un 75mm come consigliato, va bene no?
Ora aggiungo la scala nel titolo (se si può).

Re: Gladiatore Tracio Romano 75mm - Il mio primo S-figurino

Inviato: 9 gennaio 2020, 8:25
da pitchup
Ciao Diego
Perdona anche me in merito al dubbio circa l'esecuzione di questo Spartacus: essendo il tuo primo lavoro non sarebbe meglio dedicarsi ad un soggetto più abbordabile tecnicamente??? Nel senso che dipingere la pelle è una cosa molto difficile e questo figurino ne ha tanta scoperta.
Magari potresti prima fare un medievale con armatura… oppure un Marines… un Napoleonico ecc
saluti

Re: Gladiatore Tracio Romano 75mm - Il mio primo S-figurino

Inviato: 9 gennaio 2020, 8:42
da microciccio
Ciao Diego,

essendo aeroplanaro lascio ad altri i suggerimenti e mi godrò il WIP.

Ottima la presentazione storica del soggetto. :-oook Tua o l'hai presa da un sito?

Buon lavoro.

microciccio

Re: Gladiatore Tracio Romano 75mm - Il mio primo S-figurino

Inviato: 9 gennaio 2020, 8:44
da Kuma
No assolutamente! È stata presa da un sito.
Serve riportate la fonte?

Re: Gladiatore Tracio Romano 75mm - Il mio primo S-figurino

Inviato: 9 gennaio 2020, 8:45
da Kuma
pitchup ha scritto: 9 gennaio 2020, 8:25 Ciao Diego
Perdona anche me in merito al dubbio circa l'esecuzione di questo Spartacus: [...]
Magari potresti prima fare un medievale con armatura… oppure un Marines… un Napoleonico ecc
saluti
Vedrò se posso prenderne un altro ed accantonare questo.

Re: Gladiatore Tracio Romano 75mm - Il mio primo S-figurino

Inviato: 9 gennaio 2020, 8:59
da microciccio
Off Topic
Kuma ha scritto: 9 gennaio 2020, 8:44 No assolutamente! È stata presa da un sito.
Serve riportate la fonte?
Ciao Diego,

più che altro citare le fonti è una questione di correttezza nei confronti dell'autore e informa coloro i quali leggono autandoli ad approfondire. ;)
microciccio