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Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Moderatore: FreestyleAurelio
- FreestyleAurelio
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- Che Genere di Modellista?: Dottore in Incazzologia applicata con specializzazione in nullafacenza numerica.
Allevatore di ragnetti ammaestrati. - Aerografo: si
- colori preferiti: Tamiya,Alclad,Gunze,Vallejo
- scratch builder: si
- Club/Associazione: www.modelingtime.com
- Nome: I'm Aurelio!
- Località: Provincia di Caserta
Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Vi ho già detto di fidarvi di me? Mmmm non ricordo...che testa che ho!
Che mi sfugga o che sia smemorato oggi vi parlo di un tecnica utile per chi utilizza non solo l'aerografo ma anche il pennello e gli acrilici vinilici.
E'abbastanza utopico pensare di relegare al pennello un ruolo secondario nel modellismo rispetto all'aeropenna o non investiteci affatto.
Questa è una considerazione che è molto cara a chi realizza figurini, mezzi busti, gundam e chi più ne ha più ne metta.
Li dove non arriva l'aerografo, arriva il pennello; è una splendida conseguenza del nostro hobby che non può essere ignorata e spesso si dimentica questa sfumatura. Toccare la superfice con la punta del pennello, estensione della nostra mano, e guidarlo su spigoli e aree sotto i nostri occhi..... quel contatto materiale, seppur improprio, ha qualcosa di magico e rilassante che nessuna aeropenna potrà mai regalarci e farci apprezzare.
Penso che un buon modellista per essere completo non può sottrarsi a questo strumento così tradizionale eppure così visceralmente legato al tempo dove affondano profonde radici.
Se un tempo gli smalti la facevano da padrone anche nell'uso a pennello, al giorno d'oggi con l'avvento dei colori acrilici vinilici, possiamo scegliere tra moltissime ditte produttrici e una infinità di colori studiati per noi modellisti.
Il primo suggerimento è quello di scegliere quei colori che, in set o sfusi, si adattano meglio a determinati periodi storici e usi che ne andremo a fare ma soprattutto ad un uso a pennello.
Per l'aeropenna non usate i vinilici, fidatevi.
Croce e delizia di ogni colore acrilico vinilico a base d'acqua è, uno tra tutti, la loro velocità di asciugatura. Questa peculiarità in alcuni casi è un vantaggio ma in altri meno.
Un esempio viene direttamente dalle mescole ottenute per ricreare particolari toni o mezzi toni partendo da uno base. Tanta fatica per poi vederli seccare nel giro di pochi minuti. A questo si aggiunge anche l'incredibile spreco di prodotto che ne deriva.
Come fare a tenere l'acrilico e le sue mescole fluidi a lungo senza annacquarli di continuo? Come ottenere quella longevità tipica degli oli? Ci diamo alla pittura ad olio?
E' un idea ma bisogna essere davvero bravi e con un bagaglio pittorico ben forbito. Soprattutto per ottenere i toni desiderati e già se parliamo di incarnati abbiamo il nostro ben da fare.
Vi propongo un'alternativa che mi è stata suggerita da un valente figurinista ma anche amico modellista. La tecnica che ora vi mostro si chiama "tavolozza umida".
Che cos'è? Come funziona? A che serve?
Come sapete ogni colore per essere fluido ha bisogno di essere ben chiuso nella sua boccettina e trovarsi in compagnia di altre sostante che fungono da legante per tenere insieme chimicamente le molecole e la struttura del pigmento più del diluente che umidifica e fluidifica mantenendo inalterata la composizione e, in alcuni casi, ne ritarda l'essiccazione; un esempio sono i colori ad olio.
La tavolozza umida non è altro che un supporto inumidito di diluente. Nel nostro caso, usando colori acrilici all'acqua, sarà acqua distillata.
Il funzionamento è molto semplice, mentre l'aria sottrae umidità al colore acrilico facendo evaporare quella frazione di acqua, il supporto su cui si trova il colore fornisce la stessa frazione,se non in più, di acqua sottratta dall'ambiente del nostro studio.
Questa continua alimentazione permette di rallentare l'essiccazione e di sfruttare per ore i colori e le mescole senza il timore di perdere quella particolare tinta.
Tutto qui, null'altro che questo. Velocità contro tempo, causa contro effetto. I questo modo gli elementi sono sovvertiti sino al trionfo dell'effetto sulla causa.
Per realizzare la vostra "tavolozza umida" avete bisogno di poche cose, reperibili tutte in casa, le più importanti sono la voglia e il tempo di provarci. Non resterete delusi, ancora una volta fidatevi di me.
Ingredienti
Reperite un contenitore di plastica che abbia un coperchio con una buona chiusura, Io ho avuto la fortuna di reperire dei contenitori per provette.
Se riuscite a trovarne anche voi uno simile, ve lo consiglio perchè è rialzato e questo eviterà ristagni di acqua con la formazione nel tempo di muffe o sgradevoli odori.
Una spugna liscia, piatta e compatta
Carta da forno non oleata.
Cutter o forbici
Righello (metallico)
Acqua distillata
Una volta reperite queste quattro cose iniziamo a prendere le misure della tavolozza.
Di entrabi i lati, mi raccomando.
Con queste misure si ritaglia la spugna avendo cura di mantenere la stessa forma del supporto.
Alla stessa maniera, usando la spugna come dima, si riporta la forma sulla carta da forno ritagliandola leggermente più lunga del necessario.
Già che vi trovate meglio farne qualcuno in più e tenerli di scorta e pronti all'uso.
A questo punto bagnate ben bene la spugna.
Allo stesso modo bagnate bene il foglio di cartaforno. Potete anche strizzarlo tra le mani piene d'acqua, senza paura di stropicciarlo. Si stenderà bene lo stesso, fidatevi.
Foderate bene la spugna solo da un lato con la cartaforno umida, posizionando i lembi più lunghi sotto di essa
E si ripone dentro il contenitore
Se la superfice vi sembra troppo asciutta potete nebulizzare dell'acqua sopra ma attenti a non esagerare.
La tavolozza adesso è pronta per essere utilizzata
Come?
Potete tranquillamente diluire i colori sulla tavolozza con acqua, ma essendo già umida non ce ne sarà bisogno, oppure estendere il tempo di essiccazione anche sulle parti utliizzando mescolando il retarder apposito. Ricordate che in questo modo i colori saranno semilucidi.
Fatta la vostra scelta prendere i colori acrilici che più preferite e munitevi comunque di un bicchierino pieno d'acqua per risciacquare il pennello o diluire i colori più pastosi.
Sulla tavolozza ben umida nella spugna, pogiate il colore, diluitelo e usatelo come avete sempre fatto. Abbiate l'accortezza di verificare che la cartaforno sia uniformemente umida.
Io sono solito bagnare sempre la punta del pennello e su carta assorbente rimuovere l'eccesso soprattutto dalla ghiera e "fare la punta". Se vi si apre cambiate pennello perchè non è più buono.
Il colore prima lo tiro via per scaricare la punta e affinarla e poi lo applico.
Non abbiate paura di occupare tutta la tavolozza, in lunghe sessioni accade e avere tutti i colori sempre freschi e disponibili è una gran cosa.
Per fare ]questo seggiolino io ho impiegato molte ore e la tavolozza è stata una grande alleata.
Staccare e dedicarsi ad altro non sarà più un problema. o meglio non per le vostre consorti( e un pò meno per voi); basterà chiudere la tavolozza e riprendere con gli stessi colori in un secondo momento. Se preferite potete nebulizzare un velo sottile d'acqua con pochissimo retarder prima di chiudere il coperchio.
In base al posto dove la riporrete, al grado di umidità e alla bontà della chiusura del coperchio i colori si manterranno freschi da alcune ore sino a qualche giorno. A volte sono anche i colori a fare la differenza ma ad ogni modo noterete la differenza, una tra tutte la punta del vostro pennello si manterrà umida colorante a lungo a dispetto delle altre volte che si asciugava dopo poco.
Cosa non da poco se avete necessità di creare linee sottili e lunghe.
Per la manutenzione è semplice.
Basterà riporla tenendo la spugna da parte e il contenitore aperto sino a completa asciugatura. Poi richiudere tutto e mettere a posto; in ogni caso evitate di sistemare tutto se umido, soprattutto la spugna.
PS: Vi ho già detto di fidarvi di me?
Si, stavolta ve l'ho detto.
Ciauz!
Che mi sfugga o che sia smemorato oggi vi parlo di un tecnica utile per chi utilizza non solo l'aerografo ma anche il pennello e gli acrilici vinilici.
E'abbastanza utopico pensare di relegare al pennello un ruolo secondario nel modellismo rispetto all'aeropenna o non investiteci affatto.
Questa è una considerazione che è molto cara a chi realizza figurini, mezzi busti, gundam e chi più ne ha più ne metta.
Li dove non arriva l'aerografo, arriva il pennello; è una splendida conseguenza del nostro hobby che non può essere ignorata e spesso si dimentica questa sfumatura. Toccare la superfice con la punta del pennello, estensione della nostra mano, e guidarlo su spigoli e aree sotto i nostri occhi..... quel contatto materiale, seppur improprio, ha qualcosa di magico e rilassante che nessuna aeropenna potrà mai regalarci e farci apprezzare.
Penso che un buon modellista per essere completo non può sottrarsi a questo strumento così tradizionale eppure così visceralmente legato al tempo dove affondano profonde radici.
Se un tempo gli smalti la facevano da padrone anche nell'uso a pennello, al giorno d'oggi con l'avvento dei colori acrilici vinilici, possiamo scegliere tra moltissime ditte produttrici e una infinità di colori studiati per noi modellisti.
Il primo suggerimento è quello di scegliere quei colori che, in set o sfusi, si adattano meglio a determinati periodi storici e usi che ne andremo a fare ma soprattutto ad un uso a pennello.
Per l'aeropenna non usate i vinilici, fidatevi.
Croce e delizia di ogni colore acrilico vinilico a base d'acqua è, uno tra tutti, la loro velocità di asciugatura. Questa peculiarità in alcuni casi è un vantaggio ma in altri meno.
Un esempio viene direttamente dalle mescole ottenute per ricreare particolari toni o mezzi toni partendo da uno base. Tanta fatica per poi vederli seccare nel giro di pochi minuti. A questo si aggiunge anche l'incredibile spreco di prodotto che ne deriva.
Come fare a tenere l'acrilico e le sue mescole fluidi a lungo senza annacquarli di continuo? Come ottenere quella longevità tipica degli oli? Ci diamo alla pittura ad olio?
E' un idea ma bisogna essere davvero bravi e con un bagaglio pittorico ben forbito. Soprattutto per ottenere i toni desiderati e già se parliamo di incarnati abbiamo il nostro ben da fare.
Vi propongo un'alternativa che mi è stata suggerita da un valente figurinista ma anche amico modellista. La tecnica che ora vi mostro si chiama "tavolozza umida".
Che cos'è? Come funziona? A che serve?
Come sapete ogni colore per essere fluido ha bisogno di essere ben chiuso nella sua boccettina e trovarsi in compagnia di altre sostante che fungono da legante per tenere insieme chimicamente le molecole e la struttura del pigmento più del diluente che umidifica e fluidifica mantenendo inalterata la composizione e, in alcuni casi, ne ritarda l'essiccazione; un esempio sono i colori ad olio.
La tavolozza umida non è altro che un supporto inumidito di diluente. Nel nostro caso, usando colori acrilici all'acqua, sarà acqua distillata.
Il funzionamento è molto semplice, mentre l'aria sottrae umidità al colore acrilico facendo evaporare quella frazione di acqua, il supporto su cui si trova il colore fornisce la stessa frazione,se non in più, di acqua sottratta dall'ambiente del nostro studio.
Questa continua alimentazione permette di rallentare l'essiccazione e di sfruttare per ore i colori e le mescole senza il timore di perdere quella particolare tinta.
Tutto qui, null'altro che questo. Velocità contro tempo, causa contro effetto. I questo modo gli elementi sono sovvertiti sino al trionfo dell'effetto sulla causa.
Per realizzare la vostra "tavolozza umida" avete bisogno di poche cose, reperibili tutte in casa, le più importanti sono la voglia e il tempo di provarci. Non resterete delusi, ancora una volta fidatevi di me.
Ingredienti
Reperite un contenitore di plastica che abbia un coperchio con una buona chiusura, Io ho avuto la fortuna di reperire dei contenitori per provette.
Se riuscite a trovarne anche voi uno simile, ve lo consiglio perchè è rialzato e questo eviterà ristagni di acqua con la formazione nel tempo di muffe o sgradevoli odori.
Una spugna liscia, piatta e compatta
Carta da forno non oleata.
Cutter o forbici
Righello (metallico)
Acqua distillata
Una volta reperite queste quattro cose iniziamo a prendere le misure della tavolozza.
Di entrabi i lati, mi raccomando.
Con queste misure si ritaglia la spugna avendo cura di mantenere la stessa forma del supporto.
Alla stessa maniera, usando la spugna come dima, si riporta la forma sulla carta da forno ritagliandola leggermente più lunga del necessario.
Già che vi trovate meglio farne qualcuno in più e tenerli di scorta e pronti all'uso.
A questo punto bagnate ben bene la spugna.
Allo stesso modo bagnate bene il foglio di cartaforno. Potete anche strizzarlo tra le mani piene d'acqua, senza paura di stropicciarlo. Si stenderà bene lo stesso, fidatevi.
Foderate bene la spugna solo da un lato con la cartaforno umida, posizionando i lembi più lunghi sotto di essa
E si ripone dentro il contenitore
Se la superfice vi sembra troppo asciutta potete nebulizzare dell'acqua sopra ma attenti a non esagerare.
La tavolozza adesso è pronta per essere utilizzata
Come?
Potete tranquillamente diluire i colori sulla tavolozza con acqua, ma essendo già umida non ce ne sarà bisogno, oppure estendere il tempo di essiccazione anche sulle parti utliizzando mescolando il retarder apposito. Ricordate che in questo modo i colori saranno semilucidi.
Fatta la vostra scelta prendere i colori acrilici che più preferite e munitevi comunque di un bicchierino pieno d'acqua per risciacquare il pennello o diluire i colori più pastosi.
Sulla tavolozza ben umida nella spugna, pogiate il colore, diluitelo e usatelo come avete sempre fatto. Abbiate l'accortezza di verificare che la cartaforno sia uniformemente umida.
Io sono solito bagnare sempre la punta del pennello e su carta assorbente rimuovere l'eccesso soprattutto dalla ghiera e "fare la punta". Se vi si apre cambiate pennello perchè non è più buono.
Il colore prima lo tiro via per scaricare la punta e affinarla e poi lo applico.
Non abbiate paura di occupare tutta la tavolozza, in lunghe sessioni accade e avere tutti i colori sempre freschi e disponibili è una gran cosa.
Per fare ]questo seggiolino io ho impiegato molte ore e la tavolozza è stata una grande alleata.
Staccare e dedicarsi ad altro non sarà più un problema. o meglio non per le vostre consorti( e un pò meno per voi); basterà chiudere la tavolozza e riprendere con gli stessi colori in un secondo momento. Se preferite potete nebulizzare un velo sottile d'acqua con pochissimo retarder prima di chiudere il coperchio.
In base al posto dove la riporrete, al grado di umidità e alla bontà della chiusura del coperchio i colori si manterranno freschi da alcune ore sino a qualche giorno. A volte sono anche i colori a fare la differenza ma ad ogni modo noterete la differenza, una tra tutte la punta del vostro pennello si manterrà umida colorante a lungo a dispetto delle altre volte che si asciugava dopo poco.
Cosa non da poco se avete necessità di creare linee sottili e lunghe.
Per la manutenzione è semplice.
Basterà riporla tenendo la spugna da parte e il contenitore aperto sino a completa asciugatura. Poi richiudere tutto e mettere a posto; in ogni caso evitate di sistemare tutto se umido, soprattutto la spugna.
PS: Vi ho già detto di fidarvi di me?
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Ciauz!
- Madd 22
- Ancient User
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- Iscritto il: 23 novembre 2010, 23:41
- Che Genere di Modellista?: Ogni modellista con esperienza è per me un punto di riferimento, metto subito in atto quello che vedo e apprendo subito, sperando di ricreare un modello più vicino alla realtà, per quanto possibile.
Modellismo è un ottimo esercizio per la mente, rafforza la logica, incita la curiosità e allena la pazienza! Il soggetto non è importante, mi basta che abbia un ala. - Aerografo: si
- colori preferiti: Alcald II; Gunze; Tamiya
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- Nome: Luca
- Località: Roma
Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Bravissimo Aurelio
Alla fine questa tavolozza è semplice da costruire e a costo davvero irrisorio. L'unica cosa che mi "spaventa" è il fatto che non ho mai usato colori vinilici.
Dovrei prima prendere confidenza con questa tipologia di colori e poi provare a creare mezzi toni e sopratutto dipingere qualcosa.
Ci sarà tempo
Comunque se non sbaglio, tu hai un passato di liceo artistico, e questo si vede nella tua preparazione sui colori sopratutto nella passione che ci metti
outstanding
Alla fine questa tavolozza è semplice da costruire e a costo davvero irrisorio. L'unica cosa che mi "spaventa" è il fatto che non ho mai usato colori vinilici.
Dovrei prima prendere confidenza con questa tipologia di colori e poi provare a creare mezzi toni e sopratutto dipingere qualcosa.
Ci sarà tempo
Comunque se non sbaglio, tu hai un passato di liceo artistico, e questo si vede nella tua preparazione sui colori sopratutto nella passione che ci metti
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W.I.P. P-47D Razorback
-Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?
-Non tutto ciò che può essere contato, conta. Non tutto ciò che conta può essere contato
-Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore
Albert Einstein
-
- Burning User
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- Iscritto il: 9 novembre 2010, 22:31
- Che Genere di Modellista?: Modellista Generico
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- Località: Messina
Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Io l'ho fatta con un scatolo di cioccolatini Ferrero. Quelle natalizie per l'esattezza. Non è facilissima da utilizzare, ma è veramente efficace. Il tempo e l'esperienza faranno il resto!!!
Aurelio come ti trovi con gli scale 75?? Io li ho presi da poco!
Aurelio come ti trovi con gli scale 75?? Io li ho presi da poco!
- Warthog
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- Che Genere di Modellista?: Figurini
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- colori preferiti: Acrilici vari, colori olio
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- Località: Provincia di Pavia
Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Molto bene Aurelio, più o meno è uguale alla mia, solo che io i colori oltre che a mescolarli sulla carta forno li conservo anche nelle caps delle macchinette del caffè tagliando la parte sotto e facendo a mo di imbuto con la carta forno.
Scusami Aurelio se mi intrometto nel tuo post, le prime notizie di tavolozza umida risalgono a metà del XIV secolo dove i colori venivano conservati in budello di animale (maiale o mucca) ed immersi in una bacinella con poca acqua, erano ovviamente colori a tempera per affreschi.
Attenti a non usare questa tecnica con i colori ad olio; non funziona, per quelli esiste un altro modo
Ciao da Luca
Scusami Aurelio se mi intrometto nel tuo post, le prime notizie di tavolozza umida risalgono a metà del XIV secolo dove i colori venivano conservati in budello di animale (maiale o mucca) ed immersi in una bacinella con poca acqua, erano ovviamente colori a tempera per affreschi.
Attenti a non usare questa tecnica con i colori ad olio; non funziona, per quelli esiste un altro modo
Ciao da Luca
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Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Grazie mille Aurelio,non si smette davvero mai di imparare
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- Burning User
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Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
E che fai!!! Parliamo e non spieghiamo?????Warthog ha scritto:Molto bene Aurelio, più o meno è uguale alla mia, solo che io i colori oltre che a mescolarli sulla carta forno li conservo anche nelle caps delle macchinette del caffè tagliando la parte sotto e facendo a mo di imbuto con la carta forno.
Scusami Aurelio se mi intrometto nel tuo post, le prime notizie di tavolozza umida risalgono a metà del XIV secolo dove i colori venivano conservati in budello di animale (maiale o mucca) ed immersi in una bacinella con poca acqua, erano ovviamente colori a tempera per affreschi.
Attenti a non usare questa tecnica con i colori ad olio; non funziona, per quelli esiste un altro modo
Ciao da Luca
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Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Interessante, Aurelio, molto interessante la cosa come lo è la premessa, direi filosofica, sul ruolo giocato dal pennello nel nostro hobby
Grassssssie, grasssssssie [emoji1]
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Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Ottima spiegazione e bellissimo tutorial, curato e completo come sempre! Grazie per l'idea e anche per avercela spiegata così dettagliatamente!!
...il Miggomane...
- fearless
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Ogni tanto anche qualche moto... - Aerografo: si
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Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Ottimo metodo e soprattutto ottima spiegazione... Grazie Aurelio per aver condiviso!
- fabio1967
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Re: Wet palette o meglio Tavolozza Umida!
Assolutamente da provare. Grazie Aurelio per la condivisione.
Saluti
Fabio
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Fabio